Economia
WeWork, pronta l'istanza di fallimento: il lavoro smart al passo d'addio
Valutata 47 miliardi di dollari nel 2019 e controllata da SoftBank, la società ha già ricevuto un massiccio finanziamento di 5 miliardi
WeWork crolla in Borsa ed è pronta a ricorrere al Chapter 11
WeWork sta affrontando una brusca caduta a Wall Street e sta rapidamente avvicinandosi alla possibilità di ricorrere al Chapter 11, una procedura di insolvenza controllata prevista dal codice americano per evitare una completa bancarotta. La società possiede 777 sedi in 39 Paesi, che ospitano circa 906.000 postazioni di lavoro. In Italia, ci sono cinque sedi, tutte situate a Milano. Fondata a New York nel 2010 con l'obiettivo di creare ambienti in cui individui e aziende potessero collaborare e lavorare, WeWork ha rivoluzionato il modo di intendere il lavoro. Tuttavia, la sua ascesa è stata di breve durata, principalmente a causa della pandemia del 2020, che ha inflitto un duro colpo al suo business. A entrare in crisi è forse definitivamente il paradigma dello smart working, del poter svolgere il proprio lavoro da qualunque luogo. Il "fisico" torna a essere centrale. E l'economia se ne sta rendendo conto.
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Valutata 47 miliardi di dollari nel 2019 e controllata da SoftBank, la società ha già ricevuto un massiccio finanziamento di 5 miliardi di dollari nel 2019, che a distanza di quattro anni non ha prodotto i risultati sperati. L'impatto del Covid e l'adozione diffusa dello smart working hanno danneggiato l'azienda. In seguito, gli alti tassi di interesse hanno reso insostenibile il costo del debito. Al 30 giugno 2023, il debito ammontava a 2,9 miliardi di dollari, e WeWork ha registrato una perdita di 696 milioni di dollari nei primi sei mesi, bruciando 530 milioni.
Le alte spese di locazione e il basso tasso di utilizzo degli spazi hanno creato una situazione critica. Come risultato, il titolo WeWork ha perso oltre il 40% a Wall Street ieri. Secondo il Wall Street Journal, WeWork non ha ancora pagato gli interessi dovuti agli obbligazionisti, il che potrebbe portare presto alla presentazione di una richiesta di bancarotta in virtù del Chapter 11. La società, con sede a New York, starebbe valutando la possibilità di dichiarare bancarotta già la prossima settimana in New Jersey. Finora, WeWork non ha rilasciato commenti ufficiali, ma ha dichiarato che sta conducendo negoziati con alcuni obbligazionisti, per i quali è scattato il periodo di grazia di 30 giorni, al fine di "migliorare la sua situazione finanziaria" e "ottimizzare il suo portafoglio immobiliare," ottenendo una proroga di sette giorni. In occasione della presentazione dei risultati semestrali, l'azienda aveva già riconosciuto le difficoltà finanziarie, attribuendole all'"eccesso di offerta nel settore immobiliare commerciale, alla crescente concorrenza nel settore degli spazi flessibili e alla volatilità macroeconomica, che hanno portato a una domanda più debole del previsto."