Politica

Governo, Calenda è l'asso di Meloni per "arginare" Forza Italia e Lega. Inside

Di Alberto Maggi

Manovra, accordo Meloni-Calenda per smontare (ancora di più) il reddito di cittadinanza in Aula

Manovra, incontro Meloni-Calenda a Palazzo Chigi: che cosa c'è dietro il faccia a faccia a Palazzo Chigi
 

"Da Giorgia Meloni ci sono state aperture su molte cose". Con queste parole il leader di Azione Carlo Calenda ha commentato positivamente il faccia a faccia di un'ora a Palazzo Chigi sulla manovra economica per il prossimo anno, alla presenza anche del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Ovviamente, a microfono acceso, il numero uno del cosiddetto Terzo Polo ha smentito che Azione e Italia Viva possano fare da stampella all'esecutivo, ma dietro le quinte si lavora. E si chiacchiera. In primo luogo il punto di contatto principale tra Meloni e Calenda, parlando di Legge di Bilancio, è sicuramente la revisione del reddito di cittadinanza.

E' proprio sul provvedimento tanto caro al Movimento 5 Stelle e a Giuseppe Conte che la collaborazione iniziata oggi potrebbe concretizzarsi in Aula, magari con qualche emendamento congiunto che punti a stringere ancora di più le maglie per chi può lavorare ma percepisce il sussidio statale. D'altronde la battaglia contro il RdC è stata in campagna elettorale tanto di Fratelli d'Italia quanto della lista unitaria Azione-Italia Viva.

C'è dell'altro però. Laddove Forza Italia e la Lega provassero a Montecitorio a spingere sui loro rispettivi cavalli di battaglia - l'innalzamento delle pensioni minime oltre quanto (davvero poco) ha già fatto il governo e l'aumento fino a 85mila euro lordi all'anno per l'applicazione della flat tax per le Partite Iva e gli autonomi -, sui quali Palazzo Chigi e la premier hanno già risposto picche dicendo che è stato fatto il massimo dal Consiglio dei ministri, i voti di Calenda e Renzi potrebbero risultare fondamentali e determinanti per soccorrere Meloni e FdI nello gli (eventuali) blitz degli alleati di Centrodestra.

A Calenda il dialogo con la premier serve per sottolineare la differenza con il Pd, sempre più schiacciato verso il M5S, e per ritagliarsi uno spazio autonomo modello Macron, mentre a Meloni serve l'asse con Azione e Italia Viva per "tenere a bada" e "ridimensionare" non tanto la Lega ma soprattutto Forza Italia. Insomma, nessuna alleanza politica, ma una convergenza nel merito anti-reddito di cittadinanza sulla manovra e un dialogo che porta benefici a entrambe le forze politiche.