"Difendi le banche". Giordano, schiaffo a Porro. Poi ci si mette anche Feltri

Le tasse sugli extraprofitti delle banche dà il via alla "rissa" tra il conduttore di Fuori dal Coro e quello di Quarta Repubblica

di Redazione Mediatech
Nicola Porro  e Mario Giordano
MediaTech

Extraprofitti, Giordano "schiaffeggia" Porro: "Come puoi difendere le banche"

Giordano dà una bella strigliata al suo amico Porro. La mossa del governo Meloni di tassare i fantasmagorici extraprofitti delle banche non rispecchia i gusti del conduttore di Quarta Repubblica, il quale la critica fortemente e la definisce come una “mostruosità”. Così, Mario Giordano non perde l’occasione per fiondarsi all’attacco nel tentativo di far cambiare idea al collega di Mediaset.

PORRO CRITICA PESANTEMENTE LA DECISIONE DEL GOVERNO DI TASSARE LE BANCHE

"Caro Nicola, questa volta non sono proprio d’accordo con te. Questa volta secondo me sbagli": parte così la lettera del volto di Fuori dal Coro indirizzata al collega.

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"Un vero liberale come te”, punge Giordano, “non dovrebbe difendere le banche che in questi ultimi anni, come tu sai benissimo, hanno avuto i comportamenti meno liberali che ci siano”. “Dovresti difendere i veri protagonisti del mercato”, continua, “cioè i piccoli imprenditori, i commercianti, gli artigiani che sono vittime di queste banche".

Non solo. Giordano ha poi ricordato che "lo stesso amministratore delegato della principale banca italiana, Intesa San Paolo (Carlo Messina), a maggio aveva aperto alla possibilità di una tassa sugli extraprofitti delle banche", purché andasse a vantaggio delle fasce deboli. "Ecco, è d’accordo l’amministratore delegato della principale banca italiana e tu no, caro Nicola? E in base a che cosa?", chiede il giornalista.

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La tassa sugli extraprofitti delle banche è stata definita da Giordano come "una misura che è finalmente popolare, non populista". Il conduttore di Fuori dal Coro, infine, ha aggiunto: "Questo governo fino ad ora ha guadagnato credibilità sui mercati internazionali, ha avuto la fiducia dell’Europa, di Ursula von der Leyen, di Joe Biden, ma è la fiducia dei mercati rionali che bisogna mantenere e conquistare".

Ma a “schiaffeggiare” l’opinione di Nicola Porro è anche Stefano Feltri, direttore di HuffPost, che in un articolo sulla Stampa sostiene: “Allibisco al tweet iroso del mio vecchio amico Nicola Porro, accompagnato dall'hashtag #altrocheliberali. Poiché Nicola ha riposto varie e vane speranze liberali, tutto potevo immaginare fuorché le riponesse anche in Giorgia Meloni, che di liberale non ha nemmeno l'ambizione”, scrive Feltri.

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“Non conosce e non pratica”, continua, “la separazione dei poteri, essendosi appropriata di quelli legislativi e in parte di quelli giudiziari, non conosce e non pratica il garantismo costituzionale, ma soltanto un garantismo occasionale e confuso, vive la presidenza del Consiglio con un'indole proprietaria, dentro e fuori la Rai – e tutto questo in piena continuità coi predecessori e in sintonia col sentimento del paese”.

E, infine, lancia l’ultima stoccata: “In economia, oltre alla questione degli extraprofitti, ha cercato di controllare i prezzi della benzina, i prezzi al supermercato, niente liberalizzazione delle spiagge, niente liberalizzazione dei taxi, e cioè niente di nuovo: il solito pane, solo più duro. Bentornato fra noi, compagno Porro”.

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