La direzione Pd non ha deciso: debunking sul no alle Primarie
Sembrava che il Pd lombardo avesse rinunciato alle primarie. Una notizia falsa, ma rispondente a una precisa volontà politica legata alle alleanze di coalizione
La direzione Pd non ha deciso: debunking sul no alle Primarie
Cerchiamo di rimettere ordine nel caos. Ieri sera tutti i giornali hanno scritto che la Direzione Regionale del Partito Democratico ha scelto di rinunciare alle primarie a larga maggioranza. Per la precisione, 101 votanti, 88 a favore 11 astenuti e due contrari. Questa informazione era circolata su tutta una serie di profili social e rilanciata con la grancassa in particolar modo dai sostenitori dell'opzione Pierfrancesco Majorino. Ovviamente se la direzione avesse votato contro le primarie allora immediatamente la candidatura di Pierfrancesco Maran sarebbe finita "fuori gioco". Cioè, sarebbe stata direttamente annullata per mancanza di gara. Tutta questa fretta di diffondere una notizia che ora dimostreremo essere falsa risponde a una precisa volontà politica che è legata alle alleanze della coalizione. Che secondo alcuni deve "guardare" al Terzo Polo, secondo altri deve "guardare" al Movimento 5 Stelle.
Centrosinistra: quale coalizione per le Regionali?
LA COALIZIONE - Prima di tutto la coalizione di cui tanto si parla non prevede né Carlo Calenda né Giuseppe Conte. Quelli sono possibili "allargamenti" della coalizione. Che ad oggi prevede i Verdi, Centro Democratico di Tabacci, Sinistra Italiana e +Europa. +Europa, questa mattina, ha detto chiaramente che non intende fare alleanze con il Movimento 5 Stelle in un comunicato ufficiale. Il segretario regionale del M5S Dario Violi nel pomeriggio di ieri ha precisato su Affari Milano a una dichiarazione che - secondo lui - era stata male interpretata in mattinata, dicendo testualmente che non c'era alcun accordo di nessun tipo con il Partito Democratico.
Pd: a decidere è l'assemblea, non la direzione
I PASSI COMPIUTI FINO AD OGGI - Affaritaliani.it Milano ha chiesto al segretario regionale Vinicio Peluffo di spiegare esattamente quale è stato il percorso e se nella serata di lunedì sia stato pronunciato un voto pro o contro le primarie. La risposta è stata no. Ma facciamo un passo indietro. L'ultima decisione presa è stata in assemblea, che è il luogo deputato a decidere. Non la direzione, ma l'assemblea, che si è riunita venerdì sera. In quella assemblea è stato votato un "dispositivo" a maggioranza, che recita testualmente:
"2. Di definire, con le forze che aderiscono alla coalizione, il percorso comune per la selezione della candidatura alla Presidenza della Regione:
- Proporre alle forze politiche della coalizione lo strumento delle Primarie di coalizione aperte a tutti i cittadini e cittadine, strumento nel quale il Partito Democratico si riconosce per la selezione delle candidature alle cariche monocratiche;
- Qualora durante la fase di interlocuzione con le forze politiche, per raggiungere l’accordo di coalizione fosse necessario ricorrere ad un metodo differente dalle Primarie, tale scelta sarà sottoposta alla votazione in Assemblea regionale del PD, nei modi e nelle forme previste dall’Art 25 comma 2 dello Statuto regionale;- In assenza di un accordo con le altre forze politiche che consenta di costruire la coalizione, di procedere con le primarie del Partito Democratico come strumento per la selezione della candidatura a Presidente, secondo le modalità stabilite dalla Direzione regionale".
Quindi, riassumendo: l'assemblea decide che si propongono le primarie, se queste primarie non sono gradite al resto della coalizione (che non comprende né il Terzo Polo né il Movimento 5 Stelle) allora si propone una rosa di nomi su cui trovare la convergenza. E nella direzione di lunedì sera che cosa è successo?
Cosa è successo veramente nella direzione del Pd (e cosa succede ora)
LA DIREZIONE - La direzione si è composta di due fasi salienti. La prima è stata l'informativa del segretario Vinicio Peluffo, che informava (appunto) sul fatto che non era stato possibile raggiungere un accordo politico con le primarie. L'informativa non è mai stata votata né è stata mai messa al voto. Quello che è stato votato è stato il punto all'ordine del giorno, che era il "percorso per la conferenza programmatica del 3 dicembre e la costituzione dei saggi a tutela del percorso in vista delle elezioni regionali (approvato con 15 astensioni e 2 contrari su 98 votanti)". Quindi, la direzione non ha votato contro le primarie ma per la conferenza programmatica del 3 dicembre. Punto.
CHE COSA SUCCEDE ORA? - Nel giro di pochissimo, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano, verrà convocata una nuova assemblea (non direzione, ma assemblea) che dovrà definitivamente sciogliere il punto delle primarie. Con tutta probabilità non si terranno, ma per ora di votazioni in questo senso non ne sono state fatte.
fabio.massa@affaritaliani.it