Ucraina, cresce l'incubo nucleare: associazioni scendono in piazza per la pace

Tutto è pronto per la manifestazione per la pace organizzata per sabato 5 novembre a Roma

Esteri

Manifestazione per la pace a Roma sabato 5 novembre, l'appello delle associazioni: "Fermate  la folle guerra in Ucraina"

Mentre la minaccia nucleare incombe sul mondo intero, e la guerra tra Russia e Ucraina non accenna a placarsi, è compito di Stati e governi mobilitarsi per stoppare questa maledetta "follia" e ristabilire al più presto la pace: è questo l'appello che  lanciano all'unisono moltissime realtà del terzo settore, dell’associazionismo e dell’impegno civile, che domani scenderanno in piazza a Roma per chiedere la fine della guerra e il ritorno della pace. 

Tra i gruppi aderenti: Forum Terzo settore, Cini, Link 2007, Cipsi, Aoi, Campagna Sbilanciamoci, Coop, Arci, Acli, Cgil, Cisl, Uil, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Libera, Comitato promotore Marcia Perugia Assisi, Tavola della Pace, Uisp, Azione Cattolica italiana, Anci, Legacoop, Legacoopsociali, Movimento Nonviolento, Altromercato, Banca Etica, Auser, Movimento dei Focolari – Italia, Greenpeace Italia, Oxfam Italia, Cnesc, Comunione e Liberazione, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Forumsad, Centro Astalli, PeaceLink, Medu. 

Il manifesto della Rete italiana Pace e disarmo, facente parte della rete Europe for Peace e promotrice della Manifestazione per la pace di Roma, parte proprio da questo assunto: "La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future”. 

“Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze, continuano i promotori della mobilitazione, l’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta. Insieme con Papa Francesco diciamo: ‘Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili’”.

“L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra”

“Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”.

“Occorre garantire la sicurezza condivisa”

“Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano al      la pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni – conclude l’appello -. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli. L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione. Cessate il fuoco subito, negoziato per la pace!”.

 

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