Politica

Attenti alla Papessa Elly Schlein può far affondare totalmente il Pd

Di Giuseppe Vatinno

Pd, questa continua ricerca di un “Papa nero”, meglio se “Papessa”, è provinciale

Pd, dalla “lotta di classe” alla “lotta per i diritti di genere”

Il Partito Democratico sta ancora elaborando i perché della batosta elettorale e si sta preparando al nuovo congresso “in eligendo” il nuovo Papa cioè il segretario, avendo Enrico Letta, “Occhi di Tigre”, annunciato le sue dimissioni (in verità da troppo tempo).

È bastato l’annuncio della prossima assemblea del partito – aperta anche ai non iscritti - da tenersi sabato 19 novembre per scatenare nuove e acide polemiche.

Le dimissioni di Letta hanno in realtà consegnato il territorio pre – congressuale in mano a bande armate di bravi che fanno razzie tutti i giorni.

Antichi rancori, nuovi odi, qualche amore, tanta ansia accompagnano il primo passo della ricostruzione di un partito che ha davanti a sé un percorso terribile: contrastare per 5 anni un centro – destra, anzi un destra – centro agguerrito anche se non compatto, ma che ha in Giorgia Meloni una guida stabile e sicura, impegnata per ora a marcare il territorio dalle prepotenze di Bruxelles dove, ricordiamolo, il Pd ha buoni e fidati amici, a partire da gatto Mammone Paolo Gentiloni che quando c’è da dare addosso, segretamente, all’Italia (vedi il caso dei migranti con la Francia) la sua porca figura la fa sempre.

Ma torniamo al Pd.

I nomi che frullano sono tanti, ma come al solito tiene banco il nuovo che poi sarebbe rappresentato dallo scontro tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini. Un match tutto emiliano – romagnolo visto che la prima era fino a pochi giorni fa vice del secondo alla guida della Regione.

E qui siamo ad un punto fondamentale perché si tratta della rifondazione valoriale del partito e non solo dell’elezione di un segretario.

Il Pd in questi ultimi anni, diciamo pure in questo ultimo decennio, ha subìto una trasformazione antropologica che non ha uguali nella storia della sinistra mondiale.

È passato dalla “lotta di classe” alla “lotta per i diritti di genere”.

Ma il secondo tema non ha attecchito affatto in un elettorato confuso che ricorda ancora il vecchio Partito Comunista Italiano e Berlinguer.

Ed anche la Margherita, fondata a suo tempo da Francesco Rutelli, che includeva già i Popolari, cioè la sinistra democristiana, poco c’entra con tutto questo modernismo, con buona pace di Dario Franceschini che intende appoggiare la Schlein, ovviamente solo per motivi tattici.

Ma il punto è proprio questo.

Le polemiche roventi sul ddl Zan hanno dimostrato che questa strada è perdente.

Gli elettori italiani hanno respinto in blocco “genitore 1” “genitore 2” per citare il noto refrain con cui Giorgia Meloni ha vinto le ultime elezioni e con lei la destra.

All’italiano medio, al “casalingo di Voghera”, piace pranzare la domenica dai genitori biologici mangiando pasta asciutta, polpette, pollo e patate, tra l’altro pure al forno e non quelle fritte (fanno troppo fast food) e per di più vuole pure il dolcetto con la glassa rosa mentre si vede la partita di calcio della squadra preferita. Tanto per dare la misura del tradizionalismo antropologico dell’elettorato casareccio.

Insomma, la gente di sinistra vuole parlare dei temi del lavoro e poi quelli del lavoro e poi ancora quelli del lavoro che si traducono nei tempi di come arrivare a fine mese, e poi ancora di come arrivare a fine mese ed infine di come arrivare a fine mese.

Lo spostamento tellurico dalle borgate pasoliniane e fumose di Tor Bella Monaca, Corviale, Spinaceto agli attici dei Parioli non ha pagato elettoralmente.

Si sono conquistati i Parioli e si è perso tutto il resto.

È questo il vero problema del Pd. E poiché solo ai Parioli ci si occupa delle tematiche di genere è meglio tornare ai solidi temi economici.E per questo motivo che la candidatura di una persona radical chic come la Schlein sarebbe non solo divisiva ma andrebbe proprio nella direzione opposta di quella che hanno indicato gli elettori di sinistra. È il lavoro il vero tema della sinistra non il gender.

E poi questa continua ricerca di un “Papa nero”, meglio se “Papessa”, è provinciale.

Chissà che direbbe Carlo Marx con il suo serio barbone se vedesse quello che stanno combinando i suoi epigoni. Barattare la lotta di classe e i diritti economici con “Genitore 1” e “Genitore 2” lo stenderebbe al tappeto. E così immaginiamo Gramsci, Togliatti, Amendola, Terracini, Ingrao, Natta e siamo certi Napolitano.

Occorre liberarsi definitivamente del “virus Luxuria” che ha infettato anni fa la sinistra. La sinistra c’entra poco con questa roba con buona pace di una piccola minoranza chiassosa che viene regolarmente punita alle urne dalla solida “maggioranza silenziosa”.