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Caso Lavrov a Zona Bianca, Brindisi: "Lo rifarei subito: è il mio mestiere"
Dal caso-Rete 4 al "processo all'informazione": è giusto dare spazio in tv a persone vicine al Cremlino?
Brindisi sul caso-Lavrov: "Il nostro lavoro è portare notizie, non dichiarare guerra alla Russia"
Giuseppe Brindisi, conduttore di "Zona Bianca" su Rete 4, è nell'occhio del ciclone per la sua discussa intervista al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che proprio ai microfoni di Mediaset ha fatto paragoni inaccettabili tra Volodymyr Zelensky, notoriamente ebreo, e Adolf Hilter, che a suo dire avrebbe avuto anch'egli origini ebraiche.
Le polemiche che sono susseguite alla trasmissione si sono trasformate in una sorta di processo all'informazione, nella quale l'accusa principale nei confronti di Giuseppe Brindisi è stata quella di aver condotto un'intervista senza contraddittorio. Nella giornata dedicata alla libertà di stampa, il conduttore di Mediaset ha risposto con forza a tali attacchi nel corso di "24 Mattino", su Radio 24: "Chi parla di intervista senza contraddittorio evidentemente non l'ha vista. Ho interrotto per due volte Lavrov, dicendogli che è un paradosso parlare di 'denazificazione' di un paese che ha come presidente un ebreo. Proprio dalla mia osservazione è partita la sua filippica sul fatto che gli ebrei sarebbero i peggiori nemici di loro stessi e che anche Hitler avrebbe avuto origini ebraiche. Ho rivisto più volte l'intervista e sono sempre più convinto di aver fatto solo il mio lavoro, che non consiste nel dichiarare guerra alla Russia, ma nel portare notizie. E dall'intervista di notizie ne sono uscite. Basti guardare il cambio di atteggiamento da parte di Israele, che veniva accreditato come possibile mediatore: eppure Israele non ha criticato l'intervista, bensì i contenuti".
Giuseppe Brindisi ha risposto anche alle critiche per aver detto "buon lavoro", salutando Lavrov alla fine: "Sono una persona educata e saluto, ma ho detto: 'Buon lavoro e cerchiamo di portare la pace'. Enrico Letta mi ha criticato per questo, ma io gli auguro di assumere ruoli politici che lo portino a incontrare Lavrov e a stringergli la mano, magari per accordi sul gas. Vale anche per Mario Draghi, che ha fatto altre critiche all'intervista".
La Commissione europea: l'Italia non deve ospitare in tv le persone sottoposte a sanzioni
Andrea Romano, deputato del Pd, ha ribattuto che Letta è stato Presidente del Consiglio e "ovviamente" ha incontrato i russi, aggiungendo però: "Il tema è come ci si relaziona con certi regimi, che non sono tutta la Russia. C'è anche una Russia che vuole la pace e alla quale va data voce. Brindisi è una persona seria, credo che il tema sia più ampio. C'è un caso italiano, sollevato anche dalla Commissione europea, sulle persone sottoposte a sanzioni che trovano spazio nelle nostre trasmissioni, anche di La7 e Rai. In questo modo si violano le sanzioni e si mette a rischio la pace".
Secondo Giuseppe Brindisi, invece, il tema riguarda la libertà di stampa, che non va mai messa in discussione: "Critichiamo la Russia perché da loro manca e poi vogliamo fare lo stesso? Lavrov è il ministro degli Esteri russo, ovvero una persona con la quale bisogna trattare, se davvero si vuole la pace. La censura non è mai buona e lo dico pensando alle critiche di quei giornalisti 'embedded' all'Ucraina, paese che ho sempre sostenuto e al quale sono convinto che sia giusto inviare le armi. Se questi colleghi si battono per la libertà, stiamo facendo la stessa cosa. Magari mi sbaglio, ma ho la sensazione che, paradossalmente, queste censure facciano il gioco dei russi".
"Io l'intervista a Lavrov la rifarei senza dubbio, anche stasera. Se mettiamo in discussione le mie domande, dovrei rivelare quello che succede quando vengono in trasmissione i politici italiani, svelando le trattative, le richieste di sapere chi saranno gli altri ospiti e quali domande verranno poste. Solleverei davvero un polverone", ha polemicamente aggiunto Brindisi.
Ricordando di essere "un ex giornalista, autosospeso", Andrea Romano ha risposto che non si tratta di mettere in discussione la libertà di stampa, ma semmai di difenderla: "Lavrov si è permesso di criticare il giornalismo occidentale. Dovremmo dare spazio a chi in Russia non può fare giornalismo e in generale alla Russia vera, quella che vuole la pace".
L'invito di Romano ha trovato porte già spalancate da parte di Brindisi: "Fin dall'inizio della guerra abbiamo cercato di intervistare tutti - ha spiegato il conduttore di Mediaset - con un occhio di riguardo agli ucraini. Ritengo di aver fatto il mio mestiere, con un'intervista che ha contribuito a far capire cosa pensano in Russia. Non me ne vergogno affatto e la difendo. Nulla può fermare la libertà di stampa".