Politica
Fdi, chi è Giovan Battista Fazzolari, responsabile del programma di Meloni
Spesso sta dietro le quinte, ma è da sempre vicinissimo alla leader del partito, che lo ha spesso voluto al suo fianco nei passaggi più importanti
Chi è il senatore Fazzolari responsabile del programma elettorale e del centro studi di Fratelli d'Italia
Qualcuno lo ha definito come una sorta di Gianni Letta meloniano, qualcuno invece parla di lui come della eminenza grigia del partito, che secondo i sondaggi, dovrebbe essere chiamato a guidare (insieme agli alleati Lega e Forza Italia, molto indietro nei consensi) il paese. La stessa Meloni nel suo libro confessione, best seller dello scorso anno, lo ha definito “una delle persone più intelligenti che abbia mai avuto la fortuna di conoscere”. Ma a Giovan Battista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia e responsabile del programma del partito, schivo e riservato com’è, non piacciono le etichette e soprattutto non piace essere definito come un uomo che trama dietro le quinte. La sua storia parla di un politico sempre in prima linea nel difendere le proprie idee e le istanze sia nelle aule parlamentari che sui territori.
Ma sul fatto che lui sia una delle poche persone a cui Giorgia Meloni presta davvero ascolto, prima di prendere alcune importanti decisioni, sembra cosa ormai appurata. Di origini siciliane, padre diplomatico (Michele Lucia Fazzolari) e madre professoressa (Angelica Bellantone), è cresciuto all’estero tra Francia, Argentina e Turchia. Diplomato al Liceo Chateaubriand, liceo francese di Roma, nel 1989, si è poi laureato in Economia e Commercio alla Sapienza - Università di Roma, ha svolto il corso post laurea in Operatore della Comunità europea presso la Scuola Italiana per l’Organizzazione Internazionale. È stato Capo della Segreteria Tecnica del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni e precedentemente suo consigliere giuridico durante la XV Legislatura quando ricopriva l’incarico di vice presidente della Camera dei Deputati.
Come dire che il suo rapporto con la presidente di Fratelli d'Italia si è consolidato nel tempo. Sempre più spesso quando deve recarsi in televisione Giorgia Meloni, come accaduto anche nella sua ultima apparizione da Bruno Vespa, si fa accompagnare o comunque si confronta proprio con lui, che da buon amante del tiro a segno, cerca sempre di andare a bersaglio anche nei suoi discorsi cosi come negli atti parlamentari.
Parla poco, pochissimo, e compare in pubblico ancora meno, ma non perché non sappia cosa dire o non si sente poco adeguato, ma perché alle parole preferisce i fatti, anche se su Twitter è sempre presente con puntuali ed efficaci tweet, che spesso mettono in imbarazzo gli avversari, come quello recente sulla Polonia, catalogata da Letta come paese di serie b, o quello sulla missione europea Sophia del 2015 che includeva tra le sue azioni anche quello del blocco navale. È stato uno dei primi e più battaglieri all’interno del partito a propendere verso l’intransigenza nei confronti della invasione russa all’Ucraina. Ad inizio aprile, ha compiuto un personale viaggio fino ai confini tra Polonia ed Ucraina, per raccogliere ed aiutare a passare il confine alcuni rifugiati di guerra ucraini.
Si dice che la fermezza della Meloni in questo particolare aspetto di politica estera, derivi anche dalla pervicacia di Fazzolari nel perseguire in quella direzione di attacco senza se e senza ma contro la Russia e le politiche sanzionatorie (anche se sempre con un occhio di riguardo verso le difficoltà delle imprese nostrane che con la Russia ci lavorano) e di appoggio all’Ucraina, (ruolo riconosciutole più volte dallo stesso premier Draghi), in una scelta di campo che comunque per Fdi e la Meloni non poteva che non essere atlantista, malgrado qualche piccola apparente titubanza dei suoi alleati di coalizione Lega e Forza Italia.
In questo ruolo Fazzolari è stato sicuramente affiancato da un altro fedelissimo della Meloni, Raffaele Fitto, che è diventato un pò come la protuberanza della leader (diventata grazie al suo incessante lavorio diplomatico e quello di Carlo Fidanza presidente dell’Ecr un anno e mezzo fa) all’interno istituzioni europee (è il copresidente dell’ECR), ruolo che Fitto svolge con maestria ed esperienza consolidate. Qualcuno lo ha soprannominato la “Bussola”, in omaggio al fatto che le sue indicazioni, spesso vengono prese per oro colato, considerando l’equilibrio e l’esperienza del personaggio. Qualcuno invece preferisce chiamarlo simpaticamente Spugna, per la sua capacità di assorbire in poco tempo una miriade di nozioni.
La Meloni ha scelto lui quando giovanissima fu eletta presidente dei Giovani di Alleanza nazionale, come consigliere per le tesi congressuali, che in gran parte erano farina del suo sacco ( tanto tra i due c’è una tale comunanza di idee, valori e progetti che spesso i due si domandano di chi sia la primogenitura di una idea o di una frase particolare). All’interno del partito Fazzolari è anche il responsabile del centro studi, che da anni sfodera dossier e documenti utilissimi per supportare l’attività parlamentare. Sarebbe sempre sua l’idea di definirsi come un movimento di patrioti: "È il modo più semplice per raccontare il tema complesso della difesa dell’identità nazionale quale strumento per contrastare l’omologazione mondialista e arginare ogni forma di cedimento di sovranità popolare a indefinite entità sovranazionali", ha spiegato tempo fa Fazzolari in un'intervista al Giornale.
Rispettato anche da alleati ed avversari, è destinato probabilmente a seguire, nel caso le elezioni andassero come prevedono tutti i sondaggi, Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. E’ sempre puntuale a controbattere le “mistificazioni” che a suo dire vengono fatte su alcune proposte di Fratelli d’Italia come il blocco navale. “E’ una scorciatoia semantica. FdI vuole ripartire dalla missione Sofia”, o le modifiche al PNRR che andrebbe riscritto: “Abbiamo solo detto che non si può non tenere conto dei costi diversi delle materie prime dopo la guerra in Ucraina". O la questione della fiamma dal simbolo: “Giorni fa ho letto un articolo dal titolo ‘perché non basta togliere la fiamma’. Ci chiederanno sempre di togliere qualche altra cosa”, spiega con quel suo tono sempre pacato ma con una scintilla negli occhi, che svela la sua profonda intelligenza e determinazione, che adesso si trova di fronte ad uno di quei bivi della storia, in cui è vietato fallire. E Fazzolari, come spiegano quelli che lo conoscono bene, è uno che nella vita come nello sport non lascia quasi nulla al caso. Una sorta di piccolo secchione, alla pari della leader di Fratelli d’Italia, che pretende sempre il 110% per prima da sé stessa. Ed è per anche per questo, dicono, che con Fazzolari vada così d’amore e d’accordo.