“Madame”: un tuffo nella Parigi di fine Ottocento

Dalla penna di Mauro Baldrati un romanzo storico che emana tutto il fascino di Parigi, tra le follie di Baudelaire e il genio di Proust

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori

Giornalista e scrittore, Mauro Baldrati pubblica con Bompiani Madame. Un’anziana baronessa che vive di ricordi racconta Baudelaire a un giovane ardente e malato: Marcel Proust.  

È un libro abbastanza breve Madame, una di quelle letture che si iniziano e terminano in due o tre giorni; eppure, al suo interno vengono affrontate molte tematiche, andando ben al di là del tradizionale romanzo storico e dando vita a un’opera originale, difficile da inserire in qualunque categoria. D’altra parte l’autore stesso è lo specchio del proprio lavoro: Mauro Baldrati è un ex redattore della rivista Frigidaire, fotografo, giornalista, romanziere pubblicato da diverse case editrici, fino ad approdare a Bompiani. Un’anima eclettica che traspare anche da queste pagine ambientate nella Parigi di fine Ottocento, tra salotti mondani, nostalgia del passato napoleonico, poesia, arte, lusso e nobiltà; questa la cornice che fa da sfondo a una storia con una trama semplice, ma più livelli di lettura tali da rendere il romanzo interessante e non banale.

La Madame del titolo è un’anziana baronessa che sente tutto il peso della vecchiaia e rimpiange i momenti trascorsi con il defunto marito Henri Fourier, prestante generale al fianco di Napoleone nelle battaglie più importanti. Ben lungi dall’essere una mera narratrice, che apre le porte segrete di Baudelaire a un giovane Marcel Proust, Veronique Salt Fourier è uno scrigno di misteri, un flusso di pensieri che si muovono lungo una linea temporale che tocca passato, presente e futuro, nonché una donna pronta a cambiare rotta: basta tende alle finestre, oscurità, pomeriggi solitari e immobilità nel grande palazzo in cui abita con il fidato aiutante Jacques. Essere anziani non significa essere morti e così Veronique a poco a poco esce dal proprio guscio, scoprendo di avere ancora tanto da vivere se riesce a lasciare andare i ricordi, o quantomeno a renderli non troppo opprimenti. Dunque, una prima tematica che Baldrati affronta è proprio quella dello scorrere del tempo e della necessità dell’essere umano di fare i conti con esso, il che significa anche confrontarsi con le nuove mode – e magari decidere di restare fedeli al proprio stile, apportando giusto qualche piccolo cambiamento – oltre che con l’evoluzione della società, inevitabile nonostante talvolta si vorrebbe che tutto rimanga fermo com’è.


 

A darle lo stimolo per questa trasformazione, che peraltro dà avvio a un intenso dialogo interiore, è l’incontro fortuito con lo scrittore Marcel Proust. L’autore porta qui alla luce il Proust meno conosciuto: quello ancora giovane e inesperto, malato di asma ed eccessivamente sensibile agli stimoli esterni, ben introdotto nei salotti parigini, ai quali tuttavia fa il verso nei suoi scritti. Un delicato ragazzo che per Veronique appare quasi come il figlio mai avuto, aprendo quindi un’ulteriore riflessione sulla questione della maternità, della fragilità, dei rimpianti e di cosa si intende per amore.

C’è poi la figura di Charles Baudelaire che si infila tra le pagine per tutta la durata del romanzo, eppure il poeta maledetto non è mai davvero presente, se non nei ricordi della baronessa. Anche di lui l’autore fa emergere aspetti insoliti e inediti, con alcune vicende realmente accadute ed altre inventate, ma ciò che conta è il saper ben delineare la sua personalità, al di là dei singoli fatti. Qui subentra ancora un altro tema: quello della memoria, che talvolta confonde il vero con l’immaginato e non è dunque sufficiente a descrivere la realtà. Dice il narratore a tal proposito: “Ma un dubbio prese ad assillarla. I ricordi erano nitidi, poteva quasi sentire i suoni di quelle giornate, di quelle notti. Aveva rivissuto alcune scene. Ma rivivendole, forse le aveva modificate. Le aveva adattate, completate, per renderle più reali, soprattutto a se stessa”.

La protagonista del romanzo è un personaggio complesso e intrigante tanto quanto coloro che le ruotano attorno, poiché il lettore scoprirà che non tutto è come sembra e la sua storia cela delle ombre. Infine, un ruolo determinante in questo libro è svolto dalla letteratura e dalla poesia – di cui vengono riportati degli esempi a firma di vari autori – nonché dalla storia, che pervade ogni capitolo non soltanto nel racconto del presente, ma anche dell’epoca napoleonica. È la Francia dell’impero e della Comune, delle rivolte e del sangue, dei nobili caduti in disgrazia e dell’avvento della nuova borghesia. Ed è forse proprio questo l’aspetto più coinvolgente del romanzo, al di là dell’ovvia curiosità per ciò che riguarda Baudelaire e Proust: leggendo Madame ci si ritrova a Parigi alla fine dell’Ottocento, con tutte le sue contraddizioni e le sue ineguagliabili meraviglie. Ecco perché è un titolo imperdibile per gli amanti della Ville Lumière.  

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