Russia, day after: la fine di Putin è vicina, ecco come cadrà lo "Zar"

Russia, Putin addio: esercito scontento, il drone sul Cremlino, la mesta parata del 9 maggio... I segnali da Mosca e gli scenari futuri

di Salvatore Passaro
Vladimir Putin
Esteri

Russia, day after: la fine di Putin è vicina

Pochi ricordano un giorno di febbraio del 2015.
Mosca.
Un uomo russo, politico giovane, intelligente, paladino della non -corruzione.
Un non -ricco che non si era arricchito nelle vie pratiche della corruttela di epoca eltsiniana. Camminava abbracciato alla sua fidanzata ucraina discutendo di viaggi a Kiev e vacanze a Odessa.. Una coppia come migliaia nella Russia di allora,lì persi in leggerezza sotto un cielo di poche nuvole basse di fronte al Cremlino.

Su un ponte come quello che per i francesi sarebbe il Pont-Neuf e Ponte Milvio per i romani I segnali delle telecamere di sorveglianza si spengono all'improvviso.
Un furgone si ferma all'angolo e copre la vista dell'altro lato della strada Boris si volta per un attimo indietro. E si trova faccia faccia con la moto che sbuca da dietro al furgone. Freddato in silenzio e senza parole.

E' la scena di un addio. Di un russo alla sua fidanzata ucraina. Freddato in silenzio e senza parole. Solo uno sguardo ad occhi lucidi per lei.

Una scena simbolica. Si chiamava Boris Nemcov, ucciso in quella mattina del 2015 a meno di un anno dall' invasione della Crimea che tanto aveva condannato contro Putin. Più per lungimiranza politica che per amore. Come invece insinuarono i ceceni all'epoca accusati dell'omicidio. Neanche due ore dopo Mikhail Kasiarov, uno dei più brillanti politici della Russia post Eltsin, già ministro delle finanza e premier sotto Putin capisce al volo che l'aria è cambiata.

Era il segnale che l'elite russa della politica di quel tempo attendeva per muoversi Abramovich arma il suo jet privato con sistemi antimissile.

E via così.
Comincia la diaspora - anche fisica...-degli oligarchi. Svizzera, India, Costa azzurra, Lettonia E da allora non si contano i politici ed oligarchi che cadono vittime di misteriosi suicidi, avvelenamenti, esecuzioni. Una cortina nera si muove nel mondo

SEGUE - DRONE SUL CREMLINO (FUOCO AMICO), L'ESERCITO SCONTENTO E... ECCO COME CADRA' PUTIN

Aprile 2023. Un drone si abbatte sul Cremlino.
E' il primo atto di guerra sulla capitale della Grande Russia dall'invasione napoleonica. Se fosse stato un attacco straniero la citazione sarebbe corretta. Ma nel 1990 ci fu un altro attacco militare, il cannoneggiamento della casa bianca di Eltsin.

Era fuoco amico, politicamente nemico. Le voci dicono la stessa cosa stavolta: è russo. E porta la firma del KGB dicono i più informati. Uno stop, una intimazione a finire. Oppure un altra clownata di Prigozhin, il pagliaccio Hit di questa guerra.

E' un altro inizio o forse è la fine di qualcosa. La domanda che sta occupando la mente di chi si muove sullo scenario e di chi muove le pedine sullo scenario: chi verrà dopo quando scatterà il day-after della Russia? Già, perchè è sicuro che ci sarà un dopo-Putin. E sembra ormai che non manchi molto, la mesta parata del 9 maggio parlava l'alfabeto della dismissione Quello che si vive nelle giornate russe lo sanno in pochi.

Cominciamo da un esempio emblematico sui banchetti dell'esercito nella piazza rossa graziose signore sedute dietro ai banchetti delle esercito offrono 300mila rubli al mese a chi si arruola. Una vera farsa, dei 300mila rubli promessi al mese alle famiglie dei soldati nessuno ha visto nulla. Idem per i 15mila euro promessi alle famiglie dei caduti in guerra grazie alla cinica trovata burocratica di chiamare 'dispersi' i caduti per non dover pagare le famiglie E poi ci sono le madri arrestate, quelle che provano disperate a scagliarsi contro la burocratia degli uffici moscoviti militari.

Vladimir Putin, Giorno della Vittoria
 

E il malcontento esplode anche nelle sfere più alte dell'esercito. Quale offesa enorme fu arruolare i detenuti nelle divisioni in ucraina. Un' onta insopportabile dai prevedibili esiti. I criminali mandano avanti a morire le reclute giovani mentre loro stanno dietro a fumare, a girovagare per le campagne ucraine. Se ne fregano. E d'altronde che altro dovrebbero fare? Combattere per uno stato che li ha messi in carcere cioè all infermo (per chi conosce cosa accade nelle carceri russe)? Ma qualcuno pensava di liberarsene...

Un disastro. La campagna militare di Putin è un disastro, un bluff durato poco della grande macchina da guerra russa, il Conte Max degli eserciti mondiali. Per arrivare al segreto meglio custodito, l'arsenale dell'Armageddon. 6000 testate nucleari di cui 4500 tutte scadute in pezzi senza manutenzione per la corruzione che si è mangiata ogni risorsa degli ultimi anni E menomale si dovrebbe dire. Se fosse stato il contrario oggi avremmo un Europa deflagrata non tanto dalla guerra ma dagli interessi di area come quello della Germania che avrebbe abbandonato immediatamente il supporto all' Ucraina qualora l'avesse vista soccombere da una Russia che sarebbe stata temibilmente motivata a sfondare altri confini.

Ma di questa triste epoca il non-detto, il segreto più taciuto di tutti o meglio custodito non è la debolezza della Russia o la potenza della IA cinese ma la straordinaria potenza militare della Nato. Sotto gli occhi di tutti. E' la Nato il più potente esercito che l'umanità abbia mai avuto. 'Don't mess with the washington guys' è la prima regola di chi si occupa di finanza e geopolitica. Nella recente storia dei duecento anni di modernità combattere contro la Nato o contro il suo mr. Hyde, gli USA , ha voluto dire perdere guerre, economie e nazioni Accadde alla Germania hitlerita, all'Urss dell'89, sta accadendo anche alla Russia Putiniana. E' un mistero capire quale follia abbia mai distrutto il senno di Putin. Aveva tutto, G8, modernità, affari, alleanze.

La Russia era al centro dell'Europa. Era perfettamente in grado di evolversi in un paese moderno, con energia, materie prime. E con essa sarebbe venuto dietro l'ìntero blocco caucasico (che peraltro è l'alveo filogenetico del 90% della popolazione europea) . E invece l' inverno si è portato via tutto. Ma non l'inverno russo. Parlo dell'inverno della ragione, di quell' irrigidimento degli schemi, della visioni, delle linee di miopia esoterica e manipolatoria che si respira da decenni nel mindset degli uomini di potere al di là del Volga. Una linea tracciate e scavata da Kirill, dall'enclave di massoneria bizantina di San Basilio e si espande per il silenzio delle steppe che la transiberiana insegna ad amare e a temere come teatro di espansione infinta dell'ego. Oceano di passioni incontrollate dove latini e slavi si sentono più simili di quanto non lo siano teutonici e scandinavi con noi. Napoleone corso e italiano ebbe solo una donna polacca al suo fianco fino alla fine. E tra i suoi generali i più valorosi e leali c'erano due russi che dopo aver sconfitto aveva salvato dalla acque gelate del Volga.

Due scenari attendono le strade che portano da San Pietroburgo a Mosca.

Una rivolta immensa della popolazione, alla cui testa sono pronti a mettersi quelli che oggi marciscono in prigione, i Khodorswky, i Navalsky. E non per meriti ma per acclamazione mediatica. In quel caso il club o la setta che guida il paese oggi è pronta a fuggire. L'altro scenario è una soluzione interna con la sostituzione silenziosa in stile brezneviano Arriveranno dall'estero i politici fuggiti nei primi anni 2000 come Kashiarov appunto Sempre che non vengano fatti fuori prima e stavolta non dai putiniani. Ma dai post-putiniani In mezzo una transizione a step. Prima Medveded poi Sukovikin. E poi il caos a stelle e strisce che si porterà via tutto ciò che resta del ras del cremlino. Ras-Putin.

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