Klaus Davi: "Il video di Meloni sul Dl lavoro? Donna sola al comando"
Affari ha interpellato il massmediologo per far luce sulle perplessità attorno alla scelta della premier di non presentare le riforme in conferenza stampa
Giorgia Meloni, il video del Primo maggio fa discutere. Klaus Davi ad Affari: "La premier rischia politicamente"
Luci ma anche ombre sulla decisione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di presentare le principali riforme del Decreto lavoro non in conferenza stampa, bensì tramite un video. Un filmato in cui nulla sembra lasciato al caso, perchè sapientemente costruito con l’aiuto dei social media manager e supervisionato dal capo ufficio stampa Mario Sechi: dagli oggetti alle inquadrature, dalla gestualità allo scampanellio finale con cui la premer dà il via al Consiglio dei ministri.
Si può dire che lo stile comunicativo del Governo, o meglio di Giorgia Meloni, sia a un punto di svolta? C’è un significato dietro questa scelta? Affaritaliani.it ha interpellato Klaus Davi, giornalista e massmediologo.
La scelta della premier di girare un video diretto agli italiani da Palazzo Chigi può dirsi inedita?
Direi che lo stile comunicativo non è una novità assoluta, perché la Meloni di fatto sta seguendo un canale aperto dai grillini, e prima ancora da Silvio Berlusconi.
Ad essere una novità è il contesto, il fatto che usi questa tecnica del video “chiuso” istituzionalizzandola, facendola diventare propria di Palazzo Chigi. In questo si differenzia abbastanza dallo stile dei suoi predecessori, primo tra tutti Giuseppe Conte.
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Come giudica questa scelta di esporsi in prima persona dal punto di vista della comunicazione?
Giorgia Meloni ha scelto la disintermediazione, facendosi carico di tutto, concentrando tutto sulla sua persona. Questo esporsi tantissimo, in quanto premier, ha un rischio: dà la sensazione che manchi una collegialità.
È un rischio politico, più che di comunicazione: un presidente del Consiglio dovrebbe poter distribuire i diversi dossier ai ministri di competenza, o comunque dovrebbe farlo credere. Se evita di delegare, anche la comunicazione, ad altri, se e quando qualcosa andrà storto non potrà scaricare errori e responsabilità. Questo, a lungo andare, è un rischio.
Perché a lungo andare?
Per un po’ penso che questa tecnica comunicativa possa funzionare, e anzi la Meloni fa bene ad usarla: la premier sa che ad oggi l’opposizione è spaccatissima, e che passeranno almeno tre o quattro anni prima che si riorganizzi. Ma la legislatura è lunga, e il governo di Giorgia Meloni non sarà sempre in luna di miele.
Perchè secondo lei la presidente del Consiglio ha scelto questa forma di comunicazione?
Di fondo c’è la paura che i suoi messaggi, soprattutto quelli a cui tiene molto, vengano distorti dalle interpretazioni giornalistiche. Ecco perché ha cancellato la conferenza stampa: visto la delicatezza del tema, non ha visto nel dialogo un’occasione per spiegare meglio le cose. Giorgia Meloni e i suoi temono in fondo che si possa ripetere l’“effetto Cutro”, visto anche il suo temperamento sanguigno; quindi hanno deciso di fare un video per arrivare direttamente ai destinatari
Non è che la premier ha paura dei giornalisti? A sentire lei la scelta è dovuta al fatto che il 2 maggio i giornali cartacei non escono…
In realtà le sue scelte sono in linea con la persona che è: Giorgia è una premier di rottura, nel video è stata se stessa. Giudico positiva la sua voglia di arrivare direttamente agli italiani, anche perché fa parte della sua narrazione di informalità. Lo sfottò, la battuta ... tutto fa parte del suo modo di non formalizzare mai anche le situazioni più istituzionali, mai a formalizzarsi troppo. È comunque sempre la ragazza della Garbatella.
Qualcuno dice che con il video abbia voluto in qualche modo oscurare le manifestazioni del Primo maggio, catalizzando l’attenzione su di sé
Non credo assolutamente che Giorgia Meloni abbia avuto intenzioni censorie. Anzi, penso che abbia illuminato con le sue parole gli eventi in programma, dandone risalto.