Scanzi contro Zoro sul caso Soumahoro. "Regola a Propaganda conti personali"

Polemica tra il giornalista e il conduttore. "Tutto quello che tocca politicamente lo uccide. Ha 53 anni e si veste come un ragazzino dei centri sociali"

Diego Bianchi
MediaTech

Caso Soumahoro, Scanzi contro Zoro: "Chi tocca lo uccide. Da Letta a Remigi"

Sul caso Soumahoro esplode anche la polemica tra "colleghi". Il giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi, nel suo editoriale, critica pesantemente il conduttore di Propaganda Diego Bianchi, in arte Zoro e gli attribuisce in parte le colpe per la vicenda legata al deputato di Sinistra Italiana e Verdi.

"Da qualche giorno - scrive Scanzi sul Fatto - circola in Rete un meme feroce su Diego Bianchi. Lo ritrae nel ruolo ben poco mansueto e invidiabile della Morte, mentre impugna la falce e uccide tutti quelli che tocca. Roberto Angelini, Enrico Letta, Memo Remigi, Aboubakar Soumahoro. Ovviamente il meme è non solo cattivo, ma pure in buona parte pretestuoso, perché nessuno porta sfortuna. Altrettanto ovviamente, uno come Zoro – che deve la sua fama alla capacità di perculamento altrui per mezzo social – non può lamentarsi se adesso lo bastonano. Bianchi ha spesso usato il suo programma anche per vendette personali, sfruttando un contenitore di successo (e ben fatto) per regolare conti assai privati e ben poco pubblici, e ora è lui a essere vittima di quello stesso meccanismo da lui regolarmente adottato".

Caso Soumahoro, Scanzi: "Zoro in difficoltà, si spera impari qualcosa da questa vicenda" 

"Perchè oggi - prosegue Scanzi sul Fatto - Zoro si attira così tanto odio? Per invidia? Sicuramente. Perché a 53 anni Zoro si ostina a vestirsi come un ragazzino in un centro sociale e continua a parlare come uno scaricatore di porto di Spinaceto, che ostenta con involontaria comicità il proprio accento romanesco? Venerdì scorso, sempre con quella sua dizione da Aldo Fabrizi in diesis minore, Zoro era visibilmente in difficoltà nel parlare di Soumahoro. Ha detto che non poteva immaginarsi tutto questo, che Aboubakar era stimato anche dal Papa. È però lecito sperare che, dalla vicenda Soumahoro e a prescindere dal prosieguo giudiziario, Zoro e il suo mondo impareranno qualcosa. Quel qualcosa che a sinistra dovrebbero imparare tutti, compreso (sia chiaro) chi scrive. Per esempio l’autocritica. Il guardare il mondo con meno paraocchi".

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