Politica

Manovra, il governo Meloni supera la prova. Centrodestra compatto e competente

Di Alberto Maggi

Una manovra che trova anche il favore dei mercati senza alcuna frizione con l'Unione europea

Manovra: il Centrodestra è presente, conosce benissimo i dossier, ha fatto il possibile per intervenire a favore dei meno abbienti


"Coraggiosa e coerente". Così una Giorgia Meloni competente e in palla ha definito in conferenza stampa la Legge di Bilancio per il 2023 licenziata ieri sera dal Consiglio dei ministri. L'immagine che esce è quella di un Centrodestra compatto, forte e che marcia unito nella stessa direzione. Si era detto e scritto che la premier non aveva una squadra adeguata. Falso. In meno di un mese ha presentato in tempi record una Finanziaria che, a differenze degli anni precedenti (quando non si è votato a fine settembre), avrà tutto il tempo necessario per essere esaminata dettagliatamente in Parlamento, prima in Commissione e poi in Aula.

Dal ministro Giorgetti al suo vice Leo, passando per la ministra Calderone e per il vicepremier Salvini, la coesione dell'esecutivo, oltre alla pertinenza sui singoli dossier (che Meloni conosce perfettamente) è il punto fondamentale politico che esce dalla conferenza che si è tenuta a Palazzo Chigi. Una manovra che arriva in un momento difficilissimo con il caro-energie e il boom delle bollette e che, come dimostra lo spread sotto quota 200 punti, trova anche il favore dei mercati senza alcuna frizione con l'Unione europea. Merito del viaggio preventivo a Bruxelles della premier e del ministro dell'Economia.

Nel merito, nonostante le scarse risorse - e in Parlamento potranno esserci piccoli aggiustamenti - la Legge di Bilancio interviene con un impegno di 4 miliardi di euro per i lavoratori con reddito più basso, tagliando il cuneo fiscale di un altro punto fino a 20mila euro, e rinnova il sostegno ai disabili anche per il prossimo anno. Come ampiamente previsto, e non poteva andare diversamente, i due terzi della manovra vanno per combattere l'aumento dei prezzi e dei costi energetici. E, come ha detto Meloni, se non ci fosse stato il problema delle bollette l'intervento sul cuneo fiscale sarebbe stato nettamente più deciso. Ma un primo passo c'è, nonostante la guerra, tre anni di pandemia e un debito pubblico tra i più alti del mondo.

La misura ponte sulle pensioni (Quota 103) per evitare il ritorno della Fornero e l'innalzamento a 85mila euro come soglia per la flat tax al 15% per le Partite Ive sono una piccola, ma importante, vittoria della Lega. E infatti Salvini in conferenza stampa ha ringraziato "Giorgia" e tutto il Consiglio dei ministri. Ridicola l'opposizione. Enrico Letta, segretario ormai pro-tempore del Pd, ha annunciato che scenderà in piazza prima ancora di conoscere il dettaglio della Finanziaria e di leggere il testo (Meloni è stata bravissima a non far uscire bozze). In piazza per difendere il reddito di cittadinanza, misura contiana che una preparatissima Calderone ha spiegato che così non va e che, gradualmente verrà riformato senza essere smantellato, contro il quale ha votato in Parlamento.

Non solo, la sinistra accusa Meloni di essere stata troppo draghiana, quando in estate avrebbe fatto carte false pur di andare avanti con Draghi premier ed evitare il voto. Solita incoerenza, un'altra occasione persa per stare zitti. Insomma, non sarà certo la manovra migliore del mondo e forse in alcuni punti si poteva fare di più (vedremo le modifiche in Aula), ma il Centrodestra di governo guidato dalla leader di Fratelli d'Italia non è affatto un'armata Brancaleone. Anzi. E' presente, conosce benissimo i dossier, ha fatto il possibile per intervenire a favore dei meno abbienti, non è entrato in rotta né con l'Ue né con i mercati finanziari e, soprattutto, ha dato una grande dimostrazione di unità e compattezza. A dispetto delle Cassandre dei giornaloni come Repubblica, La Stampa e Il Fatto.