Putin, il bluff degli incontri. Il bunker di Stalin e la valigetta nucleare
Il presidente russo non è al Cremlino come fa credere. Utilizza immagini olografiche per meeting fasulli
Putin fa credere al mondo di essere a Mosca. Ma è lontano
La guerra in Ucraina prosegue e Putin non sembra avere nessuna intenzione di fermarsi fino a che Kiev non sarà caduta. Ma il presidente russo non gestisce le sue operazioni dal Cremlino a Mosca. I suoi incontri sarebbero - si legge sul Corriere della Sera - un bluff. Le sue immagini olografiche verrebbero utilizzate in meeting fasulli. Quindi niente lavoro al Cremlino o nella residenza presidenziale di Novo Ogaryovo alle porte di Mosca, ma vita isolata, magari nel vecchio bunker di Stalin a Samara o in uno nuovissimo a Yamantau, sugli Urali. E questo pure per sfuggire a eventuali attentati che, certamente, non dispiacerebbero agli ucraini o alla Casa Bianca.
Ci sono poi - prosegue il Corriere - residenze non ufficiali che più volte sono state attribuite a Putin. Il palazzo di Gelendzhik, sempre sul Mar Nero, che ha richiesto anni di lavori. Quello di Shujskaya Chupa in Karelia, dove Putin sarebbe stato una sola volta. Infine i bunker: quello di Stalin costruito durante la Seconda guerra mondiale e quello sugli Urali. Un’altra costruzione a prova di bomba atomica sarebbe stata realizzata nell’Altaj, al confine con la Mongolia. Ovunque si sposti, il presidente russo è sempre accompagnato da due militari con la cosiddetta valigetta nucleare. Si tratta di un computer con i codici di lancio dei missili basati nei silos a terra, sui sottomarini e sui bombardieri strategici.