Alfano, la sua seconda vita ha un solo mantra: politica addio, meglio i cda

L'ex Guardasigilli con Berlusconi conosce la macchina amministrativa, ha ottime entrature e ha capito rapidamente che cosa vuole fare "da grande"

Angelino Alfano
Politica

La nuova vita di Angelino Alfano


 

“Non rilascio interviste da cinque anni”. Basta questa laconica frase consegnata via WhatsApp per far capire che Angelino Alfano ha già da tempo deciso quale debba essere la sua nuova vita: non più politico sotto i riflettori, ma membro dei consigli di amministrazione di grandi società, poco esposte, che gli permettano di garantirsi un futuro tranquillo, negli ambienti “che contano” e senza i terremoti della politica. Ma com’è avvenuta la trasformazione di uno dei pochissimi superstiti del berlusconismo, capace di incarnare – forse ultimo – l’autentico spirito democristiano?

Agrigentino, classe 1970, Alfano è stato prima tra i più fedeli alleati di Berlusconi, che l’ha portato a ricoprire il ruolo di Guardasigilli dal 2008 al 2011. Poi un progressivo allontanamento culminato nella frase “non ha il quid” con cui Berlusconi bollò il suo ormai ex delfino. Da lì l’uscita dal PdL per approdare nelle fila del Nuovo Centro Destra, da lui fondato, e da lì la conclusione della sua carriera politica in Alternativa Popolare.

Nel frattempo due volte Ministro degli Interni, prima con Enrico Letta, poi con Matteo Renzi. Quindi l’esperienza alla Farnesina durante l’esecutivo firmato da Paolo Gentiloni. È proprio agli Esteri che Alfano capisce che la sua esperienza politica è conclusa ma che ne sta per iniziare una molto più interessante come uomo di relazioni e di potere. “Non è mica come Di Maio” malignano nei palazzi milanesi dove Alfano si è prontamente trasferito.

E in effetti, diversamente dal suo ex-collega di Farnesina, Alfano sembra essere molto più “scafato”. Di più: secondo una fonte molto attendibile, “conosce la macchina amministrativa, sa come muoversi ed è anche un uomo intelligente. Non vorrà mai fare l’amministratore delegato, ma continuare a muoversi tra presidenze e cda. Insomma, poche seccature, molti agganci e stipendi con parecchi zeri”. Mica male, no?
 

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