Guerra Ucraina, mistero sugli attacchi in Transnistria. Allarme rosso Moldavia
Mosca e Kiev si accusano a vicenda sugli attentati nella repubblica filorussa. La Moldavia cerca l'unione con la Romania ma significa conflitto Russia-Nato
Guerra Ucraina, attentati misteriosi in Transnistria. Kiev: "Mosca allarga il conflitto". Mosca: "Kiev vuole coinvolgere la Nato"
C'è una storia che racconta una cosa. E poi c'è un'altra storia che racconta tutto il suo contrario. L'unica cosa certa, visto che la successione degli eventi non è chiara, è il protagonista di questa vicenda: la Transnistria. Territorio già raccontato da Affaritaliani un mese e mezzo fa e che effettivamente è diventato come previsto allora un nuovo possibile centro della crisi e punto di estensione della guerra in Ucraina.
Le versioni su quanto sta accadendo sono diverso. Da una parte l'Ucraina e l'occidente denunciano la Russia per il suo tentativo di estendere il conflitto anche alla Moldavia, passando dunque per il territorio autonomo della Transnistria, repubblica filorussa la cui indipendenza non è riconosciuta pressoché da nessuno in tutto il mondo. Secondo un rapporto dell'Institute for War Studies (Isw), think tank statunitense, la Russia sta continuando a prepararsi per i bombardamenti "sotto falsa bandiera" in Transnistria per incolpare poi l'Ucraina degli attacchi.
"Il Cremlino ha continuato a prepararsi per un possibile attacco missilistico sotto falsa bandiera sul territorio moldavo della Transnistria, che viene occupato illegalmente dalle forze russe. Funzionari russi in Transnistria hanno falsamente affermato che le forze ucraine si stanno preparando ad attaccare la Transnistria e l'intelligence ucraina ha riferito che le forze russe si stanno preparando a lanciare un attacco missilistico sulla Transnistria e incolpare l'Ucraina", si legge nel rapporto. "Anche le forze russe e transnistriane hanno aumentato la loro prontezza per possibili operazioni nelle ultime 24 ore", cita Nova.
L'idea degli esperti è che il Cremlino possa in alternativa tentare di destabilizzare la stessa Moldavia per aumentare le tensioni nel paese ma anche nella vicina Romania e per esercitare così ulteriore pressione sulla Nato sull'Unione europea, nel tentativo di ridurre il sostegno militare occidentale all'Ucraina deviando le forze Nato verso la Romania o minacciandole con un escalation più ampia.
Perché la Transnistria è il nuovo centro della crisi
Tra le esercitazioni svolte nelle settimane scorse dalla Russia in vista dell'invasione, una, conclusa il 2 febbraio, ha avuto come teatro proprio la Transnistria. Mosca ha affermato che scopo delle manovre era proteggere i loro cittadini nella repubblica separatista. Dal 2002 il Cremlino ha infatti cominciato a rilasciare passaporti ai residenti della Transnistria, in maggioranza russofoni, mossa che suscitò le ire di Kiev e Chisinau. Sembra insomma pronta la stessa retorica utilizzata per giustificare l'invasione in Ucraina. Col rischio che la guerra si sposti ancora di più vicina ai confini dell'Unione Europea e della Nato.
C'è però anche un'altra versione, quella del Cremlino stesso, che si dice in "allerta" per l'escalation di tensione in Transnistria, dove ritiene che gli ultimi incidenti verificatisi siano "atti di terrorismo". Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato: "Condanniamo fortemente i tentativi di coinvolgere la Transnistria in quanto accade in Ucraina".
A sostegno della tesi del Cremlino viene citato quanto dichiarato dal consigliere dell’ufficio presidenziale ucraino, Oleksiy Arestovych, al canale YouTube dell’oppositore russo Mark Feygin. In quell'occasione avrebbe detto che l’Ucraina è pronta a conquistare la Transnistria su eventuale richiesta di Chisinau. Ma lo stesso Zelensky sostiene che gli attentati nella regione siano causati dalle azioni degli stessi servizi segreti russi.
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La Moldavia spera nell'unione con la Romania. Ma si rischia l'effetto domino
C'è chi si sta convincendo dell'ipotesi che l'Ucraina possa in realtà avere l'interesse a estendere il conflitto oltre il suo territorio e portarlo anche in Moldavia, per forzare un intervento più deciso e diretto delle forze Nato. Ricostruzione teoricamente affascinante ma che non trova al momento riscontri fattuali, dove invece gli indizi sembrano con maggiore decisione proprio verso la Russia.
E la Moldavia che fa? In un intervento all’emittente televisiva “N24”, riporta Nova, il presidente del Parlamento di Chisinau, Igor Grosu, ha affermato che “la Moldova si difenderà in caso di aggressione militare, anche se non dispone di forze numerose e ben attrezzate”. E ancora: “Non importa quanto grandi o piccoli siamo, dobbiamo fare il nostro dovere verso la nostra casa. Se vuoi che qualcuno ti aiuti, quel qualcuno, quel partner deve vedere che tu per primo vuoi difendere la tua casa. È il principio di base”, ha affermato.
Secondo l'ex primo ministro moldavo Iurie Leanca la Moldavia dovrebbe addirittura unirsi alla Romania per ricevere la protezione della Nato. "L'unico scenario è l'unione" ha detto alla Cnn, sottolineando che il suo paese non ha alcuna possibilità se i russi lo invadono e non potrebbe fare qualcosa per impedirlo, se non appunto l'unione tra la Romania e la Repubblica di Moldova. "I bisogni dell'esercito e molte più risorse finanziarie dovevano essere stanziate non ora, ma anni fa. Oggi abbiamo un esercito in uno stato precario, senza fondi, con equipaggiamento obsoleto e, comunque, non possiamo farcela numericamente nel caso la Russia ci invadesse" ha dichiarato.
Un'eventualità che potrebbe da una parte dissuadere la Russia ma i cui tempi inevitabilmente lunghi, senza contare le numerosi voci contrarie al riguardo, rischiano di creare un effetto domino con il rischio di un'azione russa nella regione letta come un'aggressione diretta dai paesi Nato. Col rischio che la Moldavia si ritrovi stretta tra Russia e Romania, quindi Nato, e diventi teatro di una guerra dalle conseguenze che rischierebbero di diventare inimmaginabili.
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