Dal brand activism al CEO activism: è boom di "politicizzazione" su LinkedIn

Reputation manager analizza un trend sempre più chiaro: oltre alle aziende, anche i top manager prendono posizione sui temi scottanti dell'attualità

MediaTech
Condividi su:

L'analisi di Reputation manager sui profili Linkedin: più della metà dei manager ha preso posizione sulla guerra tra Russia e Ucraina

 

“L’attivismo dei manager è diventato un da­to di fatto anche qui in Italia – spiega il CEO di Reputation manager Andrea Barchiesi - Con l’osservatorio Social Top Manager abbia­mo analizzato la comunicazione degli executi­ve italiani dallo scoppio del conflitto in Ucrai­na: un top manager su due è intervenuto in prima persona per prendere posizione nel conflitto. Per la prima volta, l’attivismo dei brand soli­tamente legato a dinamiche sociali, ambienta­li e di salute pubblica (si ricordi, ad esempio, il ruolo avuto dalle aziende private durante la pandemia Covid-19), ha abbracciato una de­licata questione di politica internaziona­le".

Anche i CEO prendono posizione sui temi controversi

"Gli ultimi vent’anni hanno infatti messo in crisi la convinzione secondo cui il silenzio avrebbe tenuto l’azienda e il proprio ma­nagement al riparo da polemiche e crisi. La società è cambiata e con lei sono cambiati i bisogni degli stakeholder. Secondo l’ultimo Edelman Trust Barometer, l’80% dei consuma­tori crede che i CEO dovrebbero essere coin­volti in prima persona quando si parla di po­litiche pubbliche o delle iniziative benefiche della propria azienda. Non solo: 6 persone su 10 hanno affermato che, nel considerare una nuova posizione lavorativa, si aspettano che i CEO prendano posizione pubblicamente su te­mi sociali o politici controversi. I dati dimostrano come questo cam­bio di atteggiamento non sia solo una ricerca di protagonismo, ma nasca da una necessità ben radicata tra le per­sone, che siano clienti o dipendenti. Il silenzio non è più un’alternativa per­corribile. Attenzione però: il CEO activism è comun­que materiale da maneggiare con molta cura. Non è adatto a tutti, non ci si può im­provvisare. Alcuni manager hanno evitato di esporsi perché hanno costruito la propria im­magine di manager su altri fattori, altri per­ché magari c’era in gioco l’interesse di alcuni stakeholder o perché hanno preso la decisione di far sentire la propria voce solo su altre te­matiche. Ripetiamo: il CEO activism non è una gara. Prima di lanciarsi in dichiarazioni social, è essenziale valutare il peso e le conse­guenze delle proprie parole”, conclude Barchiesi.

Come comunicano i Top Manager sui social

L’osservatorio Social Top Manager monito­ra il comportamento degli executive sui principali social (LinkedIn, Twitter e Insta­gram) e ha sviluppato un modello a piramide a 10 livelli per spiegare la comunicazione so­cial dei top manager. Nell’ultimo anno cresce la pre­senza dei top manager sui so­cial (+6%), ma il 26% di loro è inattivo da almeno 12 mesi. Tra gli oltre 150 profili di top manager analiz­zati, anche ad aprile 2022 lo stile comunicativo più adottato rimane quello del Brand Ambas­sador: il 31% dei top manager attivi sceglie una modalità in linea con i temi e lo stile dell’a­zienda a cui è a capo.

I profili più seguiti dei top manager su LinkedIn crescono a un tasso medio del +7%. Più contenuta, invece, la crescita su Instagram: qui il tasso medio di aumento dei seguaci è del 2%. Twitter, al netto di poche eccezioni, non presenta crescita. Tre i grandi temi che hanno guidato la comunicazione su LinkedIn dei top manager in questo ultimo trimestre: le molteplici questioni del conflitto rus­so-ucraino, le tematiche relative al mondo Esg (Environmental, Social e Governance) e il problema delle for­niture energetiche. Al vertice della classifica degli executive più seguiti su questa piattaforma si conferma Stephan Winkelmann di Lamborghini (116 mila follower), davanti a Luca de Meo di Renault (85 mila) e all’ex ceo di Snam Marco Alverà (69 mila).

Su Twitter, il social nelle mire del fondatore di Tesla Elon Musk, è possibile notare un’alta percentuale di account inattivi. Un dato che spiega anche perché il tasso me­dio di crescita degli account Twitter di im­portanti dirigenti sia fermo a zero. L’inattività prolungata porta alcuni profili addirittura a perdere follower. Non è il caso di Lapo Elkann, il manager che nel trimestre fa registrare la migliore performance (+13%). Reputation Manager ha analizzato anche l’attività e l’engagement medio generato dai post pubblicati su Instagram dai manager ai vertici di grandi aziende attive in Italia. A guidare la classifica è sempre il mondo del fashion. Spicca la performance di Steven Zhang: il presidente dell’Inter ha ottenuto 106 mila reazioni di media, l’engagement più alto fatto registrare nel periodo.

L’Osservatorio Social Top Manager di Reputa­tion Manager ha inoltre analizzato la presenza degli executive su Wikipedia. Degli oltre 150 profili del paniere dell’osservatorio, il 52% dei manager presidia con una pagina personale il canale Wikipedia, in lieve crescita ri­spetto all’ultima rilevazione di genna­io 2022.

Leggi anche: 

Monza in Serie A vale 400mila voti per Forza Italia. Berlusconi torna Re Mida

FI, Ronzulli-Fascina vs Gelmini-Carfagna: chi sta con chi. Mappa. Nomi

"Draghi resta premier dopo le prossime elezioni". La rivelazione di Cacciari

Renzi: "Il Mostro primo per vendite Ma sui giornali congiura del silenzio"

Guerra Ucraina, il risveglio di Germania e Giappone: corsa agli armamenti

Salvini e la Comunione della figlia Mirta, famiglia allargata presente - FOTO

Scoppia l'attrazione tra Massimo Giletti e Sofia Goggia, a cena insieme a Roma

Champions-Real, Ancelotti ringrazi de Laurentiis per averlo cacciato da Napoli

Il Pisa segna al novantesimo contro il Monza e Berlusconi dorme in tribuna

AXA Italia, in arrivo la terza rivoluzione sul modello di lavoro

CDP, consegnati 68 appartamenti realizzati in legno recuperato

Manageritalia offre una fotografia della Work Life Balance del Paese