Gli italiani innamorati di Meloni l'hanno votata. E ora se la tengano

Tra chi l'ha votata, già tanti, pentiti, dicono “Ma prima del voto diceva tutt'altro, come facevamo a pensare che fosse un trasformista tale...”

Di Paolo Diodati
La Presidente Giorgia Meloni in Lettonia per il Summit NATO
Politica

Meloni, v'è piaciuta? E adesso ve la tenete

“T'è piaciuta”, diceva Renato Carosone in una canzonetta: l'hai voluta, l'hai sposata, “e se o mellone è uscito bianco, mo co' chi t'hai vo' pija'?” O mellone bianco, stava e sta, per cocomero bianco, cioè per fregatura. Ha voluto il maschile, con tante oche al seguito che vorrebbero passare alla Storia per tale importante rivoluzione linguistica, maschilista e antifemminista? O tutta questa confusione, riscontrabile in tutti i giornali, è dovuta alla preferenza di Duce, decisamente migliore di Ducessa?

Comunque, visto e sentito il nostro Melone addirittura anteporre il suo atlantismo all'europeismo, aspramente criticata il 5/8, da Alemanno del suo stesso partito, con la ridanciana sottomissione a Biden entusiasmandolo con un sottinteso antifascista, anzi, anti-italiano “civis americanus sum”, non resta che cantare a chi l'ha votata “T'è piaciuta? - pardon -  T'è piaciuto, t'è piaciuto? Se o Melone è un bidone, mo co' chi t'ha vo' pija?”

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Tra chi l'ha votata, già tanti, pentiti, dicono “Ma prima del voto diceva tutt'altro, come facevamo a pensare che fosse un trasformista tale...” e pensano di mollarla o già l'hanno mollata. Tra i pentiti, soprattutto chi giudicava solo “un neo” la sua errata posizione sulla guerra, troppo entusiasticamente, senza se e senza ma, filo americana, abbracciata a Zelensky e Biden. Un neo, rispondevo, di quelli che degenerano in tumori maligni. Essere immersi in questo tumore è il problema più importante che dovremmo contribuire a risolvere e non tramite la guerra.

Tutti gli altri problemi sono di secondaria importanza. Era questo che voleva chi l'ha votata? Allora bisogna ricordare la proverbiale saggezza cinese: “Se uno ti frega una volta, la colpa è sua. Se ti frega una seconda volta, la colpa è tua.” E la seconda volta potrebbe essere col secondo Melone: Arianna, vociferata addirittura capolista alle europee. E a mammetta niente? Non rivendica diritti per aver usato fertilizzanti per meloni che sembrano gonfiati?

Tra i non pentiti, finora, tutti i giornalisti di punta de La Verità. Maurizio Belpietro e Mario Giordano tessono le lodi quotidianamente, per tutto quello che il Presidente fa e dice. Giordano ha addirittura maltrattato da par suo (cioè in maniera retoricamente eccessiva) chi ha osato non trovare commovente, esempio di dedizione e amore materno, la foto che il Presidente s'è fatta scattare mentre abbracciava la sua bimba per la quale risparmia il tempo per mostrarle i 5 continenti su un bel mappamondo, preferendo farle fare direttamente il giro del mondo.

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Cosa diranno, i due, ora che deve essere considerata ufficialmente, una “vera montiana”, a detta dello stesso Monti, muovendosi entro il solco tracciato dalla Sacra Trimurti Mattarella-Monti-Draghi? Sarà una distrazione (che coincidenza, però!) ma anche oggi, 7/8, La Verità ha sorvolato sui complimenti che addirittura lo stesso Monti ha elargito al Meloni (un autentico endorsement), ritenuti “mortali” da tutti quelli che ricordano la politica di Monti e quello che diceva di Monti il Meloni pre-elettorale.

Inaspettata ed eccellente considerazione finale, un altro endorsement pro Giorgia, umoristico-dissacratore: “In Italia si risolverebbe l’annoso problema del debito pubblico se si potesse mettere un’imposta sul trasformismo. Questa tassa non c’è perché noi, inclusi i nostri media, abbiamo la memoria corta e pretendiamo poco dai politici che eleggiamo”. Bravo Mario: trenta e lode! Anche per la modestia nel mettersi tra gli italiani dalla memoria corta.

Belpietro e Giordano continueranno a tappare la bocca a ogni critico, col solito argomento imbattibile: gli altri sono peggiori del Meloni. Certo, se per altri ci si limita a guardare Giuseppe Conte e la Schlein, due che hanno clamorosamente sbagliato mestiere. Per garantirsi il voto dei disperati immigrati, continuerebbero a spendere quasi 8 miliardi l'anno per il reddito di cittadinanza: un'idea da paese di Bengodi che non vede o non ha pietà per i cittadini autoctoni in difficoltà.

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Qual è il ritorno di tutto questo girare per il mondo del nostro Meloni? Ora andrà da Xi, dopo aver sentito Biden affermare che è impaziente di stringere più rapporti con il partner che giudica, solito incosciente che è, il più affidabile. Affidabile uno che ha portato in guerra un popolo davvero pacifista e senza consultarlo? Un popolo a torto o a ragione, famoso per aver iniziato le ultime due guerre da una parte e finite dalla parte opposta?

E' fallita, come temevo ed avevo previsto, la raccolta delle 500.000 firme per il referendum IO RIPUDIO LA GUERRA, indetto dal giurista ultramassacrato, Ugo Mattei. Siamo arrivati a 370.000 firme. Con un ulteriore piccolo sforzo (basterebbe chiedere a chi ha votato, di spingere a votare anche solo un'altra persona) e il quorum sarà abbondantemente superato. Dopo si vedrà il seguito che la linea Meloni ha realmente. E la sua affidabilità!

Che risultati hanno fruttato tutti questi giri per il mondo, in un'epoca che ha azzerato, con la sua tecnologia, le distanze? L'aria fresca meloniana pensa che ridendo dappertutto sgangheratamente a 32 denti, ovviamente sempre senza motivo, con abbracci, strette di mano e qualche pacca sulle spalle, si risolvano i problemi? Avesse avuto almeno il coraggio, il nostro Presidente giramondo, di dire nel suo perfetto anglo-romanesco “A Jo'... semo d'accordo su tutto, anche col bitols quanno dice LIVE AND LET DIE (vivi e lascia morire)... ma damoce 'n appuntamento pe' fa 'l punto... pe' senti' puro ' ch'aria tira co' ialtri...”.

Invece, niente! Grazie al nostro Presidente, siamo i migliori alleati, i più fidati per Zelensky (al quale, da brava sparona, esagerata, ignorante integrale in geometria, ha promesso appoggio a 360°...) e per Biden, criminale sanitario, per aver ignorato le leggi che regolano la messa in vendita dei vaccini! Peggio di così, era difficile, forse impossibile, che potessero farci finire. E questo, grazie all'ineliminabile protagonismo d'O Mellone uscito bianco!

Oltre a questo bel risultato, l'osservazione fatta, tra i primi da Ernesto Galli della Loggia, poi da diversi altri commentatori, tra i quali Giuseppe Vatinno recentemente su Affari: tanto fumo, niente arrosto. I problemi che avevamo a casa nostra... tali restano. Ma il più grande, il primo che soprattutto i politici non governativi, dovrebbero precipitarsi a risolvere è quello di come uscire dallo “scivolo” in cui la “tu vuo' fa l'americana”, ci ha infilati.

Le pregiudiziali tra partiti (mai allearsi con questo e quello) devono cadere perché tutti i partiti sono lacerati: guerrafondai o pacifisti realisti, convivono per ora, in tutti i partiti. Allora i realisti pacifisti di tutti i partiti, dovrebbero unirsi e al più presto, per far ripudiare davvero la guerra. Hollywood Zelensky è un uomo dalla mentalità del secolo scorso che è riuscito a sfruttare la propaganda per apparire la vittima di un'aggressione, dimenticando le aggressioni fatte a sua volta, contro i russi in Crimea. Come può pensare di pacificare, appunto la Crimea, facendola sua, quando gran parte della popolazione si ritiene russa e non vuol sentir parlare dell'attore che sta facendo la parte di un Hitler peggiorato?

Quanto più tempo passa più diventa evidente che, esclusa la via barbara di cercar di concludere questa guerra, uccidendo l'avversario, restano le due soluzioni civili qui più volte descritte che, tra l'altro, condurrebbero alla stessa soluzione pratica sul campo (libere elezioni o congelamento situazione attuale).

E davvero, il Bullo monovestito di Kiev, può sperare di passare ancora per il “servitore del popolo”, in un paese in macerie e ridotto alla fame? Tutta colpa di Putin... Ma è stato Putin a ordinargli, appena eletto in modo plebiscitario, di cancellare dall'Ucraina i russi, la loro lingua, la loro cultura? Oltre a nutrire un'infinità pietà, per chi lo votò, si potrebbe cinicamente, ma giustamente, intonare anche per loro “V'è piaciuto, v'è piaciuto...”.

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