Roberto Benigni e il suo affetto invadente da Raffaella Carrà a Papa Francesco
Il Premio Oscar molla Dante e si attacca al Papa. Di lui non si può parlare male. Invece Memo Remigi....
Il Pontefice tentava di svincolarsi in un corpo a corpo...
Roberto Benigni è visto nel mondo come una istituzione sacra, come la grappa per gli alpini e il Viagra per gli inappetenti. Poi dopo aver vinto il premio Oscar con un film invero mediocre e antistorico come “La Vita à bella” chiunque ne parli male viene guardato come un pericoloso deviante sociale. Ieri, 7 dicembre, inaspettatamente il Vaticano ha twittato una foto dell’incontro tra Benigni (lo mettiamo prima) e Papa Francesco (che mettiamo secondo per rispettare le attuali gerarchie).
I due si sono incontrati prima della tradizionale udienza generale del mercoledì e l’evento è stato coperto da tutti i telegiornali oscurando perfino la guerra in Ucraina e la Prima alla Scala. All’entrata del guitto fiorentino il Papa si è dovuto mettere sulla difensiva a causa della sua solita eccessiva invadenza e così ha urlato “non esagerare!” scostandosi guardingo, al che Benigni lesto e ratto ha risposto “ma con te devo esagerare!”. E poi è partito di bacio in bocca, abbrancando il Pontefice che tentava di svincolarsi in un corpo a corpo che non giova alla sacralità che dovrebbe avere un Papa. Poi qualche battuta sulla lotta alla povertà che desta meraviglia per uno che ha un villone all’Aventino, con vista mozzafiato su Roma.
Insomma un quadretto stucchevole che ha fatto – come al solito - il giro del mondo. Ma poiché nulla accade a caso occorre domandarsi a chi giova quanto accaduto. Certamente al comico toscano che così resta sulla cresta dell’onda e magari può ammollarci qualche altro costoso “special” sulla Rai e quindi aumenta il suo potere contrattuale, ma Papa Francesco cosa ci guadagna?
Se la risposta fosse una maggiore popolarità saremo messi ben male ché non si era mai visto un Papa che ha bisogno di un comico per recuperare consenso.
Eppure a ben guardare questa sembra l’unica soluzione del dilemma.
Forse la comparsata di Benigni - o a questo punto dovremmo dire del Papa - rientra in una sorta di “pacchetto Natale” preconfezionato per le Feste?
In ogni caso quello che è successo fa riflettere.
Benigni è stato il protagonista di un film del 1980 diretto da Renzo Arbore, Il pap’occhio, quando era papa Wojtyla che allora provocò qualche polemica anche per il solito linguaggio sboccato e scurrile del comico toscano che lo definì “wojtyllaccio”, sberleffandolo per tutto il film.
Naturalmente Benigni fece andare il sollucchero i suoi fan in grande misura anti-clericali, ma pochi si accorsero che il Vaticano subì un bel goal e si preferì relegare la vicenda alla sana goliardia.
Negli anni Benigni si è costruito una carriera basandosi su una comicità, che inizialmente mostrava elementi di originalità, greve e invereconda.
A “Fantastico 12” nel 1991 il comico toscano fu protagonista di un episodio imbarazzante in cui si tuffò sotto la gonna di una basita Raffaelle Carrà per ammirarne “la patonza” (sic!).
La povera conduttrice non sapeva più che fare per arginare Benigni che eccitato come una salamandra turca declinava tutte le possibili denominazioni dell’organo genitale femminile tra il delirio pubblico e toccandola da tutte le parti.
Non si capisce allora perché invece recentemente Memo Remigi sia stato cacciato dalla Rai per aver posto - invero delicatamente - le mani sul lato B di Jessica Morlacchi, come ha fatto notare recentemente Massimo Giletti.
Ma forse la legge non è uguale per tutti e per il toscano (non il sigaro) le maglie sono molto più larghe.
Poi Benigni ammorbò l’Italia con special sulla Divina Commedia, la Bibbia e i Vangeli e chissà cos’altro ha in programma.
Tra l’altro Matteo Renzi ha pure un merito: riuscì a convertire momentaneamente Benigni che divenne improvvisamente critico con la Costituzione che prima definiva “la più bella del mondo”.
Questo gli valse bei viaggi a Washington con cenette alla Casa Bianca insieme a sua moglie, i Renzi’s e gli Obama’s.
Poi l’ex premier fallì l’attacco alla Costituzione e Benigni – dopo un breve periodo di prudenziale isolamento - tornò ad elogiarla come se niente fosse. Abbandonato Renzi ora è tornato alla carica con Papa Francesco, puntando questa volta molto più in alto.