Chiamate dai call center, il Registro delle opposizioni è totalmente inutile
Il Registro delle opposizioni, strumento nato per evitare le continue telefonate commerciali dei call center, si è rivelato in pochi mesi uno strumento inutile
Chiamate commerciali dei call center sempre più soffocanti. E l'Italia non può nulla...
Uno dei tormenti più fastidiosi che un cittadino debba sopportare è il bombardamento di telefonate da parte dei call center che vogliono venderti qualcosa o che cercano in tutti modi, anche in maniera ingannevole, di venire forzatamente a conoscenza dei tuoi dati personali. Ti chiamano anche ad orari scomodi, ad ora di cena, dopo una giornata di lavoro, la mattina presto nel weekend.
Sarà che in questo momento l'emergenza energetica è un momento che spinge ulteriori chiamate ma si sono proprio scatenati in questo periodo. Non si capisce (se uno non lo sa) da dove prendano il tuo numero, ti vogliono vendere prodotti di tutti i tipi e arrivano sino a dieci chiamate nell'arco di un'ora da persone diverse anche se tu dici di non voler essere chiamata. Loro, dicono candidamente che per non essere chiamati dobbiamo iscriverci al Registro pubblico delle opposizioni. Un incubo sottovalutato dalla politica, perché sì, è vero che dal 27 luglio 2022 è operativo il nuovo Registro pubblico delle opposizioni che estende la possibilità a tutti i numeri privati (prima solo per i numeri fissi) di opporsi alla ricezione di telefonate sgradite ma, ahimè, sembra che questa pratica faccia acqua da tutte le parti.
Ho provato ad iscrivermi al sito del Registro pubblico delle opposizioni e non ti danno subito l'ok devi aspettare (almeno) quindici giorni dove, intanto, ti continuano a chiamare. La cosa assurda è che i cittadini sono costretti a difendersi dalle telefonate che non hanno richiesto. Addirittura ti raccontano: “hai partecipato a un concorso” (falsità), oppure “la chiamiamo per le bollette dell'utenza” ma, invece, vogliono propinarti un altro gestore. Oppure, ti allarmano annunciandoti che “ti stanno per staccare la luce”, roba che se una persona non è pronta a rispondere ti mettono come minimo in difficoltà se non nei guai.
Poi, pure lo scherno che subisci quando ti rispondono “la posso chiamare quando voglio finché lei non si registra al registro delle opposizioni”. Subire la prepotenza dopo che tu non hai dato l'autorizzazione a utilizzare il tuo numero privato di questo si tratta. Penso agli anziani e a come possano essere raggirati in un batter d'occhio. Alcune chiamate poi sono assurde. Con la scusa delle ricerche di mercato o scopi commerciali cercano di chiederti i tuoi dati e poi si trincerano dietro al fatto che loro ti possono chiamare se tu non ti iscrivi a questo registro delle opposizioni. L'insopportabile situazione di subire comportamenti fraudolenti. Questa iniziativa del Registro delle opposizioni è una pratica noiosa per i cittadini e lontana per coloro che non hanno dimestichezza con internet, ma soprattutto, non è funzionale, cioè non risolve.
Un'altra cosa che fanno, per esempio, è chiederti chi sei quando sbagliano il tuo nome. “Lei è la signora Tiziana Fumagalli?” No, non mi chiamo così. “Ah, allora come si chiama?” Non mi interessa risponderle, lei che mi sta chiamando, chi è? Senza rispondere, continua: “No, perché lei ha vinto un concorso”. Oppure, “le sta scadendo la bolletta telefonica e rischia di stare senza luce”. No, rispondo io a quel punto, non ho intestato a mio nome nessuna bolletta, ha sbagliato numero e termino la telefonata. Non si capisce cosa vogliano ottenere perché ti dicono qualcosa e il contrario dell'altra. Ti fanno loro le domande. Ti chiamano al tuo telefono e ti fanno l'interrogatorio. Un assillo. Ma come è possibile?
Una delle risposte, oltre a quella della vera e propria vessazione da parte di alcune compagnie telefoniche e delle cosiddette utilities che cercano di accalappiarti come nuovo cliente, è quella che usando lo smartphone per qualsiasi acquisto di servizio o registrazione a un sito, viene chiesta in cambio l’autorizzazione al trattamento dei dati, che poi in maniera legittima (quando si acconsente alla cessione degli stessi a terzi) o in maniera fraudolenta, vengono venduti ad altre compagnie.
Il risultato è quindi che anche dopo aver chiesto la rimozione del numero con l'iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni, con molta probabilità in poco tempo ricominciano le telefonate con l'iscrizione vanificata perché la telefonata arriva da call center abusivi, su cui il registro delle opposizioni non può agire.
Ma questo problema non si è mai risolto e inoltre, i vari call center da cui provengono molte telefonate sono strutture che chiamano dall'estero soprattutto dall'Albania e Romania dove l’utilizzo dei dati personali è molto più disinvolto e i controlli ovviamente sono molto più complessi. Quindi, uno cerca di difendersi come può, e blocca i numeri da cui si viene contattati. L'unica soluzione per gli smartphone nell'immediato è inserire i numeri nella lista nera del proprio telefono se ne è provvisto oppure si possono scaricare delle app come “Blacklist” per chi possiede l'IPhone.
Tra le più conosciute e meglio recensite per Android, invece, ci sono le app “Blocco chiamate”, “Calls Blacklist”, “Blocco chiamate e messaggi” e “Dovrei rispondere”. Il limite delle app è che vale solo per gli smartphone in quanto per i telefoni fissi non è possibile installarle. Inoltre, le compagnie di telemarketing, proprio per aggirare i blocchi, tendono ad avere diversi numeri da cui effettuano le chiamate e a cambiarli abbastanza spesso. Il problema è profondo e reale, tanto che, in Italia, il Garante della privacy ha imposto sanzioni milionarie a tutte le principali compagnie operanti nel settore delle telecomunicazioni e verso società operanti in altri settori ma che hanno violato, a loro volta, la normativa applicabile all’attività promozionale e di marketing.
Ma è negli Stati Uniti il record della sanzione più alta per chiamate telefoniche automatizzate illegali dove, l’Agenzia governativa indipendente che regola le comunicazioni, ha proposto una sanzione pari a 45 milioni di dollari a spese dell’Interstate Brokers of America. All'estero usano il pugno duro rispetto all'Italia, non solo sulle sanzioni. In Francia, i cittadini possono iscriversi ad un sito per farsi cancellare dagli elenchi posseduti dalle società di call center. Inoltre, il Parlamento è intervenuto con fermezza e intelligenza approvando una legge, secondo la quale ogni cittadino potrà creare un “conto personale” e indicare i numeri (sia fissi sia cellulari) dove non vuole essere disturbato. Le società di telemarketing avranno l’obbligo di adeguarsi ogni mese a tale lista ed eliminare quei numeri per almeno tre anni.
In Spagna, esiste la “lista Robinson” alla quale iscriversi per non ricevere pubblicità non desiderata da imprese alle quali non hanno fornito i dati o delle quali non siano clienti. E la pubblicità, non arriva né per telefono, né per posta elettronica e neanche per sms. In Germania, c'è addirittura il divieto di fare pubblicità per telefono senza il consenso dell’interessato e di utilizzare numeri non richiamabili. Anche se poi le chiamate dai callcenter all'estero rendono, anche qui, difficile individuare i responsabili di eventuali violazioni.
Insomma, come al solito in Italia sembra che non si arrivi mai a risolvere certe questioni che riguardano da vicino i diritti del cittadino. Una soluzione potrebbe essere quella di permettere ad ogni utente che non vuole ricevere più telefonate di entrare attivamente nell’area riservata del sito del Registro delle opposizioni e poter controllare in tempo reale se e in quale database commerciale è inserito il suo nome e con un semplice click potersi cancellare da un elenco in particolare o da tutti. Oppure, potersi rivolgere con più facilità e in maniera diretta all’Autorità per le comunicazioni con la prova di essere stato disturbato da una compagnia che non ha il diritto a chiamarlo, con tutte le conseguenze del caso in termini di sanzioni nei confronti del disturbatore telefonico molesto.