“La portalettere” vincitrice del Premio Bancarella: la recensione

Il romanzo di Francesca Giannone, pubblicato da Editrice Nord, si aggiudica il celebre Premio Bancarella

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori

La storia di Anna, giovane moglie che dal nord si trasferisce in un piccolo paese del Meridione per seguire il marito e qui si batte per i diritti delle donne, ha conquistato prima i lettori, salendo in testa alle classifiche, poi la giuria del Premio Bancarella.

È andato a Francesca Giannone, non a caso diplomatasi nelle migliori scuole di scrittura italiane, la 71esima edizione dell’ambito Premio Bancarella, la cui serata conclusiva si è svolta a metà luglio a Pontremoli. Il suo romanzo pubblicato da Editrice Nord, La portalettere, era stato lanciato dalla casa editrice come il bestseller del 2023; in effetti lo è diventato, grazie anche al passaparola dei social, delle influencer e dei lettori, che da subito hanno amato la storia di Anna. Anche noi di Affaritaliani.it lo avevamo già consigliato nello speciale di primavera.

Ambientato nel Paese di origine dell’autrice, Lizzanello – un piccolo borgo del Salento –, a partire dagli anni Trenta del Novecento fino agli anni Sessanta, il libro narra le vicende di una giovane moglie ligure che si trova costretta a seguire il marito Carlo nella sua terra natìa. Come è prevedibile, in un primo momento la bellissima e orgogliosa Anna si trova estraniata rispetto a tradizioni, costumi, credenze popolari che non comprende, in un’Italia ancora immersa nel classico bigottismo meridionale e di provincia; tuttavia, imperturbabile e testarda, non si darà mai per vinta e resterà sempre a testa alta, portando avanti le proprie convinzioni anche nei momenti in cui avrà tutti contro.


 

«La portalettere nasce da un biglietto da visita di cent’anni fa che ho ritrovato in un cassetto. C’era scritto: ‘Anna Allavena. Portalettere’. Così mi sono messa sulle sue tracce e ho scoperto una donna straordinaria: la mia bisnonna». È così che la Giannone spiega l’esordio di questa storia, che si dimostra quindi più personale e intimista di quanto si possa immaginare leggendola. Anna, infatti, rappresenta una delle moltissime figure femminili coraggiose e all’avanguardia che hanno lottato per quelle che oggi chiamiamo pari opportunità e che si sono battute per i diritti alle donne: il voto, la possibilità di lavorare in ogni settore senza pregiudizi, l’indossare i pantaloni, l’esprimere apertamente il proprio pensiero, il non farsi mai azzittire né influenzare dalle maldicenze altrui. Se oggi godiamo di certe libertà, lo dobbiamo proprio ad eroine come lei, che in passato non hanno avuto paura di porsi in prima linea su questioni per noi ormai scontate (a torto). Ecco, allora, che questa non è soltanto la storia della bisnonna di Francesca, ma è anche un piccolo tassello della storia d’Italia, specialmente in quei luoghi sperduti del Sud dove le idee e i pensieri settentrionali tipici delle grandi città tardavano ad arrivare.

La portalettere si è imposto sin dai primi giorni in testa alle classifiche e in breve è diventato uno dei libri più apprezzati del 2023, con ben quattordici edizioni in sei mesi. Oltre ad essere in corso di traduzione in molti Paesi, lo vedremo presto sullo schermo, dal momento che i diritti sono stati acquisiti da Lotus Production, una società di Leone Film Group. Nel frattempo la Giannone ha ritirato “San Giovanni di Dio”, simbolo del Premio Bancarella, dal Sindaco di Pontremoli Jacopo Ferri, dal Prefetto di Massa Carrara Guido Aprea, dal Presidente della Fondazione Città del Libro Ignazio Landi e dal Segretario del Premio Giuditta Bertoli. Nelle librerie sta continuando a vendere centinaia di migliaia di copie, conquistando soprattutto il pubblico femminile, dal momento che si inserisce alla perfezione nel filone femminista attualmente molto in voga nell’editoria italiana e straniera.

Non è però soltanto una storia di riscatto, coraggio, identità personale e delicate relazioni sociali quella che l’autrice ci propone in queste pagine. Gioca infatti un ruolo fondamentale anche il triangolo amoroso – mai realmente esplicitato – che si viene a creare tra Anna, il marito Carlo e suo fratello Antonio all’indomani del loro arrivo a Lizzanello. I personaggi e le vicende si intrecciano mantenendo sempre alto il livello del non detto, come spesso accade in comunità di piccole dimensioni; infatti, se è vero che tutti sanno e sono sempre pronti a sparlare degli altri, difficilmente i diretti interessati vengono a scoprire la verità, perché quest’ultima è considerata qualcosa di scandaloso da non dire. Il pudore, la vergogna, la menzogna per decoro appartengono da sempre ai gruppi sociali ristretti, dove o si è dentro oppure si è fuori. Non esiste una via di mezzo. Anna, sin dal suo arrivo, è e resterà sempre la forestiera. In questa terra calorosa e all’apparenza espansiva, socievole ma al contempo invadente e pronta a giudicare, farà crescere suo figlio Roberto, stabilirà un rapporto molto stretto con la nipote Lorenza, entrerà in una forte sintonia intellettuale ed emotiva con il cognato Antonio, stringerà amicizia con la fragile e dolce Giovanna, considerata da tutti una pazza. Eppure, non si sentirà mai davvero parte di quel luogo, né riuscirà ad integrarsi con la comunità locale. È però proprio grazie al suo animo turbolento, inquieto e controcorrente che riuscirà in imprese pressoché impossibili: diventerà infatti la prima portalettere donna della zona e soprattutto aprirà una casa per le donne, dove coloro che avranno bisogno di aiuto, di protezione o anche solo di educazione verranno accolte con amore e sincero affetto, senza alcun pregiudizio. Un messaggio di certo positivo, sebbene forse un po’ inflazionato di questi tempi, di cui la protagonista del romanzo si farà interprete dalla prima all’ultima pagina.


 

Il libro è disponibile anche su Audible, per chi preferisse ascoltarlo. Dobbiamo avvisare che si tratta di quasi 14 ore di audiolibro, tuttavia il tempo trascorre velocemente grazie alla lettura agevole e partecipata di Sonia Barbadoro, già nota per aver dato voce ad altri romanzi storici di successo come Le ricamatrici della regina. L’attrice, di origini marchigiane, si è diplomata all'Accademia Nazionale D’arte Drammatica “Silvio D’Amico” a Roma e specializzata alla Scuola Internazionale per l’Arte dell’Attore di San Miniato. La Toscana è quindi un punto di contatto tra le donne di questo libro e il Premio Bancarella, sebbene è a Lizzanello che il pensiero rimane una volta scorsa l’ultima riga: un paesino d’altri tempi a due passi dalla natura selvaggia e poco lontano dal mare azzurro, che si imprime facilmente nella nostra immaginazione e non la lascia più. 


 

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