“Nel Pd milanese clima unitario. Andiamo oltre le divisioni nazionali"

"Io penso che l'obiettivo debba essere trovare una figura attorno a cui si possa ancora costruire una maggioranza larga nel Pd milanese"

di Nicolò Rubeis
Milano

“Nel Pd milanese clima unitario. Andiamo oltre le divisioni nazionali"

Nonostante i risultati poco entusiasmasti a livello nazionale, il Pd continua a tenere botta nel milanese, dove il centrosinistra ha vinto tutti e tre i ballottaggi di Arese, Gorgonzola e Cologno Monzese: "Il Pd milanese ha il merito di aver creato un clima unitario e inclusivo, che ha consentito di concentrarci sugli obiettivi politici" commenta il senatore dem Franco Mirabelli in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. Tra non molto ci sarà anche il congresso metropolitano che nominerà il successore di Silvia Roggiani. Sui nomi Mirabelli non si sbilancia, ma auspica di trovare un profilo su cui ci sia una convergenza larga, in grado anche "di andare oltre le divisioni congressuali nazionali".

Mirabelli, il Pd fatica ovunque ma non nel milanese. Lo abbiamo visto alle regionali, alle politiche e adesso anche alle ammnistrative.

Negli anni è stato costruito un modello organizzativo a cui si è unita capacità politica sul territorio e nelle amministrazioni. E questo credo sia merito sicuramente anche di chi il Pd milanese lo ha diretto. Si è creato un clima unitario e si sono lasciate fuori le divisioni. Questo ha contribuito a rafforzare i percorsi e a garantire risultati.

Sulle alleanze qui il Pd riesce a fare quello che servirebbe a livello nazionale?

Qui c'è un Pd forte che riesce a essere il perno di alleanze ampie. È evidente che questo è l'obiettivo che anche nazionalmente dobbiamo porci: rafforzare il Pd per farlo diventare il perno di un'alleanza ampia di centrosinistra.

Quindi si possono trarre delle indicazioni nazionali anche se erano elezioni locali?

Io non penso che dobbiamo insegnare qualcosa a qualcuno. Diciamo che qui si è creato nel Pd un ambiente positivo, che ha consentito di fare meglio quello che anche a livello nazionale sappiamo di dover fare. Grazie anche al lavoro di tanti amministratori siamo riusciti a intercettare domande diverse, dai diritti sociali all'attenzione per i diritti civili. È la capacità di guardare ai problemi cercando sempre una sintesi unitaria.

Tra non molto ci sarà il congresso metropolitano. Quale è l'auspicio?

Che ci sia continuità nella prossima segreteria. Le energie ci sono, dobbiamo continuare a valorizzarle.

Circolano diversi nomi, tra cui quelli di Alessandro Capelli e di Santo Minniti.

I nomi li fa lei... Io penso che l'obiettivo debba essere trovare una figura attorno a cui si possa ancora costruire una maggioranza larga nel Pd milanese, che vada certamente oltre le divisioni congressuali. Ma i risultati positivi non devono nascondere la necessità di fare un salto in avanti su alcuni temi, su tutti penso a ciò che riguarda la città metropolitana.

Schlein dice che da soli non si battono le destre. Ma come si tengono insieme il M5s e Azione e Italia Viva?

Le ultime amministrative dimostrano che siamo ormai in un sistema bipolare in cui il centrodestra è unito nelle sue diversità e credo che per l'opposizione sarà doveroso e necessario riflettere dopo le europee. Non penso che gli elettori ci perdonerebbero un'altra tornata elettorale come quella delle politiche in cui si regala alla destra il governo del Paese senza combattere.

Perché dopo le europee?

Essendo elezioni proporzionali, vedranno i partiti impegnati a rafforzare la propria posizione. E comunque l'anno prossimo si porrà anche il problema di molte amministrative e regionali da affrontare cercando di unire le opposizioni a partire dai contenuti.

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