Chi è Chiara Colosimo (Fdi), che Meloni vuole come ministra di Gioventù-Sport

Classe 1986, è da sempre vicina alla leader di Fratelli d'Italia ed è pronta a lavorare nello stesso ministero che Meloni aveva nel Berlusconi IV

di Vincenzo Caccioppoli
Politica

FdI, Colosimo-Meloni: un sodalizio che durà da ben vent'anni

 

Ad accomunare Chiara Colosimo alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ci sono moltissime cose, che costellano la loro lunga storia politica, tanto che si potrebbero definire come una sorta di gemelle di militanza politica. Cresciute ambedue, sempre politicamente parlando, alla Garbatella, (la Colosimo è della Balduina), ambedue si sono fatte le ossa in una lunga militanza in Azione giovani, hanno ricoperto incarichi una in Provincia (Meloni) e una in Regione (Colosimo), prima di approdare in parlamento con la decisione e la tenacia che da sempre le contraddistingue.

Chiara Colosimo, classe 1986, ex consigliere regionale del Lazio, tra le più attive e proficue nella sua opposizione alla giunta Zingaretti. Una per tutte si può citare la questione delle mascherine della regione Lazio, per la quale è in corso ancora un processo dai risvolti assai incerti. E’ stata, infatti, lei, a far scoppiare lo scandalo della presunta truffa da 11 milioni per le mascherine acquistate in piena pandemia. Ma sono decine gli atti portati avanti con determinazione nella sua permanenza come consigliere di opposizione.

E’ stata in assoluto una dei consiglieri più presenti in Regione, e il suo lavoro dicono sia stato apprezzato anche da una parte della maggioranza, che non sempre ha condiviso la politica del presidente Zingaretti ed ex segretario Pd, neoeletto in Parlamento.

Adesso per lei, dopo la promozione in parlamento, si prospetta un ruolo di governo al ministero della Gioventù e dello sport, casualmente lo stesso (però senza lo sport) occupato da Giorgia Meloni durante il quarto governo Berlusconi, dal 2008 al 2011.

Anche a lei, come a Giovan Battista Fazzolari, il consigliere forse più fidato della leader, non piace troppo la ribalta, ma fa parlare per lei i fatti. Ha stravinto nel suo collegio di Latina, con oltre il 58% dei consensi.

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Inizia a fare politica giovanissima (proprio come Giorgia Meloni) negli anni del liceo, quando viene eletta rappresentante in Consulta del suo istituto, il prestigioso Convitto Nazionale di Roma “Vittorio Emanuele II” con sede a Prati, e dove incontrò la squadra di Azione studentesca che lavorava, ai tempi, nella sezione della Garbatella in cui militava Meloni.

Da allora il connubio non si è più sciolto. A soli 24 anni (una delle più giovani consigliere, proprio come la Meloni in provincia) viene eletta alla Regione Lazio, nella giunta di destra, guidata da Renata Polverini. E’ una donna fermissima nelle sue convinzioni e da sempre contro tutte le forme di privilegi. Ha da subito chiesto la rinuncia al vitalizio e, quando ne aveva diritto, all’auto blu, perché per lei la politica è una missione, un servizio, e non un approdo sicuro privilegiato.

Insieme a Giovanni Donzelli si occupa anche dell’organizzazione degli eventi, come quello riuscitissimo di Atreju. Non è raro vederla spesso agli eventi occuparsi anche delle mansioni più umili come un qualsiasi volontario. E’ intelligente, preparata, decisa e coerente nel perseguire le battaglie per cui fa politica da oltre vent’anni. quando in FdI si è sparsa la voce che ci sarebbe stato un ministro dello sport, tutti hanno pensato a lei, grande appassionata di sci (viene chiamata “Tombina”) e dello sport in genere, ha praticato anche tennis e il pugilato (giusto per capire di che pasta è fatta la ragazza).

Prima della crisi tutti davano lei come candidata alle prossime regionali del Lazio (ruolo a cui adesso sembra puntare Francesco Lollobrigida) ed ora questa nuova possibilità, che la vorrebbe nel nuovo governo a guida Meloni, per chiudere quel cerchio, iniziato venti anni fa, quando da semplici liceali, hanno iniziato la loro avventura politica, che forse allora nemmeno loro potevano sognare potesse approdare ad un simile scenario, come quello attuale.

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