WeWork dichiara la bancarotta, da 47 mld di valutazione al crollo del 98%
Il colosso degli affitti per il coworking presenta l'istanza di protezione dal fallimento presso il tribunale federale
WeWork dichiara il fallimento negli Usa e in Canada
WeWork, l'un tempo lanciatissima startup di coworking, ha presentato istanza di protezione dal fallimento presso un tribunale federale. Lo riferisce la Cnn. La richiesta del “Capitolo 11” è il culmine di un'inarrestabile spirale discendente che ha trascinato nella polvere un'impresa che un tempo era stata valutata 47 miliardi di dollari. “Ora è il momento per noi di portare avanti il futuro affrontando in modo aggressivo i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio”, ha affermato David Tolley, CEO di WeWork, in un comunicato stampa.
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“Abbiamo definito una nuova categoria di lavoro e questi passi ci consentiranno di rimanere il leader globale nel lavoro flessibile", ha detto ancora il manager, "rimaniamo impegnati a investire nei nostri prodotti, servizi e in un team di dipendenti di livello mondiale per sostenere la nostra comunità”.
La parabola discendente di WeWork iniziò con il tentativo di collocamento in borsa del 2019, quando dalla documentazione fornita alle autorità di borsa emersero perdite superiori al previsto e potenziali conflitti di interesse del cofondatore e allora amministratore delegato Adam Neumann, il cui stile non ortodosso ebbe un ruolo importante nell'ingente copertura mediatica goduta dall'azienda.
Nel 2021, due anni dopo l'estromissione di Neumann, WeWork arrivò a essere quotata in borsa con una valutazione di appena 9 miliardi di dollari. A far disamorare gli investitori contribuì un core business incentrato non sulla tecnologia ma sull'affitto di proprietà immobiliari da rimodernare e offrire come spazi per il lavoro flessibile. La diffusione dello smart working durante la pandemia e l'impatto sul settore immobiliare della crescita dei tassi di interesse fecero il resto. Le azioni di WeWork avrebbero perso il 98% solo nel 2023.