Lega verso la svolta in Ue, obiettivo governare. Prevale la linea Giorgetti

Lega, il dietro le quinte del Consiglio federale

Di Alberto Maggi
Politica

Salvini non parla e ascolta i colonnelli. Prevale la linea Giorgetti-Molinari


Obiettivo governare anche in Europa, altrimenti non si conta nulla (o poco) anche in Italia. E' questo il senso della svolta che sta maturando nella Lega, che oggi ha tenuto il Consiglio federale (che ufficialmente ha annunciato il probabile ritorno al raduno di Pontida dopo l'estate), massimo organo del partito. Il primo a parlare è stato il presidente della Camera Lorenzo Fontana, che ufficialmente è ancora responsabile esteri del partito.

Il numero uno di Montecitorio ha espresso perplessità su un eventuale avvicinamento al Ppe che sarebbe difficile e complicato da spiegare agli elettori leghisti. In ogni caso il suo è stato un intervento interlocutorio. Con Fontana, sulla stessa linea, l'eurodeputata Annalisa Tardino, commissaria della Lega in Sicilia, e Fabrizio Cecchetti, numero uno del partito in Lombardia. Ma poi è emersa un'altra tesi, portata avanti dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, all'insegna del realismo e del pragmatismo.

Trovare un modo per contare in Europa dopo le elezioni del 2024 visto che si sta profilando una maggioranza Popolari - Conservatori (di Giorgia Meloni), per mandare la sinistra all'opposizione, e il Carroccio non può restare ai margini. La tesi di Molinari è stata appoggiata da tutti i Governatori leghisti, in testa Attilio Fontana e Maurizio Fugatti (assenti in Via Bellerio Luca Zaia e Massimiliano Fedriga che però certamente sono d'accordo con il presidente dei deputati della Lega).



Ma anche e soprattutto dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che sa perfettamente che cosa significa trattare con Bruxelles, soprattutto nel 2024 quando ci sarà la vera riforma del Patto di Stabilità. Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, altra figura chiave nella Lega, ha tenuto una posizione equidistante e attendista, ma gli altri responsabili regionali, segretari o commissari (anche del Sud), si sono schierati con Molinari (inclusi Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali, e Luca Toccalini, responsabile dei giovani).

Su questo argomento Matteo Salvini non si è pronunciato, è rimasto in silenzio ascoltando le posizioni dei suoi colonnelli ma è del tutto evidente che da quando è vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture abbia ammorbidito i toni all'insegna del pragmatismo e della concretezza e quindi, scommettono in Lega, il segretario certamente cercherà una soluzione per poter contare anche in Europa e non restare emarginati, soprattutto se davvero dovesse esserci una maggioranza PPE-ECR.

Difficile un ingresso nei Conservatori guidati da Meloni, ma non è un segreto che Giorgetti da tempo teorizza l'entrata nel Ppe della Lega, che potrebbe essere facilitata e aiutata da Silvio Berlusconi e Antonio Tajani. Insomma, l'obiettivo è governare anche in Europa e qualcosa, dietro le quinte, in casa Lega sta cambiando. Anche perché, ragionano in Lega i giorgettiani, aver governato con Mario Draghi e poi fare gli anti-sistema a Strasburgo non ha molto senso.

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