Politica
Mezzi pubblici gratis o biglietti più cari? Da Bari a Milano, scelte opposte
Schiacciati tra i vincoli della transizione ecologica e quelli dei bilanci comunali, i sindaci devono prendere decisioni difficili. Chi ha ragione?
Crisi ecologica e trasporto pubblico: il nodo irrisolto delle tariffe
Gli aspiranti segretari del Pd discutono di tutto, dalla data del congresso fino alla possibilità di allargare la partecipazione attraverso il voto online, ma delle piattaforme programmatiche si parla veramente poco. E invece sarebbe proprio il caso di chiarirsi le idee, magari iniziando da questioni fondamentali come la transizione ecologica e la mobilità sostenibile. Già, perché due sindaci di centrosinistra molto importanti come Beppe Sala (Milano) e Antonio Decaro (Bari) esprimono orientamenti diametralmente opposti sulla gestione del trasporto pubblico. Con tanti saluti ai buoni propositi di Decaro, il quale auspicava che altri sindaci imitassero la sua scelta.
Certamente non sarà seguito da Milano, visto che Sala ha già bollato come “demagogico” l'annuncio del collega, pronto a proporre ai baresi degli abbonamenti “quasi gratis”, ovvero sforbiciando la tariffa da 250 a 20 euro all'anno. Il primo cittadino meneghino ha inoltre definito la scelta del collega come “un errore grandissimo”, aggiungendo che “significherebbe fare un passo indietro nello sviluppo del trasporto pubblico e portare al tracollo tanti Comuni. Ma perché dobbiamo essere così demagogici?”. Sala è uomo di numeri e da Palazzo Marino spiegano come il problema dei trasporti milanesi sia legato al taglio di 27,2 milioni di euro deciso da Regione Lombardia, da qui la necessità di correre ai ripari.
Quindi, come annunciato da tempo, da lunedì 9 gennaio a Milano aumenteranno i prezzi dei mezzi pubblici. Al rientro dopo le feste di fine anno, studenti e lavoratori troveranno il classico biglietto rincarato da 2 a 2,20 euro, mentre aumenterà di un euro il biglietto da 72 ore e di 1,50 il carnet. Una decisione molto contestata, anche perché nel frattempo resta immutata la tariffa di Area C, il ticket che consente di entrare con la propria macchina in centro a soli 5 euro. Oltretutto, Sala si è molto speso in prima persona sulla transizione ecologica, delega assessorile che ha tenuto per se stesso, e a maggior ragione colpisce una frattura così netta nei confronti di Decaro, che è anche il presidente nazionale di Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani).
Certo, Sala non è iscritto al Pd, ma i Dem sono l'azionista di maggioranza della sua giunta, e ne fa parte l'assessora ai trasporti Arianna Censi. Proprio un suo post sul tema riaccende la querelle: “Leggo da due giorni che il Sindaco di Bari abbasserà gli abbonamenti dei bus a 20 euro. Non è proprio così, è stata raccontata male, e si è perso peraltro un pezzo molto importante. Mi spiego. Gli abbonamenti a 20 euro saranno solo 20.000; il Comune li acquisterà a prezzo pieno dalla società che gestisce il servizio e li rivenderà a quel prezzo ai primi che riusciranno a farne richiesta (…) Per questo motivo il nostro Sindaco ha parlato di demagogia nei confronti del racconto, un po’ fantasioso, che è girato in questi giorni”. Seguono poi diversi paragoni con gli sconti e le gratuità applicate a Milano, dove gli abbonamenti resteranno invariati, ma non va dimenticato che si tratta di una città con oltre un milione e 300.000 abitanti: a Bari ce ne sono appena 316.000, quindi quei 20.000 abbonamenti a tariffa popolare non sono esattamente un'inezia, bensì il 6,3% del totale.
Mezzi pubblici: il panorama delle tariffe in Italia e all'estero
Non solo: il taglio dei biglietti del trasporto pubblico è una strategia sempre più diffusa a ogni latitudine ed economicamente sostenibile. Lo dimostra, come ultimo caso, la sperimentazione dello scorsa estate in Germania, dove gli abbonamenti per muoversi sul territorio nazionale con autobus, treni, tram e metro sono stati abbassati a soli 9 euro: i viaggi totali sono aumentati del 56% e il 10% di spostamenti fatti coi mezzi, invece che con l'auto, ha comportato minori emissioni per circa 600.000 tonnellate di CO2 al mese.
“Das 9 euro Fahrticket” non è un caso isolato. In Lussemburgo si viaggia gratis già dal 2020. In Austria dallo scorso anno è in vigore il “Klima Ticket”: con 1.095 euro all'anno, ovvero 3 euro al giorno, si ottiene una tessera che permette di circolare sull'intera rete del trasporto pubblico e privato. In Spagna, dopo i tre mesi di gratuità dei trasporti ferroviari regionali sperimentati dallo scorso ottobre al 31 dicembre, dal 1 febbraio il governo socialista di Pedro Sanchez estenderà la tariffa anche ai pullman che collegano le varie città del Paese: ogni cittadino avrà diritto a 16 viaggi gratuiti, col limite di una andata e ritorno al giorno. Stessa parte politica, ma orientamenti diversi sulla mobilità.
E dire che già una decina di anni fa l'allora assessore ai trasporti milanese Pierfrancesco Maran (Pd) si era fatto carico di studiare la sperimentazione dei mezzi gratuiti che Federico Pizzarotti (in quel momento del M5S) aveva messo in campo a Parma. Non solo non andò in porto, ma oggi il Sindaco ducale è Michele Guerra (Italia in Comune, il nuovo partito di Pizzarotti) e il biglietto sale da 1,50 a 1,60 euro. Lo stesso accade a Ferrara (+0,20) e a Foggia (+0,10 euro), governate rispettivamente dalla Lega e da un commissario prefettizio. Nella Roma di Roberto Gualtieri (Pd) sono state promosse diverse giornate gratuite per autobus e metro, anche a Natale, ma gli aumenti scatteranno la prossima estate: biglietto da 1,50 a 2 euro, abbonamento mensile da 35 a 46,70 euro e annuale da 250 a 350 euro. Nella Genova di Marco Bucci (centrodestra), rimarranno gratis per tutto il 2023 gli impianti verticali - cioè ascensori, funicolari e cremagliera - senza limiti di orario, mentre la metropolitana resterà gratuita in due fasce giornaliere: dalle 10 alle 16 e dalle 20 alle 22. A Brescia, Del Bono (Pd) ha deciso di non aumentare i prezzi.
Insomma, un panorama decisamente molto variegato, anche tra ammistrazioni dello stesso colore politico. Annunciando che Bari sarebbe stata “un'apripista”, Decaro aveva anche citato Reggio Calabria (governata dal centrosinistra) come città pronta ad adottare una politica analoga sui trasporti. Chi avrà ragione? Lo decideranno, come sempre, gli elettori... ma anche i dati sull'inquinamento.