Il governo Meloni umilia vedove/i e i loro figli. E non fa nulla per riparere

Assegno unico 2023, resta la discriminazione per la famiglie monogenitoriali

Di Alberto Maggi
Politica

Continua la grave discriminazione nell'assegno unico


La gravissima discriminazione nell'assegno unico nei confronti delle famiglie monogenitoriali, che da ottobre 2022 sono stati tolti 30 euro a figlio al mese, non è stata sanata nella Legge di Bilancio dal Centrodestra di governo (non che Pd e M5S si siano spesi), malgrado Azione-Italia Viva con l'ex ministra Elena Bonetti avesse presentato un emendamento chiarissimo che avrebbe sistemato l'ingiustizia. Ora con il nuovo anno tornano le rassicurazioni sul fatto che, prima o poi, alla prima occasione, si interverrà. Forse. Quando? Nessuno lo sa e non ci sono certezze.

Il fatto, sollevato da Affaritaliani.it, è ormai noto ed è a conoscenza di tutti i membri del governo e del Parlamento (ma evidentemente non lo ritengono importante e dimostrano totale disinteresse). Per lo Stato italiano una famiglia monogenitoriale (circa un milione) non ha diritto alla maggiorazione di 30 euro al mese a figlio perché il secondo genitore del o dei bambini/ragazzi non lavora. Non importa che sia al cimitero (oppure che sia un caso di ragazza madre abbandonata dal padre del bimbo o bimba). Per lo Stato italiano, per il Centrodestra guidato da Giorgia Meloni, per il Pd e per il M5S è normale equiparare il marito (o il compagno) o la moglie (o la compagna) morto/a al fatto che siano sul divano a riposare. L'Inps applica la legge, ma il Parlamento pur avendo avuto l'occasione di sanare la grave discriminazione ha fatto finta di niente, punendo i più sfortunati.

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