Regno Unito, il vicepremier Raab si è dimesso: "Maltrattamenti ai dipendenti"

Il vicepremier inglese accetta l'esito dell'inchiesta, da lui stesso voluta, e si dimette dalla carica. Sospetti sulla connivenza del premier Sunak

di Redazione Esteri
Dominic Raab
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Regno Unito, le dimissioni di Dominic Raab dalla carica di vicepremier

È arrivato il momento di chiamarsi fuori dai giochi per il vicepremier inglese Raab, che ha rassegnato le sue dimissioni. A “inchiodarlo” è stato il rapporto ufficiale presentato all’attenzione del primo ministro britannico Rishi Sunak, che aveva scelto Raab come suo vice a ottobre.

Solo il mese successivo dal suo insediamento, infatti, il vicepremier aveva ricevuto una pioggia di accuse da parte di alcuni dipendenti relative al periodo in cui svolgeva il ministro di gabinetto in diversi dipartimenti. Da lì erano iniziate a circolare voci e testimonianze sulla presunta ''cultura della paura'' che il ministro avrebbe instaurato al tempo. Dopo le due accuse formali, Raab aveva negato e chiesto una indagine ad hoc. Lo stesso Sunak è finito sotto accusa, perché avrebbe saputo del ''comportamento inaccettabile'' di Raab prima di nominarlo vice premier e ministro della Giustizia.

In quell’occasione, per dimostrare la sua estraneità ai fatti, Dominic Raab aveva promesso di dimettersi nel caso l'indagine – da lui invocata - avesse mostrato un motivo valido per farlo.  È stata un’arma a doppio taglio per il vicepremier inglese, che ha ''sentito il dovere di accettare l'esito dell'inchiesta'' sul maltrattamento del personale dei ministeri guidati. Ma secondo Dominic Raab ''è troppo bassa'' la soglia della denuncia accettata e ''questo rappresenta un pericoloso precedente per la condotta del buon governo''. Nella sua lettera di dimissioni, Raab scrive che: '”I ministri devono essere in grado di fornire un feedback critico diretto su briefing e presentazioni al fine di stabilire gli standard e guidare la riforma che la popolazione si aspetta da noi". Allo stesso tempo, si è detto ''chiaramente dispiaciuto per eventuali offese involontarie''.

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