Francesco Ascioti: "Uscire dalle formule e pensare ai temi"

"I giovani di azione non ci chiedono di italia viva ma diritto allo studio"

a cura della redazione
Francesco Ascioti
Milano

Francesco Ascioti: "Uscire dalle formule e pensare ai temi"

"In questo momento dobbiamo uscire dalle formule ed essere leader sui temi". Francesco Ascioti, avvocato e candidato alle scorse politiche con il Terzo polo, è stato nominato come nuovo segretario di Azione su Milano. Dopo le polemiche nazionali, che hanno momentaneamente mandato in soffitta l'idea di un partito unico con Italia Viva, Ascioti è convinto che ci sia ancora tutta un’area, quella dei socialisti, dei liberali e dei riformisti, che con "proposte di buon senso" può convergere. "Sui valori non c'è nessun passo indietro" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano.

Ascioti, per il partito unico la strada è definitivamente sbarrata?

Ci sono state delle difficoltà organizzative a livello nazionale, ma non sono venute meno le ragioni per avere un grande partito liberaldemocratico. Dobbiamo essere leader sui temi e questo vale in Italia e a Milano dove noi siamo entrati in Consiglio comunale con il gruppo Riformisti. Ci sono argomenti su cui dobbiamo farci sentire, come la mobilità, la sicurezza e l'abitare. Non possiamo avere una Milano senza giovani e senza professionisti, dove nessuno si può permettere una casa.

Giovani e professionisti sono, tra l'altro, coloro che più avevano sposato il progetto riformista di Azione e del Terzo polo.

Noi siamo stati il partito più votato tra i giovani. Questo è il vero tesoro di Azione. E i giovani sono interessati meno alle formule della Prima Repubblica, per questo dico: lasciamole perdere. Non possiamo aspettare solo l'agenda politica nazionale, dobbiamo averne una nostra milanese. Siamo vicini al sindaco ma con delle proposte, anche perché da solo non può risolvere problemi come il caro affitti.

Argomento di cui si parla ormai da mesi. Esiste una soluzione?

Bisogna portare le istituzioni a parlarsi su un tavolo nazionale. Il tema delle detrazioni potrebbe avere senso. Una città non può mettere la speculazione al di sopra delle persone. Senza i giovani non c'è più Milano.

Ieri c'è stata un'assemblea milanese di Azione. Come ha trovato Carlo Calenda?

L'ho trovato molto pacato. Ha fatto zero polemiche e anzi ci ha richiamato sull'importanza di avere una nostra agenda. C'era anche Mariastella Gelmini che è rimasta fino a mezzanotte a rispondere alle domande degli elettori. Da Giulia Pastorella a Giusy Versace, i dirigenti di Azione sono tutti carichi e concentrati.

La fiducia della base è ancora intatta?

La mia idea è che Calenda abbia la fiducia piena della base. Durante l'assemblea milanese ho visto solo domande e applausi. Si può essere d'accordo o meno con lui, ma Calenda è l'uomo che ha riunito e dato a casa ai liberaldemocratici. La sua leadership è salda, poi è chiaro che bisogna parlare di questioni concreti. La maggior parte degli interventi degli under 30, per esempio, era sul diritto allo studio. Nessuno chiedeva di Italia Viva.

In Regione i rapporti con il Pd sono ai minimi termini dopo l'elezione dell'Ufficio di presidenza e l'insediamento delle commissioni.

Se l'elettore apre il giornale e legge che si litiga sui posti capisce che non stiamo facendo una bella opposizione. Già governa la destra da 30 anni... questo discorso delle formule rischia di travolgerci, anche perché siamo nati con uno spirito totalmente diverso.

Letizia Moratti è ancora presente?

Moratti ha un suo gruppo regionale, non ho idea di quali siano i suoi piani per il futuro e spero che con lei e con il centrosinistra si possa fare un'opposizione serie alla giunta di Attilio Fontana.

Intanto è ripartito il tesseramento di Azione?

Stiamo riparlando con i tesserati del 2022 ed è appena ricominciata la campagna per il 2023. Non ci saranno defezione e manterremo i numeri passati, con la speranza di crescere. Nel solo mese di aprile ci sono state un centinaio di nuove tessere e questo ci fa ben sperare per il futuro.

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