Biden dimentica il caso Khashoggi: summit con Bin Salman per il petrolio
Dopo l'invasione dell'Ucraina il presidente americano si riavvicina agli autocrati nel nome dell'oro nero
Dopo Erdogan anche Biden "dimentica" Khashoggi
Il presidente americano Joe Biden si recherà in Arabia Saudita questo mese e incontrerà il principe Mohamed Bin Salman (MBS). Si tratta della seconda visita di rilievo in due mesi, dopo che il discusso principe erede al trono ha accolto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a fine aprile, segno evidente che Usa e Turchia hanno deciso di "dimenticare" l'assassinio del giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi, voce dissidente del regno, fiero oppositore di MBS,fatto a pezzi e dissolto nell'acido nel consolato saudita di Istanbul il 2 ottobre 2018. Un assassinio i cui particolari furono resi noti da Erdogan, che ha atteso invano una veemente reazione da parte di Stati Uniti, Europa e Onu, mai poi spintisi oltre generiche dichiarazioni di condanna.
Tuttavia il fatto che l'accusa partita da Ankara - secondo cui l'omicidio del giornalista fu ordinato "dalle più alte sfere della monarchia", vale a dire MBS - sia stata confermata da un rapporto dell'intelligence americana, pur non avendo partorito sanzioni e conseguenze concrete ha sollevato un'ondata di sdegno negli Stati Uniti e fatto finire in secondo piano le relazioni storicamente ottime con la monarchia. La visita di Biden di fatto chiude questo capitolo e ne apre un altro, relegando al passato le polemiche relative alla morte del giornalista.
Secondo i principali quotidiani americani, tra cui il Washington Post per cui Khashoggi lavorava, la visita di Biden nasce con l'obiettivo di abbassare il prezzo del petrolio e colpire il bullismo energetico che Mosca sta mettendo in campo dall'inizio della guerra in Ucraina. Una guerra che ha rilanciato il ruolo di Riad e di MBS, che con le sue riserve di petrolio torna comodo agli interessi della Casa Bianca, decisa a far venire meno gli introiti legati all'export di petrolio del Cremlino attraverso un abbassamento dei prezzi che proprio un asse con la monarchia saudita potrebbe garantire.
Una mossa che Biden dovrà giustificare agli occhi degli elettori. Un primo tentativo di preparare il terreno a un incontro con MBS è stato già fatto da Biden, che ha lodato il ruolo della "coraggiosa leadership saudita" nel dare il proprio assenso all'estensione di ulteriori due mesi del cessate il fuoco in Yemen. Le stragi di civili in Yemen causate dai bombardamenti sauditi erano state, insieme al caso Khashoggi, la base per un crescente sentimento anti saudita fattosi largo sia presso l'opinione pubblica americana che nel Congresso.
Lo stesso Biden nel 2019, nel suo percorso verso la Casa Bianca, aveva promesso di riportare i sauditi "allo stato di paria che gli compete", in aperta polemica con l'amministrazione Trump che sulle mani sporche di sangue di MBS aveva sempre glissato. Parole che avevano aperto la strada di Biden durante le primarie, in linea con la promessa di quella che sarebbe divenuta la nuova amministrazione: mettere il rispetto dei diritti umani al centro della politica estera della Casa Bianca. Una promessa evidentemente non mantenuta agli occhi degli elettori e che ora i democratici rischiano di pagare nelle elezioni di quest'anno per il Congresso. Una promessa dimenticata e sacrificata sull'altare di un'alleanza, quella con Riad, che va avanti da circa 80 anni e sulla base dell'assunto che i risultati sono più importanti dell'immagine, sopratutto in un momento in cui colpire la Russia ha assunto lo status di priorità assoluta.