Tonno e pesce spada italiano, allarme microplastiche e bisfenolo A
Si tratta di un ulteriore conferma di quanto il problema sia grave nei nostri mari
Uno studio italiano conferma la presenza di microplastiche e bisfenolo A nella parte commestibile di pesce spada e tonno rosso del Mediterraneo
Il problema delle microplastiche si fa sempre più grave nei nostri mari. Le acque di tutte il mondo, comprese le nostre, sono infatti ricolme di particelle di plastica che entrano nella catena alimentare fino ad arrivare a noi. Non solo, il Mediterraneo è tra le zone più colpite. Uno studio italiano dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, in collaborazione con l’Istituto Veterinario Croato di Spalato e l’Università Politecnica delle Marche, infatti ha scoperto microplastiche e contaminanti del bisfenolo A nei tessuti muscolari del pesce spada e tonno rosso.
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Per la prima volta le microplastiche sono state rilevate nella parte commestile del pesce, mentre altri studi si erano concentrati sul tratto digestivo. Federica Di Giacinto, autrice dello studio, ha spiegato al ilfattoalimentare.it che non solo sono stati identificati polimeri e additivi per la produzione della plastica inferiori a 10 micron come polietilene tereftalato, policarbonato, pigmenti e additivi, tra cui bisfenolo A e acido p-ftalico. Il bisfenolo A o BPA secondo alcune ricerche può avere la capacità di interrompere il sistema endocrino.
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La quantità di microplastica trovata nel pesce del Mediterraneo varia da 140 a 270 per chilogrammo nel pesce spada e da 160 a 270 per chilogrammo nel tonno. Per lo più si trattava di polipropilene (33-35%). Il tonno sembra più a contatto con la contaminazione costiere mentre il pesce spada è più soggetto al trasferimento trofico.