Governo Meloni, Affari detta l'agenda: decolla l'ipotesi elezioni anticipate
Lo scoop di Bisignani a "La Piazza" adesso viene rilanciato da più parti. La maggioranza è sempre più spaccata e la premier pensa seriamente a questa ipotesi
Meloni pensa alle elezioni anticipate. La bomba di Affari trova continui riscontri. Ecco perchè adesso è un'ipotesi concreta
La partita per le Europee si fa sempre più calda e l'ipotesi di Affari su un possibile ritorno alle urne prima della fine del mandato della Meloni prende forma. L'idea è stata lanciata da Luigi Bisignani a "La Piazza", la kermesse politica di Affaritaliani.it che si svolge ogni anno a Ceglie Messapica (Puglia) ideata e condotta dal direttore Angelo Maria Perrino, e successivamente ribadita dal profondo conoscitore dei palazzi in un'intervista rilasciata al nostro giornale.
Il tema di questa edizione edizione della kermesse di Affari era proprio "Meloni d'autunno" e l'ex giornalista molto vicino alle stanze della politica Bisignani stuzzicato da Perrino sull'argomento aveva sganciato la bomba: "Meloni potrebbe decidere di andare subito alle elezioni". Le argomentazioni di Bisignani erano relative al momento politico. La premier, viste le divisioni interne alla Destra, rischia col passare del tempo e in vista delle Europee di disperdere il suo attuale consenso e le elezioni anticipate le consentirebbero anche di ridimensionare i suoi attuali alleati: la Lega di Salvini e Forza Italia di Tajani.
Ipotesi poi confermate anche in successivo colloquio sempre su Affari: “La premier Giorgia Meloni ha il governo impallato. Se non trova nuovo smalto si sfilaccia tutto il rapporto con i suoi ministri. Fare un rimpasto è sempre complicato. La premier ancora ha un grandissimo consenso nel Paese, ma un consenso sempre minore nel Palazzo, che significa tra i partiti, tra i centri di potere, le banche, il Consiglio di Stato, l’Avvocatura dello Stato. Quindi lei per utilizzare questa grande onda che ha nel Paese non può che andare a elezioni anticipate se no rischia di fare la fine di Renzi e di tutti quelli che, per campare un giorno in più, poi vengono travolti”.
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La notizia oggi è stata rilanciata anche dall'editorialista politico de La Stampa Marcello Sorgi. Nel giro di pochi giorni e in vista delle elezioni europee all’interno del centrodestra - spiega Sorgi - i tre maggiori alleati della maggioranza dispiegheranno tre diverse strategie. Diverse e ovviamente contrastanti, che certo non contribuiranno alla stabilità di governo. Forse è anche per questo che in questi giorni, fra le voci che circolano, incoraggiata dalle crescenti difficoltà economiche, c’è anche quella di uno scioglimento delle Camere e di un abbinamento tra politiche, europee e regionali, in un election day in cui ciascuno metterebbe in gioco tutta la posta.
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Formalmente - prosegue La Stampa - la premier ritiene che anche in Europa la soluzione migliore sarebbe un confronto aperto tra centrosinistra e centrodestra. Ma nel caso in cui nessuno dei due schieramenti raggiungesse la maggioranza, Meloni non lo dice, anche perché si troverà a competere con Salvini e i suoi alleati della destra radicale, ma è lecito aspettarsi che sarebbe disposta a trattare, anche con i partners della cosiddetta “maggioranza Ursula” che ha eletto Von der Leyen alla guida della Commissione. Del tutto diversi i piani di Salvini e Tajani, ognuno va per la sua strada e il centrodestra è sempre più spaccato al suo interno.