Commissario Emilia, Figliuolo verso la nomina. Bonaccini è stato bocciato
Nel Cdm del pomeriggio dovrebbe esserci l'ufficialità. L'alternativa all'ex commissario Covid è Guido Bertolaso, assessore al Welfare in Lombardia
Commissario Emilia, Bonaccini scartato: "Non tiene a bada i suoi"
Il governo Meloni sembra aver finalmente deciso. Dopo quaranta giorni dall'alluvione che ha messo in ginocchio l'Emilia Romagna, l'esecutivo nel consiglio dei ministri del pomeriggio dovrebbe ufficializzare la nomina di commissario straordinario. A spuntarla - si legge su La Stampa - potrebbe essere Francesco Paolo Figliuolo, il generale protagonista del piano vaccinale anti-Covid e attualmente a capo del comando operativo di vertice interforze. L'altro nome in ballo fino all’ultimo è quello di Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia. Mentre Nicola Dell’Acqua, attuale commissario per l’emergenza idrica, avrebbe declinato l’offerta. Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, chiede di "individuare immediatamente norme, governance e risorse che presiedono al percorso di emergenza e ripartenza". Secondo Bonaccini "lo stanziamento di 200 milioni" previsto dal Fondo emergenza nazionale "è già abbondantemente speso" e la gran parte dei 2,2 miliardi previsti dal dl Alluvioni "non servono per fare i lavori necessari entro l'inverno".
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Nel frattempo - prosegue La Stampa - le dichiarazioni critiche degli amministratori del centrosinistra e dello stesso Partito democratico sono servite a Palazzo Chigi come argomento per giustificare la decisione di fare a meno del governatore emiliano romagnolo, "non tiene a bada i suoi" ripete un esponente di governo. Scartato Bonaccini per il ruolo di commissario, Lega e Fratelli d’Italia hanno superato il principale motivo di attrito. Ma, sottotraccia, la polemica interna è andata avanti e il Consiglio dei ministri di giovedì scorso, che aveva all’ordine del giorno l’alluvione in Romagna, è stato rinviato, ufficialmente per sopraggiunti impegni personali di Meloni. "Abbiamo perso tempo", ammette, senza distribuire colpe, il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari.