Meloni, nuovo libro: "La versione di Giorgia". E sulle riforme sfida il Popolo
La premier si sfoga nel libro in uscita: "Un giorno mi danno della draghiana e quello dopo della mussoliniana". I retroscena sui colloqui a Chigi con l'ex Bce
Meloni nel suo libro attacca: "La spocchia della sinistra che non riesce a costruirsi una sua identità..."
Meloni si racconta in un nuovo libro-intervista in uscita oggi e scritto con Alessandro Sallusti dal titolo "La versione di Giorgia" (256 pp, 17.10 euro, Rizzoli). La premier affronta diversi temi e si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: "Un giorno mi danno della draghiana e quello dopo della mussoliniana, è divertente". La premier tira dritto sul suo programma di governo. La riforma costituzionale "si farà, con o senza il loro appoggio". Meloni lo dice rispondendo alla domanda "perché a sinistra c'è tanta ostilità al solo pronunciare le parole "riforma costituzionale"? "Perché - spiega Meloni nel libro - ragionano prevalentemente in base all'interesse di partito. E l'interesse di partito dice loro due cose: la prima è che non conviene un sistema nel quale il potere si rimette nelle mani dei cittadini e si toglie al palazzo la facoltà di fare e disfare i governi. E anche sull'Autonomia non arretreremo, queste riforme si faranno".
"Loro - prosegue Meloni riferendosi alla sinistra - sono più bravi a muoversi nel palazzo che tra la gente. La seconda" ragione "è che un sistema del genere renderebbe impossibili i tentativi di ribaltone, i sotterfugi. Se non riuscirò a raggiungere questo obiettivo e si dovesse ricorrere al referendum basterà porre due domande molto semplici. La prima: vuoi decidere tu chi debba governare? La seconda: vuoi che quel qualcuno che hai scelto per governare abbia cinque anni per farlo? Mi paiono due domande di buon senso, e gli italiani hanno molto più buon senso di quanto la politica spesso riconosca loro", aggiunge Meloni.
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La premier poi svela che Mario Draghi, come ultimo consiglio prima di uscire definitivamente da quel palazzo, le aveva raccomandato, con un tocco della sua celebre ironia, di tenere le finestre che danno sul trafficato incrocio di largo Chigi sempre chiuse, "perché qui con lo smog che c’è rischi un enfisema in pochi mesi". Confessa di soffrire un po’ in quel palazzo "molto più cupo di quanto ci si immagini". E che una volta era la residenza dei Chigi, famiglia di banchieri senesi. "Non mi capacito di come qualcuno abbia potuto vivere in un ambiente così freddo". Poi Giorgia parla anche della "spocchia di una sinistra, e di un certo Deep State a essa collegato, che mentre non riesce a ricostruire una sua identità pretende di spiegare alla destra la sua".
Ue: Meloni, senza coraggio lascia spazio agli euroburocrati
In Europa, "come in Italia, governi sorretti da maggioranze cosi' eterogenee, costretti a tenere insieme con il bilancino interessi in natura inconciliabili, finiscono per produrre politiche poco coraggiose, prive di visione. E senza visione, senza politica, si crea un vuoto che e' riempito dalla burocrazia, i famigerati euroburocrati". E' quanto dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in uno stralcio del libro intervista di Alessandro Sallusti pubblicato dal Corriere della Sera.
Meloni, soluzione problema salari e' crescita e non decreto
"Possiamo aiutare la crescita, fidandoci e spronando chi crea ricchezza e lavoro, che e' anche una precondizione della crescita salariale, perche' anche il problema dei salari inadeguati non lo risolvi per decreto, come pensa di fare chi propone il salario minimo per legge senza approfondire gli effetti collaterali". E' quanto dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in uno stralcio del libro intervista di Alessandro Sallusti pubblicato dal Sole 24 Ore. "Sono contraria a fare pasticci che si ritorcono contro i lavoratori e peggiorano i conti pubblici, solo per farci politica sopra. Non si puo' fare finta di non capire che in una nazione nella quale c'e' un'alta percentuale di contrattazione sindacale il salario minimo come lo propone l'opposizione rischia di diventare, non una tutela aggiuntiva, ma sostitutiva che potrebbe portare al ribasso i salari di molti lavoratori", aggiunge Meloni.
Riforme: Meloni, maggioranza 2/3 o referendum confermativo
La riforma costituzionale "e' una riforma giusta. O, almeno, e' quello che chiedero' ai cittadini di confermare quando, nel caso in cui non ci fossero voti sufficienti per approvarla con la maggioranza dei due terzi del Parlamento, verranno chiamati a esprimersi sul referendum confermativo". Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in uno stralcio del libro intervista di Alessandro Sallusti pubblicato da Libero. Quanto al precedente della riforma Renzi, bocciata alle urne, Meloni aggiunge: "La riforma Renzi non toccava questo tema, il piu' importante, ed era molto pasticciata sul resto. Era macchinosa e sostanzialmente inutile. E poi Renzi aveva fatto l'errore di trasformare il referendum sulla riforma in una specie di giudizio sul suo operato e su quello del governo".