Femminicidi, responsabilità delle Istituzioni. Da una premier donna come Giorgia Meloni ci si aspetta di più

Femminicidi, sarebbe utile che il governo creasse una struttura Interforze coordinata dal prefetto che gestisse attentamente la situazione

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Femminicidi: le responsabilità delle Istituzioni

Lo stillicidio quotidiano di notizie di continui femminicidi merita riflessioni e misure correttive. Si tratta di una sorta di pandemia che dilaga da anni nel nostro Paese. Si è parlato di sociologia, antropologia etnologica, di patriarcato ma le chiacchiere continuano e i delitti aumentano. Ora le leggi ci sono, non è più come una volta. C’è il “codice Rosso” che dà la possibilità di prevenire, che è la cosa più importante. Ma il problema è proprio questo.

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Il meccanismo è inceppato proprio nel punto più importante: la prevenzione. Le donne in difficoltà segnalano, vanno in Commissariato dalla Polizia, dai Carabinieri ed esprimono la loro preoccupazione. Ma a queste denunce molte, troppe volte non seguono misure concrete che mettano in sicurezza la donna minacciata. E non serve nascondersi dietro una foglia di fico per pudore o per paura di dire la verità. Molte volte le Istituzioni non sono all’altezza di prendere le misure preventive necessarie. E lasciamo perdere la magistrata donna che ha addirittura espresso il suo compiacimento per il “fisicaccio” dell’assassino di Rovereto.

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La Polizia e i Carabinieri molte volte non intervengono perché sottovalutano i segnali. Pensano che si tratti di dinamiche di coppia, di normali contrasti e lasciano correre magari con qualche consiglio paternalistico o qualche ammiccamento di circostanza. Ma in realtà sono proprio loro che dovrebbero fare da filtro e capire se si tratta di esagerazioni oppure dietro c’è un reale pericolo di incolumità fisica. Il maschio molestante non viene quasi mai convocato e se lo è si peggiora la situazione perché poi una volta tornato a casa il pericolo aumenta. Invece va trattenuto ed occorre fargli sentire che lo Stato c’è e lo seguirà da molto vicino.

Soprattutto quando si tratta di persone conosciute -e Polizia e Carabinieri hanno questo polso del territorio- devono intervenire in maniera veloce e risoluta e non complicare le cose. Sempre restando al recente femminicidio di Rovereto, le sorelle dell’assassino avevano chiesto almeno un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) alle Forze dell’Ordine ma non se ne è fatto nulla eppure c’erano stati rilevanti e preoccupanti segnali. C’è questa incredibile tendenza a sottovalutare sperando che poi non succeda niente e poi puntualmente succede il disastro.

Femminicidi, da un premier donna come la Meloni ci si aspetta di più

Sarebbe utile che il governo creasse una struttura Interforze coordinata dal prefetto che gestisse attentamente la situazione, garantendo un reale interessamento delle Istituzioni preposte. Fondamentale anche un supporto psicologico per le donne denuncianti che dovrebbero avere ben chiaro il quadro della situazione e i relativi pericoli. Giorgia Meloni per la prima volta è un premier donna e per questo ci si aspetta di più nel contrasto al fenomeno.

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