Movida selvaggia e giovani violenti, Perrino a Ore 14: “Aumentare i controlli”

Il direttore di Affari Angelo Maria Perrino è intervenuto ospite a Ore 14, il programma di Milo Infante, per commentare i più noti fatti di cronaca e attualità

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Si torna a parlare della tragedia di Ercolano a Ore 14, il programma di attualità condotto da Milo Infante. Ma la puntata di oggi 1° novembre ha affrontato anche altri fatti di cronaca come quelli che hanno insanguinato Trapani, Barletta e l’Appennino bolognese.

A commentare in studio e in collegamento, tra i vari ospiti, anche il direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino. “È stato un fine settimana spaventoso”, introduce il dibattito il conduttore spostando subito il focus sul ragazzo ucciso a Barletta “pare per uno sguardo sbagliato, un drink non pagato o comunque un diverbio stupidissimo”. 

Claudio Lasala, 24 anni, è stato infatti rincorso e accoltellato a morte tra venerdì e sabato fuori da un locale. Mentre sugli schermi in studio scorrono le immagini della fiaccolata che amici e parenti della vittima hanno organizzato in segno di commiato e protesta, il dibattito si accende: come comportarsi davanti a un episodio simile? 


 

“Meglio evitare le provocazioni, abbassare la testa e andare via” sostengono alcune giovani ragazze presenti in studio. La criminologa Roberta Bruzzone concorda: “Disinnescare le provocazioni è fondamentale”.

Movida violenta e giovani allo sbando

Riprendendo il suo intervento nella puntata di Ore 14 di venerdì (recuperabile qui), il direttore Perrino puntualizza come “dobbiamo pensare anche alle conseguenze socio-economiche del Covid, non è solo un problema sanitario. Mentre dilaga la disoccupazione giovanile, vediamo i big che fanno il lancio della monetina, lasciando soli e allo sbando questi ragazzi”.


 

“Non c’è forse anche la percezione di assenza di nesso tra delitto e castigo?” chiede Infante, “come se permettessimo ai giovani di costruirsi una sorta di impunità: le forze dell’ordine lasciano correre, le sentenze e i processi sono lunghi e i ragazzi restano preda di pusher e alcool”.

 

“I centri storici sono in mano a orde di barbari e avventori della movida criminale” interviene il giornalista Emilio Orlando. “Comune denominatore di questi episodi di violenza fuori dai locali è che i centri delle città sono diventati piazza di spaccio a cielo aperto. Ricordo anche l’omicidio di Luca Sacchi a Roma. Basta il minimo pretesto per creare situazioni violente e drammatiche. E anche i social promuovo certi comportamenti e quasi li plaudono.”


 

Mentre il dibattito si anima, Milo Infante mostra “le immagini di questo pluripregiudicato, egiziano, clandestino, che ha accoltellato un uomo a Piacenza e solo per fortuna non lo ha ucciso. Questo è il risultato dei decreti sicurezza: regole che non vengono rispettate e vittime quotidiane”. 

“Io sto male ogni sera che mia figlia esce” interviene in collegamento Monica Setta. “Viviamo in un paese sicuro perché i dati confermano che gli atti violenti sono in diminuzione. Ma allora perché ogni giorno assistiamo a questi episodi? I genitori con figli che escono di casa la sera non riescono a dormire finché non tornano a casa: ti sembra un paese sicuro questo?” chiede al conduttore, che però la interrompe per dare in diretta la notizia: due ragazzi di vent’anni sono stati fermati per l’omicidio di Claudio Lasala. Si tratta di un diciottenne e un ventenne del posto. “Fanno impressione le età di questi aggressori, giovanissimi”, commenta Infante. 


 

“Ma infatti anche uscire al pomeriggio per gli adolescenti è pericoloso, perché manca proprio la sicurezza e il senso delle priorità. La nostra società ha generato una serie di persone che non hanno più niente da perdere, non riescono a dare importanza alla vita e agiscono in questi modi sconsiderati” aggiunge Monica Leofreddi in collegamento.

“I nostri legislatori e politici si sono accorti di questa facilità con cui circolano le armi?” chiede provocatoriamente il sociologo Antonio Marziale.
“Bisogna anche riconoscere le fragilità di questi ragazzi” interviene il giornalista Riccardo Bocca, “che si accumulano, non sanno esprimersi ed esplodono in queste violenze aggravate dalla facilità di reperibilità delle armi”.


 

Il ruolo dei social nell'omicidio di Trapani 

Il dibattito si sposta poi sui social, protagonisti di un altro efferato crimine: nella notte di sabato Vanda Grignani ha annunciato sui social di voler mettere fine una volta per tutte alla sua relazione col compagno, Cristian Favara, agli arresti domiciliari. Nonostante i vari commenti al post, in cui la donna denunciava di non essere stata ascoltata dalle forze dell’ordine, nessuno è intervenuto, e così la Grignani ha accoltellato a morte il compagno al suo rientro a casa (qui l'intera notizia).


 

“Dubito che questa donna non sia stata ascolta dalle forze dell’ordine” puntualizza scettica l’avvocatessa Elisabetta Aldrovandi “perché appena una donna va a denunciare una violenza subito scatta l’allerta rossa”.
“Sì, è francamente incredibile che questa donna abbia potuto annunciare un omicidio su Facebook senza che nessuno facesse niente”.


 

Ercolano, ragazzi uccisi: la versione dell'omicida non regge

Molta solidarietà, invece, si avverte attorno alle due giovani vittime dell’omicidio di Ercolano, dove il 53enne Vincenzo Palumbo ha ucciso nei giorni scorsi due ragazzi che rientravano a casa dopo aver visto una partita in un bar. I due si erano forse persi, per questo si trovavano davanti all’abitazione dell’uomo che, convinto che fossero ladri, ha sparato a sangue freddo, uccidendoli.

Secondo gli investigatori, però, la sua versione non regge e Palumbo avrebbe sparato con l’intenzione di uccidere, non di difendersi. A confermare questa ricostruzione ci sarebbero anche i video delle telecamere di sorveglianza presenti sul posto. (leggi di più a questo link)

“Perché un uomo uccide a sangue freddo due ragazzi svuotando l’intero caricatore e non dice la verità neanche davanti alle immagini delle videocamere?” chiede Milo Infante.


 

“Dal punto di vista balistico, il calibro 40 è particolare” puntualizza Emilio Orlando. “Usato in passato negli Stati Uniti, è stato poi dismesso perché non preciso. Quindi quest’uomo dall’alto del suo terrazzo ha sparato più volte per assicurarsi che questi due fossero morti, consapevole che lì sotto c’erano delle persone, forse pensava che ce ne fossero più di due. La furia di quest’uomo che era lì ad aspettare che arrivasse qualcuno e ha reagito consapevole delle sue azioni. Ma come mai vengono rilasciati i certificati anamnestici a personaggi del genere? Come mai vengono rilasciate anche armi con calibri così importanti?” 

“Un calibro 40 è effettivamente anormale”, interviene la Bruzzone, “e anche complesso da utilizzare. Anche per me è importante capire da dove arriva quest’arma. Uno che impugna un calibro 40 conosce bene quello che fa, sa perfettamente che è un calibro ad altissimo potere micidiale, e questo aggrava ancora di più la sua condotta.”


 

“Io continuo a sottolineare che l’uomo ha scaricato l’intero caricatore, perché chiunque abbia conosciuto le armi sa che la prima cosa che insegnano è di non scaricare mai l’intero caricatore. Quindi uno che lo fa è intenzionato a uccidere”, precisa Milo Infante, prima di spostare l’attenzione di nuovo sui fatti di Barletta. 

Claudio Lasala ucciso perché non ha offerto un drink all'aggressore

“Claudio Lasala sarebbe stato ucciso perché avrebbe negato a uno dei due aggressori un cocktail, non gli avrebbe offerto da bere: ecco l’origine della lite sfociata poi nel suo omicidio” riporta in diretta l’inviata sul posto, in base a quanto fatto trapelare dagli inquirenti. 

“Il sabato sera, vogliamo cominciare a mettere nel mirino queste ore calde diventate un fenomeno rispetto al quale non abbiamo riflettuto abbastanza?” chiede il direttore Perrino. “Questi giovani che si trovano in piazza a comprare la droga a 5 euro a dose non hanno poi controlli, perché i carabinieri e le forze dell’ordine, soprattutto nei piccoli paesi, il sabato sera dormono, riposano. Il sabato sera non è più un momento di divertimento: con la logica del branco questi ragazzi diventano degli aggressori e degli assassini”.


 

Milo Infante riporta l’attenzione dove però i ragazzi sono le vittime innocenti: “Torniamo a Ercolano, dove quest’uomo ha sparato a giovani inermi sotto casa: è davvero possibile che si sia sbagliato confondendoli con dei ladri, come sostiene? Io credo che dietro a quest’omicidio ci sia dell’altro”, sostiene il conduttore, facendo luce sull’ipotesi secondo cui Palumbo fosse sotto minaccia e abbia scambiato i due giovani per dei sicari arrivati fin lì per aggredire lui e la sua famiglia.

Piacenza, egiziano aggredisce a coltellate i passanti

Mentre il dibattito si anima, la puntata volge ormai al termine e Infante riporta l’attenzione sugli aggiornamenti in diretta: “In piazza Cavalli a Piacenza un egiziano ha dato in escandescenza aggredendo e ferendo dei passanti, ma quello che apprendiamo ora è che già pochi giorni fa aveva aggredito dei poliziotti ed era stato colpito da decreto d’espulsione. La domanda quindi è: perché quest’uomo che non ha paura di tentare di uccidere un poliziotto è stato libero di tornare per strada la notte di Halloween per tentare di uccidere dei ragazzini inermi?”.

Con questo interrogativo Milo Infante conclude la puntata dando appuntamento a domani, martedì 2 novembre, per provare a trovare delle risposte.


 

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