Dl bollette, governo pone la fiducia. Modifiche dopo i rilievi del Quirinale
Insorge l'Unione Nazionale Consumatori: pessima notizia la fiducia
Il testo è stato rinviato in Commissione: dietro al rinvio, ci sarebbe il faro del Quirinale
Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul decreto Bollette, che stanzia quasi 5 miliardi a sostegno di famiglie e imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale e interventi in materia di salute e adempimenti fiscali, atteso in Aula giovedì. Oggi il testo è stato rinviato in Commissione per recepire due condizioni della commissione Bilancio e altre richieste di modifica del testo avanzate dalle commissioni competenti. Ma soprattutto, dietro al rinvio, ci sarebbe il faro del Quirinale.
È quanto si apprende da fonti della maggioranza anche se in ambienti del Colle la notizia non viene confermata: "Nessun intervento, la decisione di ammettere o meno spetta ai presidenti delle Camere", viene riferito.
Sotto la lente dei tecnici della presidenza della Repubblica ci sarebbero tre emendamenti che riguardano il Polo didattico dedicato alle vittime di Marcinelle, le visite dei parlamentari nelle carceri senza preavviso, le disposizioni votate per Assoprevidenza a supporto degli investimenti dei fondi pensione nella capitalizzazione delle Pmi. Le tre proposte di modifica dovrebbero ora essere stralciate dal decreto, tornato nelle commissioni Finanze e Affari sociali di Montecitorio. Per un problema di coperture sollevato dalla Ragioneria dello Stato salterebbe invece la norma sulla stabilizzazione dei ricercatori sanitari di Ircss pubblici e Istituti zooprofilattici sperimentali.
Il governo ha poi deciso di porre alla Camera la fiducia sul disegno di legge che converte il decreto, come annunciato dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Energia: Unc, pessima notizia fiducia governo su dl bollette
“Una pessima notizia per le famiglie italiane. Speravamo che il Governo si ravvedesse dopo la notizia di ieri data dall'Istat, ossia che l’accelerazione del tasso di inflazione, dal 7,6% di marzo all'8,2% di aprile, si deve all’aumento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che tradotto significa che è colpa del Governo che ha ripristinato gli oneri di sistema, togliendo la gran parte degli sconti introdotti da Draghi. Evidentemente ci sbagliavamo. Errare è umano, ma perseverare…". Così Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
"In un solo mese, da marzo ad aprile, nonostante il costante calo dei prezzi nei mercati all'ingrosso, l'Energia elettrica del mercato libero è rincarata dell'8,8%, il Gas del mercato libero dell'8,1%, il Gas del mercato tutelato addirittura del 30,1%. A salvarsi solo la luce del mercato tutelato, per il solo fatto tecnico che i prezzi erano ancora quelli stratosferici fissati a dicembre, essendo l'aggiornamento di Arera su base trimestrale", conclude.
Secondo lo studio dell’Unc, infatti, "il Governo ha reintrodotto una tassa occulta attualmente pari, su base annua, a 90 euro per la luce e 309 per il gas, per un totale di 399 euro per una famiglia tipo in tutela".
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