Farmaci, l'antibiotico che allarma: "Può provocare sindromi gravi"
Allarme fluorochinoloni, oltre il migliaio le persone danneggiate in Italia. Preoccupazione per il farmaco anti-infezioni
Allarme fluorochinoloni, la categoria di antibiotici provoca disturbi sensoriali e psichiatrici
Torna l’allarme fluorochinoloni, una categoria di antibiotici portatori di effetti avversi e disturbi psichiatrici e sensoriali su cui la FDA americana, l'ente governativo che regola i prodotti alimentari e farmaceutici, già otto anni fa aveva preso posizione, dopo oltre 60mila pazienti danneggiati fra gli anni ’80 e il 2015.
Nel novembre 2015 la FDA, sulla base di 178 casi gravi, riconosceva l’esistenza di una sindrome definita FQAD (Fluoro Quinolones Associated Disability) definendo che chi assumeva fluorochinoloni aveva una percentuale molto più elevata di disabilità rispetto a chi non li assumeva.
Allarme fluorochinoloni, sono già oltre il migliaio i danneggiati in Italia
Ora, il problema riemerge e a parlarcene è il dottor Enzo Soresi, già pneumologo ed oncologo presso l’ospedale di Niguarda, ora ricercatore di medicina integrata e neuroscienze, diventato punto di riferimento di alcune persone “floxate”, come vengono definiti i danneggiati da fluorochinolonici, che sui social hanno formato una comunità piuttosto ampia.
"Una paziente a cui era stato prescritto un antibiotico di questa categoria dopo una polmonite si sentiva stanca debilitata, faticava a camminare ed era afflitta da confusione mentale. Negli anziani questa categoria di antibiotici può causare rottura del tendine di Achille e problemi neurologici".
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"In Italia attualmente le persone che definiamo floxati, ovvero danneggiati da fluorochinolonici, sono di molto superiori al migliaio, hanno fra i 25 e i 50 anni e pagano un danno mitocondriale (i mitodondri sono piccoli organuli che stanno nelle cellule e sono fondamentali per la produzione di energia e la salute di tutto l’organismo, ndr). A una delle ultime pazienti che mi hanno chiesto aiuto era stata diagnosticata una fibromialgia e un mese prima era stata prescritta la levofloxacina".
Il danno mitocondriale era già stato evidenziato anni fa come conseguenza dei fluorochinolonici dalla ricercatrice Beatrice Golomb dell’Università di San Diego, California.
Un ambito in cui il professor Soresi ha grande esperienza, avendo pubblicato nel 2015 il libro “Mitocondrio mon amour” insieme al giornalista scientifico Pierangelo Garzia e potendo ora fruire di un nuovo strumento per valutare la capacità di lavoro dei mitocondri, il cosiddetto Mitostress, approdato a Milano grazie al prof Massimiliano Ruscica dell’Università di Milano e su cui quotidianamente lavora la ricercatrice Chiara Macchi.
L’abuso di farmaci come la Ciprofloxacina è ricorrente nel nostro paese, soprattutto per le infezioni alle basse vie urinarie (Escherichia coli, Enterobacter, Klebsiella, Salmonella, Shigella, Yersinia ma anche Haemophilus, Pseudomonas, Mycobatteri) : da una analisi di mercato qualche anno fa era emerso che il nostro paese ne facesse largo uso.
Aifa, in una nota recente (2019) ha chiesto cautela e attenzione da parte dei medici nella prescrizione di farmaci contenenti fluorochinoloni per ridurre il consumo e anzi l’abuso di antibiotici con conteciprofloxacina – levofloxacina – moxifloxacina – pefloxacina – prulifloxacina – rufloxacina – norfloxacina – lomefloxacina, soprattutto in caso di infezioni meno gravi.
Il problema del Long Covid
Anche il Long Covid sembrerebbe essere correlato ad un danno mitocondriale e quindi la domanda che sorge spontanea è come mai su milioni di persone che assumono antibiotici chinolonici o si ammalano di Covid 19 solo una piccola percentuale subisce danni protratti nel tempo ? Fra l’altro, i mitocondri non sono essenziali solo per la nostra vita, ma anche per quella delle future generazioni visto che il danno mitocondriale si trasferisce per via materna.
“Anche nella fibromialgia che è sempre stata considerata una malattia di confine, si ipotizza un danno mitocondriale e il dottor Soresi si sta impegnando per approfondire questo tipo di ricerca. Il problema è che se i mitocondri danno energia per sopravvivere e rispondere allo stress, una disfunzione si associa a diverse complicanze patologiche. Organi come i reni, il cuore, il cervello, che richiedono tanta energia, saranno soggetti a complicanze in caso di danno mitocondriale”.
Il nuovo Mitostress e la nutraceutica d’avanguardia
Per questo, Soresi e altri medici, fra cui l’immunologo Alberto Beretta sta pianificando l’apertura del centro So Longevity a Milano, dove il test Mitostress verrà integrato in un programma di ricerca che coinvolgerà i Floxati e i pazienti affetti da Long Covid. “Per ridurre lo stress ossidativo, valutabile con il dosaggio dei radicali liberi dell’ossigeno nel sangue, sulla categoria dei fumatori ho utilizzato con successo CellFood ma in merito al danno farmacologico o a conseguenze virali non sappiamo se il mitocondrio recuperi, dobbiamo approfondire il fenomeno”.
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Una cosa è certa: lo sport fa bene ai nostri mitocondri, da cui dipendono età biologica, velocità di invecchiamento, stato di salute cellulare. Esiste una forte relazione fra la nostra attività mitocondriale e la perdita di consistenza muscolare. “Uno studio americano ha esaminato un gruppo di sessantenni, dopo una biopsia al muscolo della coscia, mettendoli a fare sport per 40 minuti, tre volte alla settimana. Nell’arco di sei mesi, i mitocondri erano paragonabili a quelli di un ventenne”. “Anche il digiuno intermittente è una tecnica efficace, consiste nel mangiare presto la sera e restare per 14 ore senza introdurre alimenti nel corpo. In quel lasso di tempo i vecchi mitocondri si auto eliminano con un ottimo impatto sulla nostra salute”.