Brindisi-Lavrov e il sempre più celebre, aberrante e osceno Draghi
Sempre più discussa l'intervista di Giuseppe Brindisi a Sergej Lavrov: un colpaccio che ha fatto morire di invidia tutti i colleghi giornalisti
Il Carneade Brindisi e il sempre più celebre, aberrante e osceno Draghi
Umorismo, per umorismo, metto qualche puntino sopra le "i". Anzi, qualche i sotto i puntini, sul clamoroso colpo dell'intervista all'intelligente Sergej Lavrov. Intervista che, se si desse retta a BaioLetta (conio Travaglio) diventerebbe un altro casus belli, degno di una guerra civile dentro una guerra mondiale.
Intanto il garbato e sorridente Brindisi, non era proprio un Carneade. Addirittura uno che non guarda abitualmente la TV come me, aveva notato l'elegante e rilassante "moderatore" Brindisi. Inizialmente si chiamavano così, moderatori, poi, di fronte a tipi come Formigli, Gruber, Merlino e simili che, se non sentono le risposte che loro danno insieme alle domande, diventano implacabili mastini, il termine cadde in disuso, a favore del più responsabilizzante "conduttore". Brindisi, persona mite, gradevole e nome memorizzabile immediatamente, conduceva in coppia con la Gentili e il suo comportamento colpiva subito, perché aveva la gentilezza, il naturale garbo, non nel cognome, come Veronica, ma nello stile inconfondibile. Forse troppo timido ed educato per quel mestiere.
Tutti a chiedersi: ma come ha fatto una gatta morta come lui a fare un colpo simile, da far morire d'invidia giornalisti radio-televisivi-cartaceo-internauti di tutto il mondo?
Gli accecati alla BaioLetta, gridano allo scandalo, all'offesa alla decenza, loro i paladini della libertà.
I sani di mente, parlano di diritto alla parola, di diritto d'informazione.
Ma qual è il segreto del semi-Carneade, per il colpaccio?
Elementare, Watson! Bastano tre lettere per spiegare il caso: Mr B. Chiaro, no?
Ci sono alcuni aspetti istruttivi e importanti nella sproporzionata caciara di disapprovazione seguita al colpaccio giornalistico, che rivela la stessa mentalità censoria che ha caratterizzato l'oscurantismo ottuso e antiscientifico della lotta ai presunti no-vax. Quanti moderatori-conduttori si sono vantati di non ospitare più i presunti no-vax? Come la mettiamo adesso con i giudici di Padova? La Verità titola: "Il tribunale asfalta Draghi: "Garanzie zero, col vaccino".
I mezzi di comunicazione condizionati, imbavagliati per questioni economiche o auto-imbavagliati per conformismo, piaggeria o vigliaccheria, in una nazione come l'Italia, non si rendono conto di avere in mano il nostro destino di piccola nazione, ma addirittura quello del resto del mondo.
Ci hanno riempito la testa per più di due anni con quisquilie di improbabili e difficilissimi confronti rischi/benefici, tra far prendere a tutti medicinali sotto sperimentazione e ora Draghi ha fatto a mente, e risolto, il confronto rischi/benefici tra contribuire all'innesco di una guerra mondiale e contribuire al disinnesco?
Se l'Italia decidesse di fermare la follia in cui il gelido e irresponsabile amerikano l'ha infilata, solo per continuare a far carriera grazie a Biden, si tirerebbe dietro Francia e Germania. E cambierebbe l'atmosfera, ora che anche il Papa ha riconosciuto le provocazioni della NATO. Quali sarebbero i benefici d'una guerra mondiale? Un piano Biden per la ricostruzione dell'Italia rasa al suolo e radioattiva? Pensiamo, piuttosto, a quelli derivanti dal mandare, immediatamente e finalmente a casa, intanto Draghi e tutto il governo, in attesa di liberarci dall'incubo Mattarella.
Siamo sicuri di voler morire per un poveraccio che, appena eletto, nel 2019, voleva normalizzare il paese, procedendo alla pacificazione ma, incontrando i duri del famoso battaglione Azov, ne rimaneva condizionato e prigioniero nelle mosse politiche? E ora è condizionato anche dagli allegri yankee? Uno dei loro peggiori megafoni, ripete a pappagallo: "Lavorare per l'Ucraina, è lavorare per la pace." Slogan banale, insulso! Neanche Nostradamus si sarebbe avventurato in previsioni così difficili.
Oggi il quotidiano Libero, si chiedeva, parlando della sorpresa Draghi, finalmente, "Ma chi è quest'uomo?" Appunto! Un individuo la cui immagine, precipitata con l'inadeguatezza del suo agire, è diventata più insopportabile da quando "per farsi conoscere meglio", ha iniziato a parlare. Ha definito, non in seguito a domanda, "aberranti e oscene" le non novità dette da Lavrov, riaffermando che, combattendo per l'Ucraina, combattiamo anche per la nostra libertà. Che vergogna essere rappresentati da un pallone così gonfiato d'aria fritta e così limitato di autocontrollo verbale. Una vera calamità, l'ex Sfinge, M'Illumino d'Incenso.
Perché non torna a esser muta?
Torneremo su questo argomento. Intanto sottolineiamo la conferma dell'intelligenza e della rapidità di giudizio dell'omologo russo del nostro ministro degli esteri che già sarà abbastanza noto, in giro, come "l'enciclopedia ambulante".
Tempo fa chiesi: quanto tempo ha impiegato Lavrov a dare il giudizio che Giggino, a cui era rimasto subito antipatico per via del nome quasi identico a Lavoro, purtroppo, merita? Giudizio non sull'uomo, che a briscola e allo stadio sarà pure simpatico, ma come ministro degli esteri?
Gli è bastato incontrarlo una sola volta.
E quanto credete che abbia impiegato, con l'aiuto di Mr B, a scegliere tra vari mastini e un gentiluomo?
Quindi, tutti gl'insulti a Brindisi, da chi vuole compiacere la capra BaioLetta e ama la censura amata dall'ex Sfinge (ricordate quando disse che non avrebbe risposto a domande sul suo futuro?).
Ma, qui, terminiamo con un TOST ZA TOST! (Pronuncia di Brindisi a Brindisi!) Bravo l'ex-Carneade!