Calenda da Vespa: fiera delle vanità. Azione-Italia Viva nel Terzo Pol(l)o

Il Churchill dei Parioli stranamente sobrio e pulito

Di Giuseppe Vatinno
Politica

“Siamo bravissimi. Da zero siamo arrivati all’8% alle ultime politiche”. Appunto: un fallimento

Ieri sera Carletto Calenda stava ospite da Vespa per i 5 minuti simil –biagiani che accompagnano ormai ogni sera l’ambito spazio post TG1. Il tema era: varie ed eventuali.

Il look di quello che hanno chiamato il Churchill dei Parioli stranamente sobrio e pulito. I tatuaggiacci da brigata Wagner sapientemente nascosti, la barba rifatta all’uopo, i capelli mesciati e nessuna traccia di ridicole corone imperiali dorate, niente irritazioni brufolose sottocutanee, sembrava quasi una persona normale, forse anche dimagrito e perfettino. Solo che poi ha parlato. E quando Calenda parla la Natura si ribella.

Sorgono improvvisi e potenti venti di maestrale e lo studio è stato inondato da un vento freddo. La Natura si prepara, come può, a resistere al Calenda – pensiero che ne scuote i precordi più intimi e la rovescia impudicamente tutta in un mare di stelle. Inizia con una auto - esaltazione in realtà ingenuotta: dice: “io sono il leader del Terzo Polo perché Renzi ha fatto un passo indietro”. E si mette di profilo in attesa dell’effetto sorpresa che non c’è. E ci credo che Renzi ha fatto un passo indietro perché mica è scemo e al massacro lo manda da solo, un po’ come fece la volpe Tabacci con l’ingenuo Di Maio non mettendogli il nome nel simbolo.

Vespa, si eccita di fronte all’Imperatore senza corona, smuove i turbinati e chiede: “e quando, quando?” Calenda sciacqua l’occhione alla Alberto Sordi, lo squadra e dice: “presto, presto…. a giugno”. Si riferisce all’unificazione ufficiale di Azione e Italia Viva nel Terzo Pol(l)o. E poi arriva lei, l’Alta Politica, a cui il nipote pinocchietto di Comencini pensa di dare del tu. E parte il primo ballon d’essai: “la Schlein e la Meloni sono uguali”, sentenzia Calenda che si atteggia vezzoso alle pose confermative del Duce, come da documentari Luce. Vespa, annaspa, incespica e volteggia mentre la Natura nuovamente reagisce con un vento freddo telauladiano niente male.


 

 

 

 

 

 

 


   La vignetta del saggio Yogananda per Affaritaliani.it

 



“Come sono uguali?”. Si domanda il casalingo (per par condicio) di Voghera mentre rassetta la cucina e la moglie fuma un sigaro sul divano. “Ma sì”, -insiste l’Imperatore Commodo- “Dicono le stesse cose, so’ du aspetti della stessa medaja”. Forse voleva dire “medaglione”, data l’ora e la fame.

Di nuovo la folata di gelido vento reatino pervade via Teulada e si inerpica nel mitico Studio 5. Nulla è più lontano delle due femmine alfa attuali dominatrici dell’Italia ma per Commodo sono uguali. Vabbè. Vespa, sorride bronzeo di circostanza e annaspa sperando che quei 5 minuti lunghissimi finiscano e maledice quando l’ha invitato. Ma Commodo insiste: “siamo bravissimi. Da zero siamo arrivati all’8% alle ultime politiche”. Appunto: un fallimento. Lui stesso aveva detto che sotto il 10 andava a vendere la porchetta ad Ariccia, ma ora non ne fa menzione.

E poi ancora il Commodo dei Parioli si fa serio e scruta il futuro: “per fortuna ci saremo noi che siamo aperti alle cose buone di tutti. Se c’è una cosa intelligente di sinistra la sosteniamo se è di destra pure”. Insomma, una rivisitazione dell’antico detto romano: Franza o Spagna basta che se magna. Declinazione popolare di Terzo Polo appunto. I cinque minuti sono fortunatamente trascorsi. Vespa annaspa e gioisce mentre Calenda fa occhioni e non schioda dalla telecamera e l’impalla vanamente gomitato dallo spossato abruzzese.

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