Aaa cercasi dieta mediterranea, l'Italia è diventata la culla del junk food

Da McDonald’s a Burger King, passando per Kfc: i progetti di investimento delle grandi catene di fast food nel nostro Pese si moltiplicano. Ma perchè?

di Redazione Food
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Aaa cercasi dieta mediterranea, Italia culla dei fast food e del cibo spazzatura

Nella culla del buon cibo, dei pasti lenti e della dieta mediterranea, i fast food da oltreoceano sono riusciti a ritagliarsi uno spazio anche in Italia, in un mercato sempre più in espansione. E così anche il Bel Paese, decantato dal mondo intero per la sua cucina, fa sempre più gola ai colossi americani del cibo subito pronto, disposti ad investire nuovi capitali in un settore che a livello globale vale oltre 907 miliardi di dollari all’anno. A cominciare da uno degli ultimi arrivati, Kfc, approdato in Italia dieci anni fa.

La Kentuchy Fried Chicken, il big del pollo fritto famoso per l’immagine del suo fondatore - il colonnello Sanders - ha recentemente aperto il suo 70esimo punto vendita in Italia, apprestandosi così a raggiungere l’obiettivo di tagliare il traguardo dei 200 negozi nel giro di 5 anni. Estendendo lo sguardo ad altre catene di fast food - le più note McDonald’s e Burger King - i numeri sono ancora più importanti. Il primo, arrivato da noi 25 anni fa con il primo ristorante a Roma, può vantare 670 punti vendita, il secondo invece viaggia verso i 250 negozi.

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Praticamente in ogni grande città d’Italia, ma anche nelle medio piccole, c’è almeno un fast food, con una crescita esponenziale registrata negli ultimi anni. E il trend non sembra volersi arrestare. Il motivo è piuttosto semplice: a tanta richiesta corrisponde altrettanta offerta. A questo punto allora una domanda sorge spontanea: dov’è finita la dieta mediterranea? Perchè è evidente che consumare eccessivamente hamburger da un euro, patatine ricche di sale e bibite zuccherate vada in totale contrasto con tutto ciò che di buono porta alla nostra salute la millenaria tradizione culinaria italiana. Perchè difatti la cucina tricolore è un retaggio storico e culturale, per cui stupisce che possa essere soppiantata così "facilmente". Tuttavia, è anche vero che ad essere più attratti da un tipo di comfort food sono soprattutto i più giovani.

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Se la cucina sana e genuina sta scomparendo dalle abitudini degli italiani è proprio grazie a un progressivo ricambio generazionale. A testimoniare questo cambio di passo nell'alimentazione ci sono i numeri. Secondo un’indagine del Crea - l’ente di ricerca italiano dedicato alla filiera agroalimentare - pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition, solo il 13% della popolazione italiana rivela di avere un'alta aderenza alla dieta mediterranea. Il 30%, invece, confessa di non rispettare quello che è stato considerato lo stile alimentare tra i più sani del mondo. In altre parole, circa 600.000 italiani ogni giorno consumano almeno un pasto nei fast food. Eppure - altro dato curioso - l’opinione comune vuole anche che la stragrande maggioranza degli italiani si appelli alla dieta mediterranea quando si tratta di respingere a priori nuove alternative ai cibi tradizionali, come per esempio la carne coltivata in laboratorio o la farina di insetti, anche chiamate novel food. Una sorta di controsenso forse, ma chissà che l'Italia non cambi anche in questo.

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