Sostenibilità, il mondo è al palo: si salvano solo i paesi del Nord Europa

Nel 2021 niente miglioramenti su povertà, lavoro e clima: per il Sustainable Development Solutions Network Usa, Brasile e Russia sono i paesi G20 meno attivi

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Sostenibilità, per il secondo anno di fila il mondo non ha fatto progressi sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Pesa l'effetto Covid 

Il mondo è al palo in materia di sostenibilità. Nel 2021, per il secondo anno di fila, nonostante gli sforzi, non sono stati fatti passi avanti. Lo rileva il rapporto annuale della Rete per le soluzioni di sviluppo sostenibile (Sdsn), network internazionale nato in seno alle Nazioni Unite nel 2012, che ogni anno dedica un approfondimento sul tema. E a meno di ventiquattro ora dall'inizio della giornata mondiale dell'Ambiente 2022 il bilancio ha un sapore ancora più amaro.

Ma dietro questa battuta d'arresto che cosa si cela? La pandemia certamente, che ha bloccato la crescita economica, la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Ma anche gli scarsi progressi in materia di contrasto alla crisi climatica, tutela della biodiversità e sviluppo urbano.

Secondo il report per il secondo anno consecutivo, nel 2021 il mondo complessivamente non ha fatto progressi sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg), adottati dall’Onu nel 2015 con l’Agenda 2030. Gli obiettivi, ricorda il report, sono diciassette, e riguardano quattro temi: lavoro dignitoso e crescita economica, città e comunità sostenibili, riduzione delle ineguaglianze, azione sul clima. L’Sdsn ogni anno fissa un indice sul progresso verso gli Sdg di ogni singolo stato e di tutto il mondo.

Per l’anno appena concluso l’indice è leggermente diminuito. In particolare, la pandemia ha avuto un impatto sugli obiettivi "Sconfiggere la povertà" e "Lavoro dignitoso e crescita economica", ostacolando anche il cammino negli ambiti relativi a "Clima", "biodiversità" e "Sviluppo urbano sostenibile". 

(Segue quali sono i paesi più virtuosi...) 

I paesi del nord Europa sono i paesi più virtuosi secondo l’indice: in vetta c’è la Finlandia, seguita da Danimarca, Svezia e Norvegia. La top ten è composta da paesi europei. L’Italia è al 25/o posto, su 163 paesi. L’Asia orientale e meridionale è la regione che ha progredito maggiormente, con in testa il Bangladesh e la Cambogia. Il Venezuela è il paese che ha registrato il calo maggiore. Al contrario, tra gli Stati membri del G20, gli Stati Uniti, il Brasile e la Federazione Russa mostrano il minor sostegno all’Agenda 2030.

I paesi nordici dimostrano un sostegno relativamente elevato per gli Sdg, così come l’Argentina, la Germania, il Giappone e il Messico. Alcuni paesi come il Benin e la Nigeria in Africa hanno grandi lacune nel loro Indici Sdg, ma ottengono anche punteggi relativamente alti per i loro sforzi politici. In fondo alla classifica dei 163 paesi c’è il Sud Sudan, preceduto da Repubblica Centrafricana e Ciad. Il rapporto mostra come i paesi ricchi generino ricadute socioeconomiche e ambientali negative sui paesi più poveri, in particolare attraverso consumi non sostenibili.

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