La vicedirettrice del Riformista licenziata in tronco: "Scena tremenda, vi racconto che cos'è successo"

La vicedirettrice del Riformista parla per la prima volta dopo il licenziamento e svela ad Affari i retroscena della vicenda che l'ha vista protagonista

di Lorenzo Goj
Angela Azzaro, ex vicedirettrice del Riformista
MediaTech

Angela Azzaro, la vicedirettrice del Riformista licenziata: "Cose così non dovrebbero mai accadere a nessuno"

“Ero basita, incredula: è stata una scena tremenda”. Angela Azzaro, giornalista ed ex vicedirettrice del quotidiano “il Riformista”, riassume così il suo ultimo giorno all’interno delle mura dell’Unità, giornale edito da Alfredo Romeo prima di venire licenziata in tronco. 

“Un paio di mesi prima di essere cacciata”, spiega Azzaro ad Affaritaliani.it, “ero stata indicata dal direttore Piero Sansonetti e dall’editore come direttrice dell’edizione online dell’Unità. Così, durante una riunione con l’editore ho chiesto informazioni sulla squadra a disposizione per affrontare la nuova sfida. Era un mio dovere farlo”. E sottolinea: “Io mi sono limitata a informarmi sul personale, non ho neanche tirato fuori la questione inerente ai soldi. Del fatto che non ci fosse budget a disposizione ha parlato l'editore”. 

“Non l’avessi mai fatto”, prosegue la giornalista. “Dopo quella domanda sulla squadra, come se avessi commesso un delitto, l’incontro si è chiuso bruscamente”. 

Da lì a poco, il dietrofront di Sansonetti. “Dopo un paio di giorni dalla riunione, il direttore dell’Unità mi ha detto che non avrei più ottenuto il posto alla direzione dell’edizione online, dicendomi che sarei rimasta con lui alla vicedirezione del cartaceo. Ci sono rimasta male. Ma ho pensato che la cosa più giusta da fare fosse andare avanti e raccogliere l’opportunità. E così ho fatto”, racconta Azzaro.

“Cercando rassicurazioni, ho chiesto conferme a Sansonetti; il quale mi risponde che non ci sono ostacoli per il mio ruolo di vicedirettrice dell’Unità”. “Passano i giorni”, spiega la giornalista, “e si presenta l’occasione di andare in televisione. Così, chiedo al direttore se potessi mettere nel mio sottopancia: vicedirettrice Unità”. 

“La sua risposta è stata un approssimativo ‘direi di sì’. Allarmata dalla vaghezza di Sansonetti, l’ho invitato a parlarne con l’editore Romeo. Al suo ritorno, il direttore mi ha confermato che era tutto a posto”.

Arriva così il giorno dell’ospitata in tv. “Durante la puntata di Tagadà, in onda su La7, ho accennato al mio nuovo incarico, parlando inoltre dell’Unità e dei futuri progetti editoriali. Cosa, a quanto pare, non gradita. Infatti, da qui è partito il finimondo che ha portato al mio licenziamento”, dice Azzaro.

“Venerdì 26 vengo convocata dal responsabile delle Risorse umane nel suo studio. E come un fulmine a ciel sereno, il responsabile mi comunica di essere stata licenziata, invitandomi a firmare le apposite carte”, racconta ancora la giornalista cacciata dalla testata di Romeo.

“Cerco di rimanere lucida rifiutandomi di firmare e sostenendo di voler sentire il mio avvocato”, racconta. “Ma il responsabile, con tono fermo e insistente mi intima di lasciare immediatamente lo stabile, fermandosi davanti alla mia scrivania senza nemmeno darmi il tempo di raccogliere i miei effetti personali. Completamente basita, provo a chiamare il direttore Sansonetti il quale, però, non risponde nonostante la mia insistenza. Così, alla fine, mi decido ad andarmene dalla redazione. Solo allora il responsabile delle Risorse umane si allontana”.

“È stata una scena tremenda, non la auguro neanche al mio peggior nemico”, si sfoga Angela Azzaro con Affaritaliani.it. “Ci farei un film. Fortunatamente sono una donna forte, altrimenti ne sarei uscita totalmente distrutta. Ma ci sono tante persone, con meno tutele e meno visibilità di me, che vengono schiacciate da questi meccanismi. Per questo ho deciso di raccontare quello che è accaduto. Cose così non devono accadere. Mai. A nessuno”.

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