Boom bio, l'Italia è la prima in Europa per superficie e numero di produttori

Il settore cresce e nel 2022 i terreni coltivati a biologico rappresentano quasi il 19% del totale della superficie agricola utilizzabile, ma i consumi stentano

a cura di Redazione
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Biologico, Italia prima in Europa per superficie e numero di produttori, ma i consumi stentano

Crescita decisa per il biologico italiano nel 2022. A confermarlo sono gli ultimi dati del convegno "Appuntamento con il Bio" organizzato dal ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e dall'Ismea, ieri 5 luglio, a L'Aquila. Secondo il report, il bio in Italia è arrivato a quota 19% delle superfici coltivate, superando i 2,3 milioni di ettari e avvicinandosi così sempre più al target comunitario del 25%, con una crescita nel 2022 del 7,5% pari a quasi il doppio del tasso di incremento registrato nel 2021.

Il 2022 restituisce l'immagine di un settore in fermento, al centro delle politiche nazionali e comunitarie e degli investimenti degli operatori, ma con i consumi che non tengono il passo. "La spesa domestica, seppur in ripresa su un deludente 2021 - spiegano dall'Ismea - non soddisfa appieno le aspettative, crescendo a un ritmo inferiore all'agroalimentare complessivo e al tasso di ricchezza". 

In questo senso, segnali più incoraggianti arrivano invece dalla prima indagine campionaria condotta presso i pubblici esercizi, con oltre il 50% dei bar italiani e quasi il 70% dei ristoranti che hanno dichiarato di aver proposto o impiegato nelle loro preparazioni culinarie cibi, bevande e materie prime biologiche nel corso del 2022. Inoltre, il numero degli operatori (produttori, trasformatori e importatori) continua a crescere a un ritmo piuttosto sostenuto, confermando l’Italia al primo posto in Europa per numero di aziende agricole biologiche certificate e sui gradini del podio anche per estensione della Sau biologica.

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Il biologico italiano è infatti ormai lanciato verso il target del 25% di superfici investite a bio, previsto dalla Strategia Farm to Fork al 2030, con già sei regioni che hanno oltrepassato questo traguardo, Toscana, Marche, Lazio, Basilicata, Calabria e Sicilia. L'atteso Piano nazionale per la produzione biologica che guiderà il settore verso gli obiettivi di sviluppo richiesti dalla strategia europea Farm to Fork e ribaditi nella legge nazionale del 9 marzo 2022, è ormai in partenza, avendo concluso l'iter di ascolto delle parti coinvolte. "Il settore - spiegano dall'Ismea - potrà contare su uno strumento programmatico che punta a potenziare ulteriormente l'offerta e migliorare il posizionamento, facendo leva sull'innovazione, la digitalizzazione, l'aggregazione, la semplificazione amministrativa e la promozione". 

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"Il biologico è un elemento portante della strategia che vede la sostenibilità ambientale viaggiare in parallelo con una strategia di sostenibilità produttiva e che tenga conto della necessità di mantenere l’equilibrio sociale" – ha dichiarato il ministro dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobirigida. "Nel tempo abbiamo verificato in Italia un’attenzione crescente per il comparto del biologico. Dobbiamo continuare a sostenerlo sia in termini economici sia in termini culturali, valorizzando il legame tra il territorio, cibo e salute, attraverso un modello che dia attenzione al lavoro e che persegua sempre l’elemento della qualità. Quella stessa qualità che è messa in discussione da sistemi di etichettatura ideologici e non informativi". 

 

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