La Commissione europea presenta un Piano migranti in 20 azioni

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si dice "soddisfatto per i contenuti dei punti d'azione per il Mediterraneo centrale"

Esteri

La Commissione europea ha presentato un piano d'azione in 20 punti per il Mediterraneo centrale: "Non possiamo gestire la migrazione caso per caso", ha detto Schinas, vicepresidente Ue

Il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas, ha scritto in un tweet di aver presentato un Piano d'Azione di misure immediate nel Mediterraneo centrale, in vista del Consiglio straordinario di venerdì 25 novembre. "Non possiamo gestire la migrazione caso per caso, barca per barca".

L'Action Plan si basa su 20 azioni, con l'obiettivo di affrontare le "sfide attuali e immediate" sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Un appello ad accelerare le azioni che già sono sul tavolo, con alcune nuove iniziative.

La prima azione sarà lanciare, entro la fine dell' anno, la "Team Europe Initiative on Central Mediterranean". Nel documento si legge: "Gli Stati membri devono accelerare l'attuazione del meccanismo di solidarietà concordato il 22 giugno 2022 che affronti le strozzature finora individuate, migliorando la flessibilità, razionalizzando i processi e attuando il finanziamento di misure alternative.

A questo fine la piattaforma di solidarietà rivedrà le procedure operative standard per la ricollocazione per ottenere procedure più efficienti e rapide, anche per fornire un rapido sostegno agli Stati membri che ricevono arrivi via mare. La piattaforma della solidarietà abbinerà progetti proposti e contributi finanziari per avviare l'attuazione delle misure alternative di solidarietà attraverso progetti coerenti con le attività e le esigenze individuate".

Maggiore sostegno agli Stati del Mediterraneo dall'agenzia Frontex

L'agenzia di controllo delle frontiere Frontex, "insieme agli Stati membri interessati, effettuerà una valutazione mirata della situazione nel Mediterraneo centrale per identificare le esigenze di un sostegno rafforzato attraverso operazioni congiunte, sorveglianza aerea e marittima, sviluppo di capacità e consapevolezza situazionale per gli Stati membri all'esterno frontiere". 

Il commento della Commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson

La Commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha detto che "l'obbligo legale di soccorrere e di garantire la sicurezza della vita in mare è chiaro, a prescindere dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in una situazione di disagio. Salvare vite è sempre il primo obbligo, ma qui ci sono molte sfide. La situazione odierna delle navi private che operano in mare è uno scenario che manca ancora di sufficiente chiarezza. Questa sfida attuale non era stata presa in considerazione quando il diritto marittimo è stato concordato per la prima volta, è necessaria una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, gli Stati di bandiera e gli Stati costieri e altri attori pertinenti".



Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si ritiene soddisfatto

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, si dice "soddisfatto per i contenuti del piano reso noto dalla Commissione europea. Il testo mette al centro della discussione alcune importanti questioni in tema di gestione dei flussi migratori e lo fa nella prospettiva già auspicata dal Governo italiano. Sono convinto che si tratti di una valida traccia di lavoro comune".

In particolare, le questioni che più premono all'Italia riguardano "la condivisione dell'esigenza di una più intensa cooperazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, anche attraverso la realizzazione di specifici programmi europei di investimenti su quei territori e il riferimento a una implementazione del meccanismo di solidarietà adottato nel giugno scorso, in considerazione del fatto che la sua applicazione concreta, fino a oggi, ha dato per l'Italia risultati assolutamente insufficienti".

Prosegue Piantedosi: "Importante è l'aspetto relativo a un maggiore coordinamento delle attività di ricerca e soccorso nelle aree Sar (Search and Rescue), che prevede, come da tempo richiesto dall'Italia, un ruolo anche per gli Stati di bandiera".

 

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