La pausa pranzo diventa un salasso: rincari fino all'11%. I dati choc

La pausa pranzo un lusso per pochi: portarsi il cibo da casa torna di moda (e permette di risparmiare fino al 74%)

di Redazione Food
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I prezzi nei punti di ristoro per la pausa pranzo salgono dell'11% del 2023 rispetto al periodo pre pandemia. Sempre più italiani si portano la schiscetta (39%)

La pausa pranzo è diventata molto più "salata" rispetto al passato. Stando all'ultimo aggiornamento dell'Osservatorio nazionale Federconsumatori, i lavoratori spendono l'11,09% in più per mangiare a lavoro nel 2023 rispetto al 2019, ovvero prima della pandemia di Covid-19. Molto dipende dai rincari sul costo dei prodotti venduti nei punti di ristoro ma anche dalla fine del boom dello smart working. Per questo motivo sempre più italiani con un impiego full time si portano il cibo da casa (39%).

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Lo studio evidenzia come un pasto composto da un piatto di pasta, acqua, dessert e caffé consumato in un tavola calda o self service può costare 14,89 euro al giorno, per un totale di 297,80 euro al mese. Chi invece si porta il cibo da casa spende circa 3,90 euro per lo stesso pasto (-74%).

Il ritorno della "schiscetta" ha portato supermercati e alimentari ad aumentare i prodotti disponibili per la pausa pranzo con confezioni di piatti monoporzione, verdure cotte confezionate e insalate con condimenti inclusi. Anche questi prodotti però sono aumentati in media del 10% rispetto al 2019.

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