Politica

Elezioni Lombardia, il M5s alleato con il sindaco di Brescia pro-inceneritori

di Egidio

Per le elezioni regionali in Lombardia i 5 Stelle fanno saltare il tabù dell'inceneritore con cui fecero cadere Draghi

Elezioni regionali Lombardia 2023, l'alleanza Pd-5 Stelle: Conte fa saltare i tabù

Sarà che sono decisioni prese a cavallo dei brindisi natalizi, sarà l’aria di Cortina o le preoccupazioni sul Qatar-gate, ma è difficile trovare una logica nelle alleanze Pd-5 Stelle alle prossime regionali. La prossima tornata elettorale del 12 e 13 febbraio è tutt’altro che una semplice elezione amministrativa: si decide chi dovrà governare oltre 15 milioni di cittadini, nelle due regioni che ospitano la capitale politica e finanziaria d’Italia. Tutti riconoscono che sono la prima vera rilevazione sullo stato di salute dei partiti.

Il centro destra corre compatto ovunque, unica spina nel fianco la scissione di Letizia Moratti in Lombardia - ex assessore del Presidente uscente Fontana, sostenuta dalla corrente di Umberto Bossi oltre che da Calenda e Renzi. Il centro-sinistra corre diviso nel Lazio, dove il Pd e terzo polo sostengono insieme l’assessore alla sanità uscente D’Amato, mentre i 5 stelle candidano alla Pisana Donatella Bianchi, ex Presidente del WWF Italia.

5 Stelle e Pd divisi dall’inceneritore di Roma dunque: impianto voluto dal Governo Draghi su richiesta del Sindaco Roberto Gualtieri, è diventato il casus belli con cui Conte ha fatto cadere il Governo dell’ex governatore della Banca d’Italia. 


Fin qui nulla di nuovo. Dopo quell’episodio i due partiti hanno rotto ogni rapporto andando da soli alle elezioni del 25 settembre. “Finché ci sarà questa dirigenza, con il Pd non è possibile allearsi” ha tuonato Conte. Posizione dell’ex premier che ha pagato molto in termini di consensi: la netta cesura - pur continuando a governarci insieme in città importanti come Napoli - ha permesso al Movimento 5 Stelle di superare i democratici nei sondaggi e di rilanciare Conte come leader del centro-sinistra.

In Lombardia però, i grillini hanno deciso di sostenere il candidato del PD Pierfrancesco Majorino. Nella lista del partito di Majorino, insieme ai 5 stelle, ci sarà anche il Sindaco di Brescia Del Bono, notoriamente a favore di quell’impianto che negli ultimi 15 anni era stato al centro delle campagne ambientaliste di Grillo, Casaleggio, Di Maio e Di Battista. Gli stessi Vito Crimi e Stefano Buffagni, volti storici del Movimento Lombardo e sodali di Conte, hanno avuto pesanti diverbi a mezzo stampa con il primo cittadino, che ha sempre sostenuto dal canto suo che “gli inceneritori servono e non se ne può fare a meno”.

Ma non c'è solo l’inceneritore tra i tabù di questa alleanza. C’è anche la famosa regola dei due mandati per cui l’Avvocato del popolo ha fatto fuori dalle liste delle politiche nomi come Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede. Infatti per la prima volta - a differenza di Liguria, Umbria e Calabria - il Movimento sostiene un candidato Presidente di regione che ha svolto più mandati: Majorino è stato due volte consigliere comunale, due volte assessore e da europarlamentare si candida in regione al suo sesto incarico.

Non è infatti un mistero che diversi gruppi 5 stelle, in particolare quelli di Como e Mantova abbiano mostrato il proprio dissenso su questa decisione scrivendo direttamente a Conte. Nel Pd ci sono differenze di vedute sull’alleanza con i 5 stelle e questo tema probabilmente piomberà nel prossimo congresso. Ma i più pragmatici sostengono sia stata una scelta tattica non politica: così facendo hanno portato Majorino nei sondaggi a circa 5 punti da Fontana. Vedremo il risultato finale, ma a che prezzo politico?