Sallusti insulta Fedriga: "Stronzo". Il direttore di Libero su tutte le furie

Duro editoriale contro il governatore appena rieletto. "Ha comprato le pagine di chi dà del nazista alla Lega: Gedi. Non mi cerchi più per le sue marchette"

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Libero, Sallusti furioso con Fedriga: volano gli stracci a destra

Volano gli stracci a destra, durissimo editoriale del direttore di Libero Alessandro Sallusti contro il neo rieletto governatore del Friuli Fedriga, reo di aver comprato le pagine per far pubblicità alla sua Regione, non del suo giornale o di un altro dell'area di centrodestra, ma di chi è da sempre contro il suo partito di riferimento: il gruppo Gedi. "Da un paio di giorni - scrive un inferocito Sallusti su Libero - due quotidiani di sinistra "La Repubblica" e "La Stampa", hanno avuto l'onore di essere stati "comperati" interamente dal presidente del Friuli Fedriga, paginate di sponsorizzazione delle bellezze della sua Regione. parliamo di centinaia di migliaia di euro, che il governatore leghista ha gentilmente riversato nelle casse dei due giornali che più di tutti si impegnano a far passare chi governa le regioni di destra per razzisti".

"A noi - continua nel suo sfogo Sallusti - Fedriga non ha chiesto neanche un preventivo per fare scena. E bravo Fedriga, lei dei soldi del Friuli può fare quello che vuole, anche finanziare chi usa quei soldi per fare campagna elettorale alla sinistra nella speranza che lei vada a casa il primo possibile. Lei - prosegue - è esperto di comunicazione e sa che una buona tattica è comperarlo il nemico anzichè combatterlo, tattica squallida ma efficace, soprattutto facile perché quelli di sinistra sono mediamente in vendita. Perché se è così ce lo dica che noi a scrivere che lei è un grandissimo stronzo - cosa che non crediamo, abbiamo sempre sostenuto il contrario - ci mettiamo un attimo e vediamo se anche a noi poi arriverà un euro friulano. La prossima volta che avrà bisogno di una marchetta o di una difesa d'ufficio dagli attacchi di La Repubblica e La Stampa, la prego: non alzi il telefono con noi come d'abitudine".

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