“Rimborsopoli”, si salvano Romeo e il "Trota". Azzerate molte condanne
Riqualificato il reato di peculato in “indebita percezione di erogazioni pubbliche”
“Rimborsopoli”, si salvano Romeo e il "Trota". Azzerate molte condanne
Sono state azzerate dalla Corte di Cassazione per prescrizione quasi tutte le condanne del maxi-processo sulle cosiddetta “Rimborsopoli” nel Consiglio regionale della Lombardia. Lo riporta un articolo de Il Fatto Quotidiano.
Imputati vari politici ed ex politici
Vari politici ed ex politici erano imputati per essersi fatti rimborsare illegalmente, con soldi pubblici, le spese più varie – tra cui soprattutto pranzi e cene, ma anche gratta e vinci e cartucce da fucile – per un totale di circa tre milioni in quattro anni, tra il 2008 e il 2012. Nel luglio del 2021 la Corte d’Appello di Milano aveva confermato la maggior parte delle 52 condanne per peculato emesse in primo grado.
Riqualificato il reato di peculato in “indebita percezione di erogazioni pubbliche”
La Suprema Corte, però, ha riqualificato il reato in “indebita percezione di erogazioni pubbliche“, accogliendo una delle tesi sostenute dalle difese, dichiarando prescritte e annullando senza rinvio – tra le altre – le condotte dell’attuale capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo (condannato a un anno e otto mesi) del “Trota” Renzo Bossi, figlio di Umberto (condannato a due anni e mezzo), e un anno e mezzo all’eurodeputato Angelo Ciocca, uno dei coordinatori del “Comitato Nord”, la corrente bossiana interna alla nuova Lega di Matteo Salvini.