I dati di Giletti smentiscono Cairo: ecco le cifre. La7 ko con la chiusura

Esclusivo Affaritaliani.it

Urbano Cairo e Massimo Giletti
MediaTech

Senza la trasmissione la rete perde mezzo punto di share

 

Massimo Giletti è chiuso nel più stretto riserbo e ha confessato agli amici più vicini che non ha alcuna intenzione di rilasciare interviste: parlerà soltanto con i magistrati. Ma Giletti, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, è particolarmente amareggiato. Ultima puntata della telenovela che si trascina ormai da tempo sono le esternazioni di Urbano Cairo. Il patron de La7, infatti, ha dichiarato di aver scelto di chiudere “Non è l’Arena” a causa dei bassi ascolti e degli elevati costi di produzione. Di più: l’editore ha anche spiegato come sia stato Giletti a chiedere di andare in onda il mercoledì, e non più la domenica, ma che i bassi ascolti abbiano obbligato la rete a tornare alla domenica. In realtà, secondo quanto risulta ad Affari, le puntate incentrate sulla mafia che avevano animato il palinsesto invernale della rete di Cairo erano state quelle con i migliori ascolti. Le varie inchieste su Graviano, Baiardo o Berlusconi rappresentano una spinta propulsiva per lo share. E all'editore, da sempre uomo dei numeri tanto da girare con un taccuino e una matita per segnare cifre e conti vari, non potrà essere sfuggito questo dettaglio.

L’unica frase che Giletti ha riferito agli amici è stata “i magistrati ci andranno a nozze”, facendo quindi presagire che la diatriba non potrà essere risolta se non in un’aula di tribunale. Ma veniamo ai fatti: secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, è vero che Giletti avesse chiesto, due anni fa, di abbandonare lo spazio domenicale dopo 20 anni, passando al mercoledì. E proprio due stagioni fa il dato medio fu del 5%. Da gennaio 2023 alla sospensione del programma, invece, il dato medio è stato del 6,03%, parlando di mafia e di altre inchieste scottanti. 

Partiamo dunque dai numeri e dai costi. La società di produzione Fremantle Spa, che gestisce l’organizzazione, avrebbe avuto prezzi elevati dal fatto che si lavorasse di domenica, appunto, e che spesso si superasse la mezzanotte, facendo quindi scattare anche il doppio straordinario. Tra l’altro, trattandosi di un programma di approfondimento e di inchieste, è normale che agli inviati debbano essere pagate trasferte, alberghi, diarie e via dicendo. Costi che invece non devono sostenere o, al più, in misura minore, i talk di approfondimento come Dimartedì. Anche perché Giletti, con il suo programma, copriva lo spazio che normalmente viene gestito da “Otto e mezzo” di Lilli Gruber e dall’approfondimento serale. 

A sinistra mese 2023 su mese 2022; a destra le settimane 2023 con "Non è l'Arena" in onda (all'8 aprile) vs quelle senza "Non è l'Arena" (dal 9 aprile). Sia medie di programma sia di fascia prime time 20:30-22:30
 

Altra questione: perché la situazione è precipitata in primavera? Voci accreditate confermano ad Affari che tra l’editore de La7 e il conduttore a marzo ci fosse una trattativa, in fase avanzata, per il rinnovo del contratto. Poi qualcosa è successo, tant’è che tre settimane dopo il programma è stato chiuso. Per colpa di chi o che cosa? Sicuramente non dei bassi ascolti perché, come si può evincere dai dati, la trasmissione era tra le più seguite. E aveva un pubblico di “aficionados”, tant’è che ora la stessa fascia raccoglie poco più del 2% di share.

Appunto, i dati. Danno ragione a Giletti non soltanto nell’ultimo periodo, ma fin dall’inizio dell’anno. "Non tenere conto che il sistema tv è cambiato in questi due anni è disonesto", si sarebbe sfogato Giletti con conoscenti negli ultimi giorni. Ma per quale motivo? Secondo le informazioni di cui Affaritaliani.it è in possesso, il programma del giovedì di Corrado Formigli, “Piazza Pulita”, ha fatto il 4.9% e per tutto l’anno ha perso contro il concorrente “Dritto e rovescio” condotto da Paolo Del Debbio tranne che in cinque occasioni. E la trasmissione di Giletti ha letteralmente doppiato “Zona Bianca” in più di un’occasione.
 

Studio Frasi su dati Auditel
 

Prendiamo gli ascolti dall’inizio del 2023: la media è stata del 6,03% nelle 12 puntate domenicali con l’approfondimento sui temi inerenti la mafia. E gli altri? Formigli  da inizio anno ha avuto ascolti medi del 5.09%, CartaBianca del 4,98, Di Martedì del 6,02, “Fuori dal coro” del 5.15%, Nicola Porro 4,77% con la sua “Quarta Repubblica”

Allora perché chiudere un programma in salute come “Non è l’Arena”, un vero e proprio brand della rete, per farla piombare al 2% la domenica? Una scelta che, a fine giugno, potrebbe costare a La7 oltre mezzo punto di share di rete in totale. I dati, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, sarebbero chiari: a maggio '22 la media era di 721.063 spettatori con il 4.5% di share. A Maggio '23 655.774 con il 4% di share, con una perdita di 65.289 spettatori e dello 0,5% di share. Nel prime time de La7, sempre confrontando maggio 2022 con maggio 2023, si è passati da 954.163 spettatori con il 4,8% di share a 897.401 utenti con il 4,5%. Forse perché c'è il desiderio di "normalizzare" (un'espressione che si sente spesso sulla bocca di Giletti dopo la cacciata) l'offerta televisiva de La7, con una livella che elimini le asperità e le inchieste più spinose?

Il conduttore, a qualche collega che gli chiedeva qualche informazione ulteriore, avrebbe risposto: "Sono d'accordo con Mentana, in tv non ci sono martiri. Ma allora perché chiudermi prima?". Così, aspettando che Giletti faccia chiarezza di fronte ai magistrati, su La7 verrà sostituito dal pacioso Massimo Gramellini, ovvero camomilla e aria fritta...

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